Le parole di Alessia Pifferi dopo la morte della figlia: “Non pensavo potesse morire, ho provato a rianimarla”

In un video esclusivo, la trasmissione Quarto Grado – andata in onda venerdì sera – ha mostrato le prime parole pronunciate da Alessia Pifferi dopo la morte della figlia, la bambina di 16 mesi morta di stenti.

Alessia Pifferi
Alessia Pifferi – Nanopress.it

La donna ha raccontato di aver trovato la bambina senza il pannolino e di aver provato a farle il massaggio cardiaco, senza successo. Alessia Pifferi – su cui pende un’accusa di omicidio volontario aggravato – è accusata di aver lasciato morire di stenti la sua bambina di 18 mesi, la piccola Diana, mentre lei trascorreva sei giorni di vacanza con il suo nuovo compagno a Leffe.

La confessione di Alessia Pifferi

“Ho fatto una cosa che non andava fatta”. Inizia così la confessione che Alessia Pifferi fa nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del corpo senza vita della figlia, la piccola Diana. In un video trasmesso in esclusiva durante la messa in onda di Quarto Grado, la donna racconta agli inquirenti le modalità di ritrovamento del cadavere della piccola Diana, riferendo di non aver mai pensato che la piccola potesse morire di stenti, ma di aver ipotizzato inizialmente un malore della bambina, tanto da averle effettuato un massaggio cardiaco.

Al ritorno a casa della madre – il 20 luglio dello scorso anno – però la piccola Diana era già morta, lasciata sola per sei giorni. Stando a quanto emerge dalla parole di Alessia Pifferi, sembra che quella non fosse la prima volta che la bambina veniva lasciata da sola.

In altre occasioni, la madre avrebbe lasciato la bambina per l’intero week-end da sola a casa, per trascorrere il fine settimana con il compagno. In quei giorni – dal venerdì al lunedì – la piccola veniva lasciata sola in casa con due biberon di latte e quattro bottigliette d’acqua, come raccontato dalla madre stessa.

Il ritardo mentale di Alessia Pifferi

In base a quanto ricostruito dai medici del carcere di San Vittore, dove la donna è attualmente detenuta, Alessia Pifferi avrebbe “il quoziente intellettivo di una bambina di 7 anni”. La Corte d’Assise di Milano si è quindi riservata di disporre una perizia sulle condizioni psichiche dell’imputata al momento della morte della piccola Diana.

“È stato come aver messo in mano una bambina di un anno e mezzo a un’altra bambina”

ha ripetuto più volte l’avvocato della Pifferi.

Intanto, la Corte d’Assise di Milano ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica sulla capacità di stare in giudizio di Alessia Pifferi. Secondo i giudici, infatti, non sarebbero emersi elementi che possano far dubitare della piena capacità della donna.

Gli esami tossicologici sul corpo della piccola hanno escluso che la bimba fosse stata drogata, visto che non sono stati trovati benzodiazepine o altri tranquillanti nel biberon e nella bottiglietta d’acqua trovati vicino al corpo della bimba, e quindi per il momento è stata esclusa l’aggravante della premeditazione. La bambina sarebbe morta di stenti – sete e fame – tanto che nel suo corpo sono stati trovati pezzi di pannolino, con il quale ha forse pensato di nutrirsi.

Impostazioni privacy