Riaperto il caso Liliana Resinovich: il gip non crede all’ipotesi suicidio

Il corpo di Liliana Resinovich era stato ritrovato un anno fa, con la Procura che aveva chiesto l’archiviazione: il giudice vuole riesaminare però 25 punti, non credendo all’ipotesi del suicidio e riaprendo la pista omicidio. Esami del Dna, cause della morte, nuova autopsia e impronte dei guanti. Il gip scaglionerà tutti i dispositivi delle persone vicine alla vittima e di persone attenzione durante l’indagine.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich – Nanopress.it

E’ stato il gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, a disporre in 25 punti nuove indagini per il caso della morte di Liliana Resinovich. Il corpo senza vita della donna era stato ritrovato nel gennaio del 2022 dopo tre settimane dalla denuncia della sua scomparsa. Il cadavere era stato trovato in un bosco adiacente all’ex ospedale psichiatrico di Trieste, con la testa della vittima avvolta da due sacchetti e anche il corpo chiuso in dei sacchi, uno infilato dall’alto l’altro dal basso. Un caso che era rimasto senza risposte, dopo più di un anno e mezzo dal ritrovamento del corpo, per i quali i familiari avevano chiesto ancora l’intervento dei giudici per l’apertura del caso, mentre la Procura aveva chiesto l’archiviazione.

Si riapre il caso Liliana Resinovich: il gip non crede all’ipotesi suicidio della Procura

Per richiesta del giudice di Trieste, è stato riaperto il caso Liliana Resinovich. Sulla morte della donna, denunciata la sua scomparsa nel dicembre del 2021 poi ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022, ancora un alone di mistero. Si, perché la tesi del suicidio non quadra a Luigi Dainotti, gip del tribunale di Trieste, mentre la procura aveva chiesto l’archiviazione per suicidio.

Ma questa ipotesi, quella del suicidio, lascerebbe ancora tanti dubbi. Del resto gli stessi familiari in questo anno avevano chiesto la riapertura del caso. Un caso molto complesso, un giallo senza risposta, apparentemente, tra le ipotesi di suicidio e di omicidio. Spesso il marito, che aveva detto di non aver visto traumi sul corpo della moglie, o la cugina si erano lasciati andare a degli appelli: “Si arrivi a scoprire la verità”.

La donna aveva 63 anni, ed era scomparsa da Trieste la mattina del 14 dicembre 2021. Il corpo era stato trovato in un sacco della spazzatura, e dopo la prima autopsia era stato riscontrato uno scompenso cardiaco come causa della morte. La richiesta di archiviazione è stata dunque rigettata, e le indagini andranno avanti. Indagini che durano ormai da quasi 19 mesi: adesso si indagherà per omicidio.

Nella note, il gip ha confermato che l’Ufficio intende procedere all’esenzione delle attività del giudice con determinazione e attenzione: “Allo scopo di chiarire per quanto possibile tutte le circostanze del fatto, d’individuare tutti gli ipotizzabili reati commessi in danno della signora Resinovich e, se la sussistenza di detti reati risulterà confermata dagli esiti delle investigazioni suppletive d’identificarne gli autori”.

I punti per la riapertura del caso

E la verità adesso potrebbe essere più vicina con la riapertura del caso, grazie al gip che ha richiesto la disposizione di 25 punti che seguiranno le nuove indagini, tra cui una nuova consulenza con il medico legale con una riesumazione – se ritenuto utile – del cadavere, un analisi approfondita su tutti gli account usati da Liliana su tutti i suoi dispositivi digitali, tra computer, cellulare, smartphone, tablet e altri Device. E ancora, una verifica delle celle telefoniche dell’area dove è stato ritrovato il corpo, con anche un’analisi sul traffico telefonico, insieme a un’altra analisi di tutti i dispositivi telefonici e gli account delle persone vicine alla vittima. In particolare modo quelli del marito e dell’amico, Claudio Sterpin, con la quale la donna forse sarebbe andata a convivierei.

Sono solo alcuni dei punti, 25 nel totale, disposti da Luigi Dainotti, che adesso tramite approfondimenti e consulenze entrerà nella seconda fase di queste indagini. Indagini che hanno comunque ritardato, visto che la morte è avvenuta più di un anno fa, la scoperta della verità dietro la morte della donna.

Trieste, carabinieri sul posto del ritrovamento del corpo della scomparsa Liliana Resinovich
Trieste, carabinieri sul posto del ritrovamento del corpo della scomparsa Liliana Resinovich – Nanopress.it

Un altro test che verrà condotto è quello del DNA. Il giudice infatti ha disposto anche di effettuare un confronto tra il DNA rinvenuto su una bottiglietta e sull’intimo di Liliana, con quello di diverse persone che sono state attenzione durante l’indagine. Come il marito, o lo stesso Sterpino, Visintin, Fulvio Colavero e l’uomo che ha dato l’allarme per primo della scomparsa, così come il figlio di Sebastiano Piergiorgio Visintin.

Gli esami verranno condotti anche tra l’impronta rinvenuta del guanto e quei guanti usati dagli operatori, il tutto con il fine di escludere o confermare l’intervento di altre persone sui sacchi dove etra stato chiuso il cadavere. L’impornta verrà poi comparata e messa a confronto con quella guastata trovata accanto al corpo, e verranno ascoltate diverse persone su altri indizi, come il ritrovamento della fede di Liliana nella sua abitazione, o una cifra in contante trovata sempre a casa della vittima.

Il medico legale infine si occuperà di constatare le lesioni riscontate sul cadavere, per verificare se le ipotesi del congelamento e del raffreddamento del cadavere – che erano state fatte nei mesi scorsi – sono da ritenersi valide. Il tutto mirato ad individuare il momento della morte e le circostanze.

Impostazioni privacy