Pensioni, la circolare Inps sull’incentivo per restare a lavorare

La circolare Inps pubblicata il 22 settembre detta le regole dell’incentivo per rimanere a lavorare posticipando la pensione: i dettagli.

Inps, istituto previdenza sociale
Inps, istituto previdenza sociale – Nanopress.it

 

Uno scambio tra datore di lavoro e lavoratore, sui contribuiti che andrebbero a finire direttamente in busta paga. Ecco la circolare dell’Inps rilanciata da Il Messaggero in queste ore dopo la pubblicazione del 22 settembre, arrivata in seguito alla legge di Bilancio per chi decide di restare al lavoro nonostante la maturazione dei contributi. L’incentivo è indirizzato a 40mila dipendenti circa, che al momento non avrebbero ancora deciso di aderire a Quota 103.

Pensioni, la circolare Inps sull’incentivo per restare a lavorare

Arrivano i dettagli dell’incentivo introdotto con la legge di Bilancio, diretto a chi avrà intenzione di restare al lavoro con la maturazione dei requisiti per la pensione con Quota 103. La circolare Inps, rilanciata dal Messaggero, recita le modalità con i datori di lavoro che non versavano i contribuiti pensionistici ai lavoratori, i quali si ritroverebbero i soldi direttamente in busta paga. Questo a patto ovviamente di rinunciare all’accesso del quale avevano diritto con Quota 103 e di rimanere in ufficio.

La pubblicazione di tale meccanismo è arrivata lo scorso 22 settembre; come si legge ancora nella circolare sono due i passaggi previsti per l’incentivo alla permanenza al lavoro. Intanto il datore di lavoro non dovrà più obbligatoriamente versare il contribuito della quota IVS a carico del lavoratore che esercita la facoltà di rimanere al lavoro.

Rimane quello dei contributi a carico del datore di lavoro che poi ricevendo l’incentivo avrà messo però quando deciderà di andare in pensione da parte meno denaro e riceverà un assegno meno corposo per quanto riguarda i contribuiti.

Contributi a carico del lavoratore direttamente in busta paga

L’incentivo è indirizzato a 40mila dipendenti circa, che al momento non avrebbero ancora deciso di aderire a Quota 103. I contributi a carico del lavoratore che il datore di lavoro dovrebbe versare all’Inps però nel frattempo andranno direttamente in busta paga. Soldi che verranno tassati a fini fiscali ma non a fini contributivi. Per i lavoratori dipendenti il contribuito Inps ammonta al 33% del guadagno annuale lordo, compreso il 9,19% a carico solamente del lavoratore.

Sede Inps
Sede Inps – Nanopress.it

Dunque, a tanto ammonterebbe il guadagno in busta paga di chi continuerà a lavorare nonostante la Quota 103, raggiungibile con i 62 anni di età e i 41 di contributi. L’incentivo notevole per chi ha una fascia di reddito superiore ai 35mila euro annui, soglia proprio entro la quale è già prevista la riduzione del cuneo contributivo al 6%, mentre sotto i 25mila euro la riduzione ammonta al 7%.

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