Aveva 48 anni, Vivian Borsato, ex calciatore difensore e imprenditore veneto. Si è spento a causa della leucemia, come Sinisa Mihajlovic.
È morto Vivian Borsato, ex calciatore e imprenditore veneto. L’uomo aveva 48 anni e aveva raccontato la malattia che lo accomunava allo stesso tragico destino di Sinisa Mihajlovic. Come quest’ultimo, l’uomo è morto di leucemia, a pochi giorni di distanza dal decesso del calciatore e allenatore serbo, che si è spento a 52 anni, lasciando la moglie e i figli.
Vivian Borsato, morto l’ex calciatore e imprenditore
Si è spento, all’età di 48 anni, Vivian Borsato, ex calciatore e imprenditore veneto, che – come Sinisa Mihajlovic, era malato di leucemia. Una lotta contro la malattia che ha portato avanti fino alle sue ultime ore di vita e che lo ha fatto sentire legato al calciatore serbo.
Come quest’ultimo, inoltre, quando giocava a calcio, svolgeva il ruolo di difensore. Un destino comune, per il quale, però, Borsato non aveva mai gettato la spugna, affrontando col sorriso la vita, nonostante le difficoltà che la malattia gli aveva arrecato nel corso del tempo.
Sinisa era il suo idolo: cresciuto a Volpago, si era trasferito in territorio vicentino, dove intraprese la propria attività di imprenditore, dopo un passato da ex difensore nel mondo del calcio.
Come lui stesso ha sottolineato, ha condiviso col calciatore serbo “lo stesso ruolo” e anche la malattia che, ad entrambi, ha fatto visita per ben due volte e aggiunge: “Saremmo stati proprio una bella coppia di difensori assieme“.
La carriera sportiva e l’agenzia di web marketing
Vivian si è spento quattro giorni dopo la morte di Sinisa Mihajlovic. La comunità di Volpago si è stretta intorno alla famiglia, alla quale Borsato era estremamente legato. L’uomo si è spento il 20 dicembre, alle 3 di notte, dopo aver lottato, con tutte le sue forze, contro la leucemia.
Nel corso degli anni Novanta, Vivian ha giocato in diverse squadre del montebellunese, come racconta Loris, il fratello, il quale ricorda che militò nel Montello, nella Fulgor e nel Ginevra, per poi chiudere la sua carriera sportiva nel Villaverla.
In ambito professionale, aveva fondato un’agenzia di web marketing con la moglie dopo aver lavorato come impiegato tecnico della Fucina artistica Boranga. A settembre, ringraziò tutti gli amici e conoscenti per avergli dimostrato vicinanza e affetto nei suoi quaranta giorni di ricovero che, come disse, avevano messo a dura prova non solo lui ma anche la sua famiglia.