L’Iran ha abolito la polizia morale, organo istituito nel 2005

Il procuratore generale Mohammad Jafar Montazeri, in un comunicato diffuso agli organi di stampa, ha annunciato l’abolizione della polizia morale in Iran. Ancora non è chiaro se si possa trattare di una riduzione delle misure restrittive e liberticide.

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Donna iraniana-Nanopress.it

La polizia morale è un corpo delle forze dell’ordine iraniano, istituto nel 2005, che vigilava sull’abbigliamento delle persone e aveva il compito di trarre in arresto coloro i quali violavano i codici e non si coprivano secondo il protocollo dettato dal regime della Repubblica islamica.

Lo scioglimento della polizia morale in Iran

Una notizia che potrebbe essere sinonimo di libertà, di un allentamento delle misure restrittive, ancora non è chiaro il suo significato circa quello che riguarda l’abolizione della polizia morale in Iran.

Il corpo delle forze dell’ordine istituito nel 2005 ha cessato di vivere; a dare comunicazione il procuratore generale del paese, Mohammad Jafar Montazeri, durante un incontro con il clero, parlando a Qom.

“La polizia morale non ha nulla a che fare con la magistratura ed è stata abolita”.

Queste sono state le prime parole del procuratore in una dichiarazione diffusa agli organi di stampa dopo oltre 60 giorni di proteste. Montazeri, inoltre, ha spiegato che la Magistratura continuerà a vigilare il codice di abbigliamento delle persone iraniane sottolineando l’importanza della copertura delle donne.

Le proteste contro la polizia morale

Da oltre due mesi e mezzo lo stato dell’Iran è coinvolto in proteste di massa contro la polizia morale, l’organo istituito nel 2005 con il compito di vigilare il codice di abbigliamento e la copertura nelle donne.

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Lo scorso 16 settembre è deceduta una ragazza di 22 anni, Mahsa Amini, di origine curde, subito dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato il velo in modo corretto.

Da quel momento tante sono state le proteste in Iran: dalle donne che in segno di giustizia hanno deciso di tagliarsi i capelli, chi sventola in aria il proprio velo e chi, in maniera estrema, ha deciso di dare fuoco alle statue di leader religiosi.

Durante il comunicato diffuso ai diversi organi di agenzia di stampa, il procuratore generale, Mohammad Jafar Montazeri, ha dichiarato l’importanza dell’uso corretto dello hijab, il velo islamico.

Entro le prossime due settimane ci saranno, quindi, delle importanti novità sulla questione del velo obbligatorio; infatti, in queste ore, sia la Magistratura, sia il Parlamento sono al lavoro e stanno cercando di studiare al meglio l’intera questione, dopo quasi tre mesi di protesta.

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