Kiev accusa Mosca di utilizzare la Bielorussia per il nucleare

Preoccupa l’annuncio fatto ieri da Putin in merito al dispiegamento di armi tattiche nucleari e ora viene pesantemente accusato.

Putin
Putin – Nanopress.it

Il presidente russo ha infatti affermato di voler utilizzare la Bielorussia, storica alleata, per realizzare un deposito di armi nucleari che a sua detta, servirebbero solo per scopi di addestramento.

L’annuncio di Putin sulle armi nucleari

Ieri Vladimir Putin ha annunciato la costruzione di un deposito di armi nucleari in territorio bielorusso, che dovrebbe terminare in estate. Gli Usa hanno rassicurato l’opinione pubblica sul fatto che non ci sono segnali concreti che il Cremlino si sta preparando a sganciare armi nucleari quindi, come ha confermato il governo americano commentando l’annuncio.

“Restiamo impegnati nella difesa collettiva dell’alleanza nato ma non è necessario modificare la nostra posizione nucleare strategica”.

ha dichiarato un alto funzionario del governo americano.

Da tempo la notizia del trasferimento di armi nucleare tiene banco nei dialoghi fra Russia e Bielorussia, infatti l’annuncio di ieri non ha stupito, sebbene il presidente russo abbia poi precisato che tali armi servono solo per addestrare i militari bielorussi.

Dal 3 aprile inizieranno gli addestramenti degli equipaggi, nel frattempo a Minsk è stato consegnato il primo sistema di difesa missilistico Iskander per il trasporto delle testate nucleari.

E a chi attacca la decisione di Putin puntando il dito sulla violazione del trattato Start, il presidente ha affermato che i patti con Lukashenko non vanno contro l’accordo.

Il presidente bielorusso Lukashenko
Il presidente bielorusso Lukashenko – Nanopress.it

Il New Start serve proprio a limitare le armi nucleari.

Forse questa mossa è stata la conseguenza della decisione della Gran Bretagna di inviare a Kiev munizioni all’uranio impoverito, considerate una minaccia per la Russia e un modo per allungare il conflitto. In effetti la risposta di Putin è stata dello stesso peso e c’è stato anche un commento a caldo in cui ha affermato di possedere migliaia di munizioni che al momento non vengono usate perché sono pericolose per l’uomo e per la natura a causa della polvere radioattiva in esse contenuta, però il monito è stato chiaro: se serve verranno usate.

Una prova di forza quindi quella del presidente russo, simile a quella sul fronte delle armi convenzionali, infatti se da una parte Kiev ha messo in campo i jet che arriveranno dalla Polonia e dalla Slovacchia, Mosca risponde con mezzi corazzati annunciando la produzione entro un anno, di 1.600 carri armati, numero che supererebbe di molto quelli in dotazione attualmente all’Ucraina.

Intanto, secondo alcune fonti militari sono più di 170mila i soldati russi uccisi nella guerra dall’inizio dell’invasione. I media ucraini riportano anche importanti perdite, sempre sul fronte russo, per quanto riguarda armi e mezzi da combattimento.

Le accuse di Kiev

Anche sul fronte ucraino ci sono state importanti perdite sotto tanti punti di vista: vite umane interrotte, suolo impoverito, parchi naturali distrutti, bambini deportati e chi più ne ha più ne metta.

Proprio la capitale ucraina ha lanciato accuse molto pesanti verso Putin in queste ore, dichiarando che il presidente sta usando la sua principale alleata come ostaggio nucleare.

Queste le parole del segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraina, Oleksiy Danilov.

“questa mossa rappresenta un passo verso la destabilizzazione del paese”.

Come dicono le fonti americane però non ci sono certezze che le armi tattiche nucleari annunciate ieri vengano utilizzate in maniera offensiva, sebbene la Bielorussi si trovi in una posizione strategica, ma l’annuncio di Putin ha di certo alzato un polverone e c’è chi si chiede come mai è stato fatto pubblicamente solo per informare dell’addestramento delle forze militari.

Di sicuro c’è qualcosa sotto, questa l’idea condivisa da diversi Paesi, a partire da alcuni che hanno dimostrato solidarietà all’Ucraina siglando un accordo di difesa aerea congiunta, sono Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia.

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