Trent’anni fa ci lasciava Eduardo De Filippo, autore di celeberrime frasi e maestro indiscusso di commedia e di poesia. Scomparso all’età di 84 anni, il grande drammaturgo napoletano ha segnato, con la sua opera, la storia del teatro italiano, entrando a pieno titolo tra gli attori più grandi di tutto il Novecento. ‘Il Moliere del nostro secolo, lo ha definito Carlo Giuffrè, che di Eduardo ha interpretato, dagli anni Ottanta ad oggi, tante commedie a teatro, il terzo grande drammaturgo italiano con Goldoni e Pirandello‘. Umile, ironico e geniale, il maestro ha raccontato, con la sua inconfondibile voce e quell’espressione sottilmente malinconica, storie di uomini e di famiglie italiane che, a dispetto della ‘napoletanità’ che accompagna tutta la sua opera, hanno oltrepassato i confini del colore locale, grazie ad una poetica toccante ed alla dimensione universale dei suoi testi.
Un grande attore comico interprete di drammi che raccontano la società italiana del secolo scorso: questo è Eduardo De Filippo, la cui vita tumultuosa – tre matrimoni, l’impegno politico durante la guerra, le interminabili liti col fratello Peppino – è trascorsa quasi sempre in scena, per raccontare ogni volta un pezzettino della sua Napoli – che altro non era se non l’Italia del XX secolo. ‘Eduardo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, ha affermato Toni Servillo, in scena al San Ferdinando con la commedia Le voci di dentro, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare‘.
Attore, drammaturgo, sceneggiatore e regista teatrale, Eduardo De Filippo è tuttora attuale ed amato dal grande pubblico: non solo per la grande eredità teatrale che ci ha lasciato, ma anche per le sue celeberrime frasi, entrate già da tempo nell’immaginario collettivo italiano. Guardiamone brevemente qualcuna.
‘Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male’
‘Gli esami non finiscono mai’
(da Gli esami non finiscono mai, 1973)
‘Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro’
(da Questi fantasmi!, 1945)
‘Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due’
‘S’ha da aspettà, Amà. Ha da passà ‘a nuttata’
(da Napoli milionaria!, 1945)
‘La vita è dura e nessuno t’aiuta. O meglio, c’è chi ti aiuta ma una volta sola per poter dire “t’ho aiutato”!’
‘Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male’
‘L’uomo non è cattivo. Ha solo paura di essere buono’
‘Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male’
‘Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita’
‘Non possiamo essere noi a distribuire il bene e il male: non conosciamo le proporzioni’
‘Buongiorno, Signor De Filippo, qui è la televisione.’ ‘Va bene, aspetti che le passo il frigorifero’
‘Le strade inventano gli uomini, e spesso portano i nomi degli uomini che hanno inventato’
‘E’ proibito dare consigli quando la gente non li chiede’
‘Napule è ‘nu paese curioso: /è ‘nu teatro antico, sempre apierto. /Ce nasce gente ca senza cuncierto /scenne p’ ‘e strate e sape recità’
‘Quand’ero piccolo amavo i vecchi, poi a un’età giovanile, non so, frequentavo i vecchi e non i giovani. Perché dai vecchi io apprendevo la saggezza, apprendevo e stavo a sentire quello che mi dicevano. E in quell’epoca i vecchi erano più altruisti. Mi ricordo un particolare: non vedevo l’ora di diventare vecchio’
‘Con la tecnica non si fa il teatro. Si fa il teatro se si ha fantasia’