Rifiuti tossici in Lombardia: le scorie arrivano dall’Europa dell’Est


Rifiuti tossici in Lombardia: più di 30 milioni di tonnellate di scorie dal dopoguerra ai giorni nostri accumulati nella zona di Brescia. E’ questo il problema messo in luce da un’inchiesta del Corriere della Sera, che analizza la situazione di una “nuova Terra dei Fuochi” nel nostro Paese, un pericolo per la salute e per l’ambiente che starebbe diventando sempre più preoccupante. Le associazioni ambientaliste hanno denunciato la presenza di rifiuti pericolosi nel territorio e il problema è stato preso in considerazione anche dalle forze dell’ordine, che indagano su possibili carichi e nuove rotte che permettono il trasporto di scorie in Lombardia a partire da altri Paesi.

Le inchieste

Sono decine le inchieste che riguardano lo smaltimento illecito di rifiuti soprattutto nell’area di Montichiari, un comune in provincia di Brescia. Il corpo forestale dello Stato sta effettuando delle analisi ben precise su delle imprese che si occupano di gestire delle discariche in questo territorio. C’è una vera e propria squadra di magistrati che si sta occupando delle inchieste, come voluto dal procuratore generale della Corte d’Appello di Brescia, Pier Luigi Maria Dell’Osso. Si cerca di capire come possano arrivare nel nostro Paese tonnellate di rifiuti tossici provenienti dalla Slovenia, da altri Paesi dell’Est e dall’Australia.

Secondo quanto riportato dall’inchiesta del Corriere della Sera, il procuratore Dell’Osso ha spiegato che queste scorie “viaggiano in cargo o di notte sui vagoni. Il distretto bresciano e quello contiguo milanese sono il punto di riferimento di tutto il traffico di rifiuti di ogni tipo e di ogni genere che si è spostato da Sud a Nord”. Una situazione preoccupante, messa in risalto anche dall’ambientalista Marino Ruzzenenti, che ha sottolineato come il 50% della metallurgia nazionale da rottame sia concentrata proprio nella provincia di Brescia: “Lo smaltimento di queste scorie, fino agli anni Ottanta non era assolutamente regolamentato si entrava con un camion nella fabbrica, si prendevano i fanghi e le scorie e poi la prima buca che si incontrava li si buttava lì. La verità è che non si sapeva dove metterle e allora un po’ sono finite dai nostri amici campani e molto altro è finito qui sul territorio”.

Il trasporto e i controlli

Il procuratore Dell’Osso ha spiegato che si tratterebbe di un settore che rappresenta un vero e proprio business, “su cui anche la nuova ‘ndrangheta, quella di ultima generazione capace di infiltrarsi nel mondo economico e finanziario, vuole mettere le mani”. Uno dei metodi che viene utilizzato per il trasporto dei rifiuti pericolosi nel territorio di Brescia, secondo quanto ha sottolineato Dell’Osso, sarebbe quello delle linee ferroviarie. Si utilizzano quelle poco sfruttate, ma ancora attive, visto che c’è una rete molto completa che passa in mezzo a tutto il distretto industriale. E i controlli non risulterebbero abbastanza efficaci. Il procuratore ha spiegato che questi possono essere effettuati solo in uscita o in entrata dalle stazioni e che i trasporti vengono effettuati maggiormente di notte. Intanto il problema continua a mettere in ginocchio un’area molto estesa della Lombardia: ciò che si vede è un insieme di colline e di crateri e, proprio come avviene nella situazione della Terra dei Fuochi, nell’area sono presenti numerosi campi coltivati.

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