La Procura federale ha notificato alla Juventus la chiusura delle indagini nell’ambito dell’inchiesta-bis sugli stipendi. Contestata ancora la violazione del principio di lealtà sportiva. Ecco cosa rischia il club bianconero se dovesse andare nuovamente a processo.
La Procura federale ha notificato al club bianconero la chiusura delle indagini nell’ambito dell’inchiesta-bis sugli stipendi.
Ora la Vecchia Signora avrà due settimane per accedere agli atti del procedimento e presentare le proprie memorie difensive. Sarà poi il Procuratore federale, titolare dell’inchiesta, Giuseppe Chinè, a decidere se accoglierle, e dunque archiviare il caso o, presumibilmente, rinviare (di nuovo) a processo la società.
Le violazioni contestate
Tre sono le irregolarità che la Procura federale FIGC contesta al club bianconero. L’aver stipulato con i suoi calciatori e Sarri, al tempo dei fatti allenatore della prima squadra, accordi di rinuncia agli stipendi quando era pacifico sin dall’inizio che non si trattasse di una vera e propria rinuncia, bensì uno stratagemma per rinviare i pagamenti al bilancio dell’anno successivo. Ancora la sottoscrizione di patti extra federali con altre società sportive, tutte però escluse dall’indagine (Si tratterebbe di Atalanta, Bologna, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo ed Udinese). Infine la corresponsione di commissioni ad alcuni procuratori sportivi per manovre in realtà mai portate a termine. Gli agenti coinvolti, anche questi non interessati dall’inchiesta, sarebbero Davide Lippi, Gabriele Giuffrida, Giorgio Parretti, Antonio Rebesco, Luca Ariatti, Silvio Pagliari, Giuseppe Galli, Michele Fioravanti, Luca Puccinelli, Tullio Tinti ed infine Vincenzo Morabito.
Quanto alle squadre, Chiné ha archiviato dovendo attendere la ricezione degli atti dalle diverse Procure locali competenti, che dallo scorso febbraio stanno lavorando sui documenti che hanno ricevuto dalla Procura torinese. Se si fosse provveduto all’invio degli stessi anche alla Procura federale FIGC sarebbe stato violato il principio del segreto istruttorio.
Per quanto riguarda invece gli agenti, la relativa documentazione è stata trasmessa alla Commissione Federale agenti sportivi.
Per tutte e tre le violazioni accertate, anche in questo filone di indagini, al pari di quanto accaduto in quello sulle plusvalenze, la FIGC contesta esclusivamente la violazione dell’articolo 4 comma 1 del codice di giustizia sportiva, che tutela il principio di lealtà sportiva.
La stessa per cui è già stata penalizzata di 15 punti nel caso plusvalenze.
Il citato articolo 4 dispone quanto segue: “I soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti all’osservanza dello Statuto, del Codice, delle Norme Organizzative Interne Figc (Noif) nonché delle altre norme federali e osservano i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva. In caso di violazione degli obblighi previsti dal comma 1, si applicano le sanzioni di cui all’art. 8, comma 1, lettere a), b), c), g) e di cui all’art. 9, comma 1, lettere a), b), c), d), f), g), h). L’ignoranza dello Statuto, del Codice e delle altre norme federali non può essere invocata a nessun effetto. I comunicati ufficiali si considerano conosciuti a far data dalla loro pubblicazione”.
Cosa rischia il club bianconero
Qualora dovesse andare a processo, la Vecchia Signora rischierebbe un’ulteriore penalizzazione (oltre ai 15 punti di penalità inflitti nell’ambito del procedimento sulle plusvalenze) ed un’ammenda di ammontare sino a tre volte l’importo dei contratti contestati vale a dire oltre 150 milioni di euro.