Cina e Taiwan, dalle origini del conflitto fino alle motivazioni attuali: tra storia e economia

Cina e Taiwan sono diventate un argomento gettonato nell’ultimo periodo dopo la visita di Nancy Pelosi, che ha fatto riemergere la questione a livello internazionale.

Cina e Taiwan
Cina e Taiwan – Nanopress.it

Già, perché a livello geopolitico tra Taiwan e Cina la questione è ancora aperta e calda. Il territorio di Taiwan è considerato una provincia ribelle dal governo cinese che ne reclama la supremazia territoriale, nonostante oggi l’isola goda di una certa autonomia. L’Intromissione degli Stati Uniti in quella che Xi Jinping, presidente cinese, ritiene una questione nazionale ha fatto riemergere divergenze già radicate e presenti.

Il conflitto territoriale a cui assistiamo oggi ha origini lontane che si sono protratte nel tempo che, mischiandosi alle questioni internazionali di oggi, hanno portato alla situazione attuale.

Cina e Taiwan, le origini del conflitto

Le origini di questo conflitto nascono molto lontano, ma le problematiche che andremo a riassumere di seguito sono fondamentali da capire e avere un quadro preciso di ciò che è accaduto e che ha diviso quelle che vengono chiamate storicamente le due Cine.

Taiwan è un arcipelago che si trova in un punto decisamente strategico all’imbocco di due mari e che ha la capacità di osservare in maniera definita ciò che accade intorno. La posizione geostrategica dell’isola è stata una delle questioni fondamentali che ne ha fatto una merce rara per molte popolazioni. L’isola è stata colonizzata a lungo da orde piratesche giunte per esplorare l’Oriente, partendo da spagnoli passando per i portoghesi ed arrivando infine agli olandesi.

Una roccaforte per i pirati ed esploratori, ambita da vari popoli ma che successivamente grazie alla dinastia dei soldati Ming nella metà del ‘600 ha trovato finalmente la libertà dai coloni e ha cominciato a creare una propria identità assieme alla Cina, che ha creato Il Regno di Tungning.

Dopodiché, la Cina provò a stabilizzare nell’arcipelago i propri abitanti creando inizialmente una prefettura che ben presto si trasformò in provincia separata. Poi un periodo di declino interno cinese ha creato instabilità ulteriore alla Nazione e, nel momento in cui sono cominciati ad arrivare copiosamente i popoli dell’occidente, la situazione è peggiorata. Si è sviluppata poi la prima guerra sino-giapponese dove, a seguito della sconfitta, la dinastia Qing ha dovuto lasciare il controllo di Taiwan al Giappone.

Questo ha segnato irrimediabilmente la popolazione di Taiwan, che si è trovata poi a dover a ripartire completamente da zero, dovendosi abituare ad essere parte di usanze e tradizioni che non le appartenevano. Nel corso degli anni a venire, il Giappone ha imposto a Taiwan le proprie legislazioni e regole e si è cominciato a studiare il giapponese già nella scuola primaria e ad apprendere la cultura del paese nipponico. Ciò ha creato inevitabilmente un conflitto primario basato sul dissenso tra Cina e Giappone, ma ha anche plasmato una popolazione che ha unito cultura proveniente dalla Cina e cultura proveniente dal Giappone.

Mentre Taiwan si apprestava ad un processo di giapponificazione, la Cina invece sprofondava in una violenta guerra civile che durò moltissimi anni. Durante quel periodo pieno di omicidi, tragedie e guerriglie, Pechino si è dimenticato – o è stato costretto – a dimenticarsi dato gli eventi alla questione dell’arcipelago. Così i taiwanesi hanno cominciato a crearsi realmente un’identità propria traendo il meglio dalle culture che hanno contaminato l’evoluzione dell’isola.

In Cina si creò il conflitto tra i nazionalisti Chiang Kai-shek e i comunisti di Mao Tse Tung. Kai-shek, nonostante il sostegno dalle maggiori potenze capitaliste, ha dovuto rinunciare cioè piano piano alle città conquistate. Dopo l’ultima sconfitta lui e i suoi sostenitori più stretti si sono rifugiati a Taiwan.

A questo punto il nazionalista Kai-shek, pensando che potesse esserci un rapido rovescio del movimento maoista, ha deciso, supportato dagli Stati Uniti, di creare una Repubblica che fosse la sola a rappresentare veramente i cinesi. Da questo momento storico nasce, appunto, la denominazione le due Cine.

Gli Stati Uniti a seguito della seconda guerra mondiale hanno capito immediatamente il valore strategico di questo arcipelago e hanno così continuato a sostenere Taiwan nelle proprie decisioni innescando inevitabilmente dissapori con la Cina.

Nel 1943, fu firmato un trattato, ovvero il trattato del Cairo, che precisava il ritorno dell’arcipelago di Taiwan alla Cina continentale nel momento in cui la guerra si fosse esaurita. Le pressioni statunitensi fatte all’epoca sull’amministrazione Truman fecero sì che il trattato firmato da Roosevelt perdesse di valore.

La Cina da un lato e reclama la sovranità di su Taiwan e lo dichiara in maniera decisa in quanto il trattato, a loro avviso parla chiaro, mentre per gli alleati statunitensi di Taiwan molto probabilmente conviene per le motivazioni sopra elencate quali posizione geografica e strategica e economia.

Sul punto economia bisogna fare però una precisazione le ragioni economiche che spingono oggi relazioni internazionali e commerciali non hanno nulla a che vedere in merito alla posizione ai conflitti territoriali. Rientrano invece nelle nuove motivazioni per la quale Taiwan rimane una degli arcipelaghi più importanti strategicamente ed economicamente del mondo.

Le ragioni economiche e internazionali che dividono oggi le due Cine

Le ragioni che oggi sono responsabili dei rapporti internazionali e che premono a livello globale in merito a Taiwan, che preoccupano molto la Cina, sono legate in primis alla fabbricazione dei semiconduttori che sono essenziali della produzione di chip. Proprio per questo gli Stati Uniti hanno deciso di intromettersi commercialmente, dato i trascorsi e la  collaborazione già esistente tra Usa e Taiwan legata al passato. La visita di Nancy Pelosi, che ha ribadito la collaborazione economica con le con l’arcipelago, non ha fatto che intensificare le tensioni e creare una disputa già alimentata dalla guerra dei chip tra Usa e Cina.

Gli Stati Uniti e Biden hanno deciso di limitare l’acquisizione dei cinesi di aziende di semiconduttori o anche di aziende nelle quali hanno quote importanti. In quanto  quella dei chip è una delle aree di produzione tecnologica nel quale presidente statunitense ha possibilità di manovra e manipolazione. Il 92% della produzione mondiale viene effettuata a Taiwan e se si pensa che il mondo va verso un futuro fatto di tecnologia sempre più avanzata, questa questione dei chip e dei semiconduttori è essenziale per l’andamento dell’economia internazionale.

Gli USA hanno cercato di arrestare l’economia della Cina riguardante i chip ponendo limitazioni nell’acquisire aziende statunitensi ma anche mettendo diversi limiti che hanno creato un arresto economico sostanziale. Un lato commerciale e tecnologico importantissimo dato che i semiconduttori sono utilizzati per produrre chip che possono essere poi impiegati in moltissimi ambiti differenti. Si pensi soltanto al settore dell’auto elettrica dove tutto dipenderà da semiconduttori e chip e nel futuro ciò non può che prendere sempre più piede.

Questo è un fattore fondamentale nell’economia globale ed ha portato anche a confrontarsi il presidente cinese Xi Jinping e il presidente statunitense Joe Biden. Taiwan sa il valore di ciò che produce e non ha intenzione di limitare il proprio commercio o di sottostare a regole che farebbero soltanto indietreggiare l’economia raggiunta fino ad oggi. Dopo un periodo nel quale per tutti quanti è stato difficile andare avanti.

Con la presa di potere di XI per la terza volta presidente si era pensato ad un’imminente attacco militare per riacquisire la proprietà territoriale ma soprattutto l’amministrazione di Taiwan. Nonostante il presidente abbia specificato nel suo discorso di insediamento  che Taiwan è una questione privata nazionale della cena e che la Cina non rinuncia alla sua sovranità, non sono stati evidenziati poi movimenti che potessero far pensare ad una imminente e possibile riconquista.

Presidente Cina Xi
Presidente Xi al congresso cinese – Nanopress.it

Tutto si gioca sul lato economico ora e sarà necessario introdurre normative che riescano a riequilibrare il rapporto tra le Nazioni in attrito in quanto una collaborazione tra Taiwan e la Cina è essenziale così come è essenziale anche quella tra Taiwan e Stati Uniti. Ma la vera combinazione vincente e Usa Cina Taiwan e proprio per questo è essenziale trovare un accordo che riesca ad avere un risvolto positivo per tutte e tre le economie.

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