Vaccino coronavirus: parte la sperimentazione allo Spallanzani

È iniziata nella mattinata di lunedì 24 agosto, presso l’Istituto Nazionale malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma, la sperimentazione sull’uomo di GRAd-COV2, il vaccino italiano messo a punto per combattere SARS-CoV-2 il virus che causa il COVID-19. Il vaccino coronavirus è stato realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera.

Il primo volontario per il vaccino coronavirus, scelto tra le migliaia che si sono offerti con grande generosità allo Spallanzani, ha ricevuto tramite iniezione intramuscolare la dose di vaccino. È così ufficialmente iniziato l’iter che porterà il volontario, nei prossimi mesi, a sottoporsi a una serie di controlli periodici ravvicinati che serviranno ai ricercatori per verificare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino, nonché eventuali effetti collaterali.

Vaccino coronavirus: come funziona la sperimentazione

La sperimentazione, messa a punto da un team di ricercatori e clinici dello Spallanzani in collaborazione con ReiThera, sarà effettuata su novanta volontari suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuna delle quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale.

Una parte della sperimentazione sarà effettuata presso il Centro Ricerche Cliniche – Policlinico G.B. Rossi di Verona. Se i primi risultati della fase 1 saranno positivi, entro la fine dell’anno potranno prendere il via le fasi 2 e 3, che saranno condotte su un numero maggiore di volontari anche in paesi dove la circolazione del virus è più attiva.

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Come funziona il vaccino

Il vaccino coronavirus GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore adenovirale non-replicativo“, ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Questa proteina è la “chiave” attraverso la quale il coronavirus, legandosi ai recettori ACE2 presenti all’esterno delle cellule polmonari, riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano. La presenza della proteina estranea innesca la risposta del sistema immunitario contro il virus.

Una volta iniettato nelle persone, questo virus modificato, o meglio la proteina S che trasporta, provocherà la risposta del sistema immunitario dell’organismo, ovvero la produzione di anticorpi in grado di proteggere dal virus SARS-CoV-2. Il tutto senza pericolo per l’uomo dato che il virus è stato modificato per azzerarne la capacità di replicazione nell’organismo.

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