UE: le frontiere rimangono aperte ma stretta sui viaggi

Ieri sera si è tenuta la videoconferenza dei leader dei 27 paesi membri dell’Unione Europea per discutere delle misure da prendere per contenere i contagi. Sale la preoccupazione per le varianti del Covid, ma per ora è stato deciso di non chiudere totalmente le frontiere, ma solo di scoraggiare i viaggi non strettamente necessari.

Le nazioni con un tasso di contagi più elevato saranno etichettate come rosso scuro e ogni paese deciderà in autonomia come gestire chi viene da fuori, sia UE che non, tra tamponi e quarantena.

Von der Leyen: chiudere le frontiere porterebbe a un grave danno economico

Sospendere Schengen avrebbe ripercussioni troppo pesanti sull’economia, già in grande difficoltà: questo è quanto emerso dalla riunione dei leader, tutti uniti nel definire inutile il blocco delle frontiere indiscriminato.

Oltre a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, a sostenere questo approccio anche Charles Michel, presidente del Consiglio, che ha dichiarato che verrà applicato il buon senso per gestire i flussi di persone e che le misure restrittive saranno necessarie, anche guardando agli errori fatti in passato.

Il mercato unico non può rimanere bloccato: merci e scambi devono continuare a girare per mantenere il sistema economico già fortemente in crisi.

Le zone rosso scuro

Il Centro europeo per la gestione delle malattie dovrà introdurre un quarto livello di classificazione dei paesi: dopo verde, giallo e rosso sarà introdotto il rosso scuro. Chi proviene da una zona con questo colore potrebbe essere sottoposto a test rapido prima della partenza e dover osservare la quarantena una volta arrivato a destinazione.

Quali siano i parametri per definire un paese rosso scuro non è ancora dato saperlo: in Italia, per esempio, i numeri non mostrano alcuna diminuzione di casi e vittime (ieri 14.078 nuovi casi, 521 decessi) quindi potrebbe essere a rischio, ma per ora si è ipotizzato questo colore per etichettare i paesi dove le varianti si sono particolarmente diffuse.

In Francia, ne è stata riscontrata una nuova dopo essere stato escluso fosse quella inglese. È stata riscontrata in 160 pazienti dell’ospedale di Compiègne e anche in altre zone del paese dove il tasso di contagio è oltre la media nazionale.

La situazione vaccini

I leader durante il summit di ieri si sono trovati tutti d’accordo nel sostenere che la campagna vaccinale debba prendere un ritmo più serrato e che le case farmaceutiche siano più solerti nel rispettare gli accordi.

Michel ha dichiarato che l’obiettivo della Commissione europea è quello di vaccinare il 70% della popolazione adulta entro l’estate, perciò si prenderanno decisioni in tal senso, sollecitando l’arrivo delle dosi. Sul passaporto vaccinale, voluto da alcuni paesi, ha fatto sapere che la decisione non è ancora stata presa: è fondamentale mappare i vaccini, ma va ancora definito l’uso di questo strumento. Inoltre, ancora non è chiaro quanto duri l’immunità, la trasmissibilità e la durata.

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