Pensioni di vecchiaia, aumenti in vista ma non per tutti: di quanto e per chi

Anche se per il momento, gli aumenti delle pensioni di vecchiaia ma anche quelle di reversibilità ed invalidità, sembrano una incognita c’è qualche speranza. Vediamo perché.

Pensioni di vecchiaia
Pensioni di vecchiaia – Nanopress.it

La riforma delle pensioni e i loro aumenti, è stato uno dei cavalli di battaglia dell’attuale Governo Meloni durante la campagna elettorale.

Aumenti pensioni: quale futuro?

Anche se di poco, le pensioni già nel 2023 sono aumentate e c’è da aspettarsi che aumentino anche nel prossimo anno. Tuttavia, le incognite sono parecchie. Gli aumenti di quest’anno ci sono stati in virtù della rivalutazione e ciò accadrà anche nei prossimi anni a venire. In questo modo, progressivamente, le pensioni potranno diventare più forti e i pensionati avere un maggiore potere d’acquisto.

Già dalla fine del 2023, per i pensionati potrebbe arrivare una sorpresa: degli aumenti legati ad un bonus stanziato dal Governo Meloni. In questo modo, il potere d’acquisto aumenterebbe ancora un po’. Per il momento, l’arrivo del bonus è soltanto un’indiscrezione. Infatti, non sono stati ancora indicati i dettagli.

Probabilmente, il bonus potrebbe ricalcare il bonus Renzi degli 80 euro, corrisposto in passato ai lavoratori. Tuttavia, a differenza del bonus Renzi, si tratterebbe di un aumento una tantum, proprio come è accaduto per qualche lavoratore a luglio e novembre 2022, con gli aumenti di 200 e 150 euro, previste da Draghi. L’aumento una tantum, però, potrebbe anche essere simile alla tredicesima.

Pensione di vecchiaia
Pensione di vecchiaia – nanopress.it

A chi spetta e i possibili aumenti

Il bonus di cui sopra, che dovrebbe aumentare le pensioni una tantum, potrebbe spettare soltanto a chi percepisce un reddito più basso, sulla base di ciò che era stato previsto dai governi precedenti, come quello Draghi.

Anche se il bonus in arrivo mette un po’ di speranza alle tasche dei pensionati, non mancano comunque altre incognite. La maggior parte di esse riguardano le percentuali che cambiano sulla base delle fasce di reddito per quanto riguarda gli indici di perequazione.

Intanto, si prevede che la rivalutazione delle pensioni minime potranno aumentare anche nel prossimo anno. La rivalutazione, infatti, potrebbe raggiungere il 5,5% e, indipendentemente dall’età, si potrebbe avere un ulteriore 2,7%. Si prevede, dunque, che le pensioni minime nel 2024 saranno attorno ai 600 euro.

Nonostante questo, è volontà di Forza Italia di aumentare l’importo delle pensioni minime fino a 700 euro. Ciò, però, non sarà possibile se prima non si trovano le risorse necessarie che, però, potrebbero arrivare proprio dalle banche e dal Governo.

Pensione
Pensione – nanopress.it

Si stima, infatti, che con i tagli alle rivalutazioni, il governo incasserà circa 10 miliardi di euro, nel corso dei tre anni 2023-2025. La volontà del Governo di aumentare le pensioni, minime e non, resta ma, per il momento, Duringon resta vago perché non gli piace sparare cifre a caso, tutto dipenderà da quante risorse si riuscirà a reperire. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.

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