Matteo Cambi: ‘Con Margherita di spine mi rimetto in discussione’ [INTERVISTA]

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Matteo Cambi, dopo l’esperienza a L’Isola dei Famosi 11, torna in pubblico con Margherita di spine, la sua autobiografia, in cui racconta gli anni dell’ascesa con il marchio da lui fondato, Guru, e della caduta che lo ha visto finire nel tunnel della droga, prima, e in carcere, poi. NanoPress ha intervistato Cambi proprio in occasione della presentazione del libro, edito da Mondadori e scritto insieme a Gabriele Parpiglia. Margherita di spine è disponibile su Amazon!

Sono molti i personaggi celebri che, a un certo punto della propria carriera, decidono di raccontarsi. Pochi quelli che lo fanno veramente. Margherita di spine è un diario-confessione in cui Matteo Cambi si mette a nudo, senza censure, e racconta aspetti positivi, ma soprattutto negativi, di una vita vissuta al massimo, anzi all’eccesso. E come spesso accade, quando si arriva velocemente alla vetta, altrettanto velocemente si perde l’equilibrio e si rischia di cadere.

Margherita di spine racconta proprio questo: i passi falsi che si possono commettere quando gli eventi si susseguono inarrestabili e si viene risucchiati da un frullatore che ti stritola e ti fa a brandelli; ma è anche la storia di un uomo che si è salvato, si è rialzato e ora si rimette in pista, facendo mea culpa, in primis con se stesso, e prendendosi in giro.

‘Non ero abbastanza maturo per quel mondo’, dice Cambi durante la presentazione e queste parole sintetizzano perfettamente le 235 pagine che compongono il racconto. ‘Volete sapere com’è il mondo dello spettacolo? Leggete il libro’, aggiunge Gabriele Parpiglia. Ed è così: il mondo patinato che il giorno prima ti ha osannato è lo stesso mondo che, quando cadi e non sei più utile, ti abbandona. Esattamente come spesso accade anche in quello reale.

Un racconto crudo, diretto, senza edulcoranti. L’uso e l’abuso di cocaina diventano la sua condanna. Il bisogno di emergere e di essere riconosciuto il leitmotiv. La voglia di rimettersi in gioco il riscatto. Riscatto che oggi ottiene anche grazie alla sua partecipazione a L’Isola dei Famosi 11, da cui, però, si è ritirato poco dopo l’arrivo in Honduras.

E’ d’uopo sottolineare che Margherita di spine non è soltanto il racconto triste di un ragazzo di buona famiglia colpito dalla notorietà improvvisa e smarritosi tra le piste di cocaina. E’ anche un formidabile affresco sulla televisione e sul mondo dello spettacolo in generale degli anni Duemila. La forza narrativa del libro sta nella scelta precisa di Cambi di raccontare luci e ombre del suo percorso senza palliativi, di riconoscere i propri sbagli e cominciare un nuovo percorso.

Di seguito le dichiarazioni di Matteo Cambi a NanoPress.

In Margherita di spine ti racconti senza censure. Temi il pregiudizio?
Sì, temo un po’ il pregiudizio, però so che può essere parte di una storia, di chi si mette in discussione, di chi decide di raccontare un’esperienza dai tratti così veri e che tocca tanti aspetti, dalla cronaca rosa alla cronaca nera.

Cosa ti manca del mondo che hai sognato, vissuto e che ti ha abbandonato?
Mi mancano forse alcune cose che avevo, alcune situazioni che mi permettevano di vivere una vita più agiata. Non dico l’aereo privato, ma sicuramente ero arrivato a livelli in cui la vita non aveva confini, non aveva limiti. All’inizio ho subito il contraccolpo: son tornato a non avere più nulla, senza un passaggio intermedio, veramente dalle stelle alle stalle.

Durante la stesura del libro c’è qualcosa che hai deciso di lasciare per te?
Sicuramente non ho raccontato tutto perché qualcosa doveva essere tenuto per me. Tutto non si può sempre dire, però ho cercato di mettermi veramente a nudo e di raccontare la storia nel modo più reale e più leale che ci poteva essere.

Nel libro non ti fai sconti. Avere un vissuto così forte può servire? Sei contento di quello che ti è successo?
Sì, sicuramente quello che mi è successo mi ha rafforzato e permesso di raccontare in maniera così dettagliata, senza starci male più di tanto, dandomi anche del cogl***e in tanti capitoli di questo libro. Probabilmente è stato un passaggio che ho maturato in questi anni. Prima sarebbe stato un po’ prematuro scrivere.

Sei pentito del ritiro dall’Isola?
Continuo a essere contento della mia scelta, non ho mai avuto un momento di ripensamento. Dico solo che poteva avere un aspetto e un risultato diversi se magari fossi stato messo nell’altra isola perché i contenuti per cui ero partito e le situazioni che volevo trasmettere lì potevano essere più forti, però alla fine è andata così. Non mi trovavo nella situazione corretta, mi sentivo umiliato. Ero in difficoltà nei confronti della mia famiglia, verso me stesso, e questo ha fatto sì che i miei contenuti non uscissero; mi sono chiuso e per me non aveva più senso restare lì.

Chi ha le carte giuste per vincere?
Faccio il tifo per Fragomeni, penso che possa avere le caratteristiche per vincere. E’ un amico, sicuramente una persona che mi ricorderò perché in quel periodo (in Honduras, ndr) è stato molto importante per me, abbiamo legato tanto, quindi faccio il tifo per lui.

Strizzi l’occhio al mondo dello spettacolo?
Perché no, è una possibilità, un’opportunità di lavoro, come doveva essere L’Isola. Oggi sarò più cinico e più deciso su quello che mi viene proposto perché devo essere convinto delle scelte che prendo.

Matteo Cambi da grande cosa farà?
Da grande Matteo vorrà fare ancora l’imprenditore.

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