L’Autorità Palestinese ha interrotto il coordinamento della Sicurezza con Israele dopo gli attacchi in Cisgiordania

Dopo gli attacchi di Israele in Cisgiordania avvenuti nella giornata odierna l’Autorità Palestinese ha annunciato giovedì sera di aver preso delle decisioni e ha così annunciato dopo una riunione d’emergenza le scelte prese di comune accordo con la leadership. L’AP ha deciso di interrompere il coordinamento della sicurezza con Israele.

Forse militari in Cisgiordania
Forse militari in Cisgiordania – Nanopress .it

La riunione di emergenza della leadership palestinese si è tenuta a Ramallah per discutere le mosse da adottare dopo l’operazione militare israeliana che ha colpito il campo profughi di Jenin. Una rappresaglia che ha provocato la morte di civili tra cui un’anziana signora.

Nel 2020 la PA ha preso una decisione simile, ma dopo cinque mesi ha fatto marcia indietro. Negli ultimi anni le pressioni da parte di alcune istituzioni palestinesi hanno spinto perché venisse interrotto il patto di sicurezza con Israele.

L’escalation militare degli ultimi mesi ha alzato ulteriore nervosismo e il nuovo governo israeliano di Netanyahu che ha, al suo interno, esponenti di estrema destra ha già indicato chiaramente la propria posizione.

Le autorità internazionali hanno manifestato il loro malcontento ma mai quando le istituzioni islamiche che sono state, ripetutamente, provocate di recente per esempio dal ministro Ben Gvir che ha deciso di andare alla Spianata delle moschee nonostante il divieto vigente e ha proposto di cambiare lo status Quo del luogo sacro per i musulmani

La reazione dell’Autorità Palestinese ai raid israeliani in Cisgiordania

Dopo il raid avvenuto nella giornata di ieri, che ha colpito la Cisgiordania e ha preso di mira il campo profughi di Jenin l’autorità Palestinese ha deciso di prendere delle misure dopo aver indetto una riunione di sicurezza.

Il portavoce presidenziale dell’AP ha accusato Israele di aver “commesso un massacro” e ha poi specificato che: “Il coordinamento della sicurezza con il  governo di occupazione israeliano non esiste più al momento”.

Ha spiegato inoltre che più di 30 palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane dall’inizio di gennaio.

Abu Rudaineh ha ringraziato i membri delle forze di sicurezza palestinesi per le loro “posizioni onorevoli nella difesa dell’impresa nazionale palestinese e degli interessi dei palestinesi“. Ha elogiato anche i palestinesi coinvolti nella “resistenza popolare” contro Israele e il “terrorismo dei coloni“.

La leadership palestinese ha anche deciso di:  “chiedere al Consiglio di sicurezza Onu di fornire protezione internazionale ai palestinesi“. Abu Rudaineh Inoltre ha deciso di chiedere alla Corte penale internazionale di aggiungere il “fascicolo del massacro perpetrato da Israele a Jenin ai precedenti casi che sono stati sottoposti alla corte”.

Il presidente dell’AP Mahmoud Abbas ha invitato tutte le fazioni palestinesi a incontrarsi per raggiungere un accordo su una “visione nazionale globale e unità per affrontare l’aggressione israeliana”.

Abbas aveva organizzato tre giorni di lutto per l’uccisione dei palestinesi durante un’operazione militare israeliana nel campo profughi di Jenin.

In alcune zone della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, i cittadini palestinesi sono scesi in piazza per protestare contro il “massacro” israeliano mentre in diverse città e paesi è stato adottato uno sciopero generale.

Diversi gruppi terroristici palestinesi, nel mentre, hanno minacciato di vendicare l’attacco dei palestinesi nel campo.

Abbas ha dovuto affrontare crescenti tensioni per fermare il coordinamento della sicurezza con Israele, specialmente dopo la dura operazione antiterrorismo delle forze di sicurezza israeliane di giovedì mattina.

Il funzionario ha fortemente criticato l’amministrazione statunitense e l’ha accusata di non essere riuscita a “impedire al nuovo governo estremista in Israele di perpetrare massacri contro i palestinesi”.

Abu Rudaineh e diversi funzionari palestinesi hanno denunciato che a loro avviso la comunità internazionale per aver taciuto sul “massacro” israeliano nel campo di Jenin.

Le autorità palestinesi hanno rivelato:  “L’impotenza e il silenzio internazionali sono ciò che incoraggia il governo di occupazione a commettere massacri contro il nostro popolo. Il nostro popolo rimarrà saldo e non rinuncerà a Gerusalemme e ai luoghi santi, indipendentemente dai crimini e dai massacri commessi dalle forze di occupazione”.

Il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh ha chiesto “un’azione internazionale urgente per fermare i massacri e l’aggressione israeliani”.

Shtayyeh ha affermato che l’operazione militare nel campo di Jenin non scoraggerà i palestinesi dal proseguire la loro “lotta per ottenere i propri diritti”. Ha aggiunto che la comunità internazionale deve rispondere alle ultime pratiche israeliane imponendo: misure punitive contro coloro che continuano a commettere crimini contro il popolo palestinese indifeso”.

La Palestina ha affermato che il nuovo governo israeliano sta cercando di trovare una soluzione alla “crisi interna che sta affrontando, ed è per questo che i palestinesi ne stanno pagando il prezzo con il loro sangue e la loro sofferenza”.

La scelta di interrompere il coordinamento di sicurezza

Rawhi Fattouh, presidente del Consiglio nazionale palestinese, l’organo legislativo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, ha accusato il governo di Netanyahu di aver commesso un “crimine e un massacro atroci, crimini e massacri”. 

Ha accusato la comunità internazionale dinon aver preso alcuna misura per frenare il governo fascista israeliano”. Ha chiesto ufficialmente di perseguire i funzionari del governo israeliano e ufficiali e soldati dell’IDF davanti a tribunali internazionali per presunti crimini di guerra contro i palestinesi.”

La fazione al governo di Fatah, guidata da Mahmoud Abbas, ha spinto i palestinesi ad “affrontare l’occupazione e la sua barbara aggressione“. La fazione ha anche criticato la comunità internazionale per non aver preso “misure sostanziali” contro Israele.

Saleh Arouri, vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas, ha affermato in una dichiarazione che Israele “pagherà il prezzo del massacro commesso a Jenin e nel suo campo profughi”.

Arouri ha precisato:La volontà del popolo palestinese è più forte dei crimini dell’occupazione” esortando i palestinesi a reagire contro Israele “con tutti i mezzi disponibili”.

L’organizzazione della Jihad Islamica in Palestina, che ha nel territorio una forte presenza militare così come all’interno del campo profughi di Jenin, ha affermato che:  “l’operazione israeliana non scoraggerà i suoi membri dal perseguire la via della jihad e della resistenza”.

L’organizzazione ha anche precisato che i suoi uomini erano pronti per un altro scontro con Israele.

L’Assistente Segretario di Stato per gli Affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf, ha criticato la scelta palestinese di interrompere il coordinamento della sicurezza con Israele. “Siamo in stretto contatto con alti funzionari dell’Autorità Palestinese. Ovviamente, non pensiamo che questo sia il passo giusto da fare in questo momento. Riteniamo sia piuttosto importante che le parti mantengano e, semmai, approfondiscano il coordinamento della sicurezza. E ovviamente continueremo a parlare con l’Autorità Palestinese e con i funzionari israeliani fino al nostro arrivo sul campo tra un paio di giorni”.

Le autorità palestinesi spiegano che hanno lavorato incessantemente con la comunicazione e con lo scopo di capire esattamente l’accaduto e per coordinarsi in modo da ridurre l’escalation e militare tra Israele e Palestina.

Ha inoltre sottolineato che:Abbiamo lavorato ai telefoni sin da stamattina presto per capire cosa si sta sviluppando, cosa è successo e per sollecitare la riduzione dell’escalation e il coordinamento tra le forze di sicurezza israeliane e palestinesi. Siamo preoccupati, ovviamente, per un paio di cose. Uno, sappiamo che ci sono state vittime civili, il che è abbastanza deplorevole. E poi, ovviamente, c’è la possibilità che le cose peggiorino in termini di sicurezza. Ma questa mattina siamo in stretto contatto con i nostri diplomatici e addetti alla sicurezza sul campo con l’ambasciatore Nides diverse volte e sono stato in contatto con funzionari israeliani e palestinesi.”

Striscia di Gaza bombardata
Striscia di Gaza, bombardamenti – Nanopress.it

Concludendo che : “Siamo preoccupati, ovviamente, per un paio di cose. Uno, sappiamo che ci sono state vittime civili, il che è abbastanza deplorevole. E poi, ovviamente, c’è la possibilità che le cose peggiorino in termini di sicurezza. Ma questa mattina siamo in stretto contatto con i nostri diplomatici e addetti alla sicurezza sul campo con l’ambasciatore Nides diverse volte e sono stato in contatto con funzionari israeliani e palestinesi. Stiamo sollecitando la riduzione del contrasto”.

 

 

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