La storia di Cristian Zozzoli, morto a 10 anni dopo un trapianto di cuore

Il cuore di Cristian Zozzoli si è fermato per sempre. Un bambino di 10 anni che ha lottato con tutte le sue forze per vivere, ma purtroppo dopo aver subito un trapianto di cuore sono sorte delle complicazioni e una terribile infiammazione ha aggravato le sue condizioni di salute sino a portarlo alla morte.

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Il bambino da circa 19 giorni stava combattendo contro una endocardite presso l’ospedale di Padova. Frequentava la prima media dell’educandato Uccellis e la sua più grande passione era il Karate.

La storia di Cristian Zozzoli

I suoi genitori, mamma Arianna e papà Rudy, i suoi parenti e gli amici più cari lo ricordano per il suo sorriso e per la sua voglia di vivere, ma purtroppo per Cristian Zozzoli, la vita si è fermata a soli 10 anni.

Da 19 giorni, infatti, lottava contro una endocardite, una infiammazione che ha colpito le pareti interne delle cavità e delle valvole cardiache, sopraggiunta dopo un trapianto al cuore.

Ricoverato presso l’ospedale di Padova, originario di Udine, frequentava la prima media dell’educandato Uccellis. I familiari non hanno ancora comunicato la data dei funerali.

Il ricordo del maestro di Karate

Il piccolo Cristian, morto a 10 anni a causa di una endocardite nella giornata di ieri, ha lasciato non solo i genitori nello sconforto più totale ma anche tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Il suo maestro di Karate ha voluto ricordarlo come il più bello tra gli angeli, sempre sorridente e con una forza d’animo impressionante.

“lui ci provava e non si tirava mai indietro era un vero karateka che ci ha lasciato troppo presto”.

Queste le parole del suo maestro, Alfonso, che ha condiviso nella pagina Facebook della palestra Okinawa Fight, dove il bambino si allenava. Cristian è stato descritto come un ragazzino giudizioso, sempre pronto a tutto, con la voglia di mettersi in gioco, indipendentemente dell’esito finale.

Lui non si tirava mai indietro, in nessuna circostanza, affrontava tutto sempre con il sorriso, lo stesso che ha portato in sala operatoria quando ha affrontato il trapianto di cuore che doveva salvargli la vita.

Lo stesso sorriso che negli ultimi 20 giorni ha portato con se, fino all’ultimo, combattendo contro la brutta infiammazione che non gli ha lasciato scampo.

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