In Israele è scoppiato il caos per strada a causa della riforma della giustizia

Domenica notte e lunedì mattina, 27-28 Marzo, migliaia di israeliani hanno deciso di rivoltarsi contro la decisione del primo ministro Netanyahu che ha deciso ieri sera di licenziare il ministro della Difesa Gallant, a seguito del suo sollecito a fermare la riforma giudiziaria di Israele.

Netanyahu
Netanyahu – Nanopress.it

Il ministro della difesa sabato sera ha sollecitato l’interruzione del disegno di legge in discussione, che va a riformare il sistema giudiziario israeliano e questi a causa delle troppe problematiche emerse e del caos sociale ma un particolar modo ha preoccupato l’adesione allo sciopero nazionale dei riservisti e il settore della sicurezza israeliana ne risente.

Questo è derivato dal fatto che anche numerosissimi riservisti militari si sono uniti alle proteste dell’opposizione e in appoggio al popoli per cercare di intervenire e fermare il processo legislativo.

Quello che mostra Israele in questo momento è un quadro davvero preoccupante che vede una nazione spaccata da una crisi politica interna e soprattutto anche sociale è una pressione internazionale dovuta ai continui attacchi che le forze di sicurezza israeliane attuano nei confronti di quelli che ritengono terroristi palestinesi ma vanno a danneggiare anche tutto il contorno ovvero la vita e gli averi dei cittadini palestinesi che non hanno nulla a che fare con le fazioni ribelli islamiche e pertanto il malcontento  Ehi sei andato via via intensificando fino ad arrivare alla situazione attuale che ha fatto preoccupare la comunità internazionale in merito ad una terza possibile intifada palestinese.

Violente manifestazioni dopo il licenziamento di Gallant e ora è caos totale 

Nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 Marzo  Israele è stata teatro di violenti scontri tra i manifestanti e le forze di polizia israeliane dato che migliaia di cittadini, che avevano appena protestato e annunciato una Settimana di Paralisi a Israele per cercare di fare il tutto e per tutto nell’ultima settimana dove la riforma giudiziaria dovrebbe essere attuata, si è appreso della decisione inaspettata del primo ministro Netanyahu.

Il premier ha deciso di licenziare il ministro della Difesa Gallant a seguito del suo appello che chiedeva di sospendere la riforma giudiziaria in quanto mette in pericolo, alla luce degli ultimi eventi scaturiti dai manifestanti, la sicurezza di Israele ma non solo.

A suo avviso l’ingente numero di riservisti che sta aumentando di un’ora in ora che ha scelto di manifestare il sostegno al popolo non presentandosi agli addestramenti o non prestando più servizio mettono a rischio Israele che è più appetibile per i nemici della Nazione.

I cittadini in protesta si sono riversati sull’autostrada Ayalon  e sono nati scontri diretti con le forze dell’ordine israeliane che anno comunque deciso di disperderli.

Proteste a Tel Aviv
Proteste a Tel Aviv – Nanopress.it

Questo è successo nella mattinata di lunedì, dato che dalla notte i cittadini non hanno mai abbandonato la protesta e migliaia di manifestanti hanno interrotto il traffico a Tel Aviv, bruciando pneumatici posizionando ferri sulla strada e costruendo barriere in modo da impedire di oltrepassare l’incrocio di Kaplan e Ayalon Highway e le informazioni pervengono direttamente da una dichiarazione della polizia. Si apprende inoltre che negli scontri sono rimasti feriti tre poliziotti israeliani.

Sembra che nella maggior parte del tempo le forze di polizia non siano state presenti direttamente all’interno della scena ma che abbiano piuttosto protetto il perimetro della manifestazione  consentendo così lo svolgimento della stessa.

L’autostrada è stata bloccata in entrambe le direzioni dopo che sono stati appiccati decine di falò in mezzo alla strada.

Gli ingorghi nati a causa della protesta hanno provocato poi la chiusura di diverse strade per evitare blocchi di ora ad automobilisti in strada.  dopo 5 ore sono stati impiegati i cannoni ad acqua unità a cavallo e altre misure di dispersione antisommossa per riuscire a rimuovere i cittadini che avevano bloccato la strada.

I cittadini israeliani però non si sono dati per vinti ed hanno colpito la polizia con oggetti come bottiglie pietre bandiera ed hanno ferito tre agenti in questa circostanza.

 

La deputata laburista la Azimi e il suo team erano presenti tra i manifestanti israeliani e in seguito lei stessa ha affermato che i suoi consiglieri sono stati picchiati dagli agenti di polizia e colpiti col cannoni d’acqua definendo quella vista come “violenza estrema“.

Altri manifestanti si sono ritrovati in via azza a Gerusalemme dove si trova l’abitazione ufficiale del primo ministro d’israele. Per arrivare sul posto i manifestanti hanno dovuto violare le misure di sicurezza per poi essere fermati dalle forze dell’ordine e ovviamente sono scoppiati scontri, dove è stato necessario l’utilizzo dei cannoni ad acqua per convincere i manifestanti abbandonare l’abitazione del primo ministro.

La popolazione in protesta si è poi riversata davanti alla Knesset mentre era ancora in corso la discussione che è stata poi rinviata a causa della tensione all’esterno.

È stato acceso un falò anche avanti alla Knesset e si è notato chiaramente che la polizia non ho attuato violenza per disperdere la protesta.

A Modi’in i cittadini in protesta si sono radunati all’incrocio di Shilat e hanno successivamente bloccato il traffico, si sono sviluppati diversi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Circa 2500 manifestanti si sono riversati nella città di aifa bloccando l’incrocio di Horev.

Altri 2000 manifestanti si sono radunati nella città di Beersheba e hanno acceso un fuoco al suo ingresso. Sono stati segnalati diversi problemi tra cittadini e forze dell’ordine e un uomo è stato arrestato con l’accusa di aver investito un manifestante durante la manifestazione lunedì mattina presto. Il cittadino è rimasto lievemente ferito ed è stato trasportato all’ospedale di Hillel Yaffe di Hadera.

La popolazione sia concentrata nella mattinata di lunedì 27 Marzo all’esterno delle abitazioni dei politici.

Circa 300 persone si sono radunate all’esterno della casa di Gallant, per manifestare la loro solidarietà al politico che ha subito recentemente il licenziamento da parte di Netanyahu e le informazioni sono riferite dalla rete Ynet.

Domenica mattina i riservisti di Brothers in ARM hanno deciso di protestare vicino all’abitazione del ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir  e hanno affisso cartelli con le scritte stop confine avanti, entrata in una dittatura  e sono stati arrestati due manifestanti mentre tentavano di fare irruzione nell’abitazione.

I manifestanti si sono organizzati e riversati anche all’esterno dell’abitazione del ministro dell’agricoltura Avi Dichter  e anche davanti a casa del ministro del turismo  Katz.

Non è stato escluso dalla manifestazione anche il ministro degli affari della diaspora Amichai Chikli e  anche l’abitazione del parlamentare del Likud Danny è stata circondata. Circa 2.000 manifestanti si sono radunati anche davanti alla residenza di  Gila Gamliel del likud.

Altre decine di cittadini rivoltosi sono riversati all’esterno della casa del ministro dell’Economia a Gerusalemme dove ho un manifestante è stato arrestato dopo che la polizia ha dichiarato illegale la protesta.

 

Gli organizzatori della protesta hanno precisato che: “Il primo ministro e Nir Barkat stanno scegliendo di ignorare gli avvertimenti del sistema di sicurezza e degli economisti”.

È stata presa di mira anche da circa 300 manifestanti la casa del deputato Edelstein situata a Herzliya Pituah. Qui cittadini hanno dichiarato di essere venuti in aiuto a Edelstein per prendere la decisione giusta, dato che è emerso che ha espresso parere favorevole in merito all’appello di Gallant di fermare la legislazione per la sicurezza di Israele.

I manifestanti hanno preso di mira anche la casa della presidente della Knesset Amir Ohana dove sono stati appesi i cartelli con la scritta:  “tutto ciò che hai e grazie all’Alta Corte di giustizia.”

La reazione alla protesta violenta in atto ad Israele

Fino a poche ore fa sembrava che il primo ministro Netanyahu volesse nonostante tutto procedere con il disegno di legge sulla riforma finanziaria che getta Israele e la sua democrazia nelle mani dell’ambito politico che avrebbe il potere sulle nomine dei giudici e limiterebbe notevolmente la possibilità di giudicare dell’alta Corte privandola della sua imparzialità.

Sembra però che proprio in queste ora di lunedì mattina il a premier israeliano parlerà alla nazione e nella dichiarazione sembra che possa fermare alla luce dei fatti anche nella notte passata la riforma giudiziaria, almeno momentaneamente.

L’emittente Kan ha precisato che a seguito delle proteste violente la riforma dovrebbe essere congelata anche a seguito del discorso del presidente Herzog.

Presidente Israele Herzog
Herzog – Nanopress.it

Il capo di Stato Herzog ha pronunciato queste parole di Israele ha pronunciato queste parole: “Stasera abbiamo assistito a scene molto difficili. Mi rivolgo al primo ministro, al governo e ai membri della coalizione: le emozioni sono difficili e dolorose. L’ansia profonda sta travolgendo la gente. La sicurezza, l’economia, la società, tutto è minacciato, gli occhi di tutto il popolo d’Israele sono rivolti a te.”

Sottolineando poi: “Per il bene dell’unità del popolo di Israele, per il bene della responsabilità, vi chiedo di fermare immediatamente la legislazione. Mi rivolgo a tutti i leader del partito alla Knesset, coalizione e opposizione come una cosa sola, mettete i cittadini di la nazione sopra ogni altra cosa e comportarsi in modo responsabile e coraggioso senza ulteriori indugi”.

Nelle notizie di lunedì mattina emerge anche che l’avvocato del primo ministro Netanyahu, Boaz Ben-Zur ha comunicato che non continuerà a rappresentare il premier nel caso in cui la riforma giudiziaria prosegua nel percorso e la notizia è stata rivelata da Walla.

Ben-Zur non sarà più rappresentante di Netanyahu nel suo processo nel momento in cui la riforma sarà attuata.

Il presidente dell’agenzia ebraica  Doron Almog ha voluto precisare che:Israele si trova in uno stato di emergenza nazionale senza precedenti. Una spaccatura sociale che si intensifica e una crescente minaccia alla sicurezza intorno a noi. L’unità del nostro popolo è più importante di qualsiasi legislazione. Tale legislazione dovrebbe cessare immediatamente.”

Ha concluso poi spiegando che: “Dobbiamo presentarci come un’unica nazione per il 75° anno di indipendenza di Israele come stato ebraico, democratico, libero e liberale.”

Nonostante la situazione politica sia qualcosa di inedito e che ha fratturato completamente  Israele le forze di sicurezza israeliane non hanno intenzione di lasciar perdere, neppure in questo momento di tensione, la lotta al terrorismo islamico e hanno attuato nella notte degli attacchi catalogati sotto la ormai nota missione break the wave.

È uno scontro a fuoco è scoppiato tra le forze di sicurezza israeliane e dei palestinesi  armati durante un’operazione al campo profughi di askar vicino a nablus.

I media palestinesi riportano la notizia lunedì mattina 27 lunedì mattina 27 Marzo e sembra che lo scontro sia stato a seguito di una rappresaglia israeliana all’interno di una casa attribuita al terrorista Abd al-Fattah Harusha, il quale ha sparato e ucciso i fratelli Hallel e Yagel Yaniv in un attacco a Huwara avvenuto circa un mese fa.

Lo Shin bet e l’IDF assieme alla polizia di frontiera hanno catturato domenica dieci presunti terroristi in Cisgiordania.  I sospetti sono attualmente sotto interrogatorio e non si hanno ulteriori notizie in merito.

L’annuncio della sospensione della revisione giudiziaria israeliana dovrebbe arrivare a momenti stando alle fonti vicine alla Knesset che hanno parlato coi media locali. Ma nel mentre si apprende che il partito sionista  Religioso ha comunicato la sua posizione in una nota ufficiale spiegando che: “Dopo un lungo dibattito, la nostra posizione è che non dobbiamo fermare la legislazione in alcun modo. Fermare la legislazione è una resa alla violenza, all’anarchia, al rifiuto degli ordini e alla tirannia della minoranza. Siamo stati disposti a parlare, scendere a compromessi e concordare per tutto il tempo, ma non sotto la minaccia di una rivoluzione sulla democrazia israeliana”.

Anche il ministro Ben Gvir ha precisato la sua posizione dichiarando: “Non dobbiamo fermare la riforma del sistema giudiziario e non dobbiamo cedere all’anarchia“.

La dichiarazione pubblica fissata per le 10 del primo ministro Netanyahu è slittata a causa delle notizie secondo le quali i ministri di estrema destra sono insorti minacciando di ritirarsi dalla coalizione se il premier decide ufficialmente di ritirare la revisione giudiziaria.

Un momento di caos politico importantissimo che sta facendo precipitare Israele nella peggior crisi degli ultimi anni e come anticipato dal presidente  di Israele Herzog la nazione è sull’orlo diona guerra civile.

Proteste anti governo Netanyahu
Proteste a Israele contro il governo Netanyahu – Nanopress.it

Sembra che in mezzo alla tensione scaturita dalla sua possibile scelta di congelare la manovra legislativa non abbia avuto il tempo materiale per effettuare l’annuncio del congelamento e Channel 12 riporta che,a seguito dell’intenzione di Netanyahu, il ministro della sicurezza nazionale, ha minacciato di lasciare la coalizione durante la riunione dei capistazione.

Alcuni legislatori del Likud hanno dichiarato al sito Walla che Levin sta facendo numerose pressioni beh sul ministero delle finanze smotrich e benji fiere affinché non venga effettivamente congelata la riforma in atto.

Il rappresentante del Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman ha spiegato francamente che spererebbe nella rinuncia del primo ministro Netanyahu, ovvero nelle sue dimissioni insieme alla richiesta di fermare la revisione e che il partito Likud dovrebbe trovare a questo punto un nuovo leader.

Liberman ha scritto sui social riferendosi a Levin: “Si scopre che funziona. Nessun dittatore è in grado di resistere a una protesta pubblica ampia e giusta che comprenda tutte le parti della popolazione. Spero che oltre all’arresto della legislazione, sentiremo parlare delle dimissioni del primo ministro e del ministro della giustizia”,

Precisando che: “In caso contrario, invito i miei amici del Likud, a beneficio dello Stato di Israele, a cacciare Netanyahu e formare una nuova coalizione composta dai partiti sionisti, con il primo ministro proveniente dai ranghi del Likud“.

A causa di questa crisi interna e internazionale la moneta israeliana ha raggiunto minimi storici rispetto al dollaro USA ma il fatto che il ministro Netanyahu possa essere pronto a interrompere la riforma a generato un crescere delle azioni che sono aumentate in modo cauto ma comunque hanno risentito del possibile stop della revisione giudiziaria.

Il leader del sindacato dei lavoratori dell’aeroporto ben gurion di Tel Aviv ha annunciato il blocco immediato delle partenze pochi minuti dopo che il capo dell’Histadrut ha riferito di uno “storico” sciopero dei lavoratori nel tentativo di “fermare la follia” della controversa riforma giudiziaria del governo.

Pinchas Idan ha precisato: “Ho ordinato l’immediata sospensione dei decolli all’aeroporto”.

Bar-David ha spiegato che lo sciopero continuerà fino al momento in cui non verrà presa la decisione di fermare la riforma giudiziaria tanto contestata.

Lapid
Lapid, leader dell’opposizione israeliana – Nanopress.it

Il primo ministro Netanyahu ha recentemente informato gli alleati della sua collezione di governo in merito alla decisione di interrompere la riforma giudiziaria alla luce delle cose avvenute fino adesso e alle proteste riaccese nuovamente all’esterno della Knesset. La notizia emersa dall’emittente  pubblica Kan che sta riferendo notizie in merito alla riunione in corso.  Secondo la rete il principale ideatore e ideologo della riforma ovvero levin ha capito è riconosciuto che: “non c’è altra scelta”.

A questo punto sembra che lo scoglio principale alla sospensione congelamento della riforma legislativa giudiziaria sia il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir.

Si tratta di uno dei membri più a destra del gabinetto del presidente e che minaccia di far cadere il governo in caso di congelamento della riforma giudiziaria ha difatti annunciato l’intenzione di dimettersi ma ha assicurato che sosterrà l’esecutivo dall’esterno.

 

 

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