Giornata mondiale dell’acqua, campi e risaie a rischio

Elaborando i dati dell’Osservatorio Siccità del CNR-IBE, Greenpeace ha lanciato l’allarme siccità in Italia, nella Giornata mondiale dell’acqua.

Giornata mondiale dell'acqua
Giornata mondiale dell’acqua – Nanopress.it

Questa ricade proprio oggi e stando alle rilevazioni, nel nostro Paese il 38% delle risaie e dei campi coltivati è affetto da siccità estrema, la stessa di cui in realtà sentiamo parlare da tempo in merito all’anno 2022, uno dei peggiori di sempre. Da maggio scorso in effetti le temperature hanno iniziato a superare la soglia media stagionale e le amministrazioni comunali, a causa delle piogge esigue, hanno dovuto prendere provvedimenti razionando la poca risorsa idrica disponibile. La situazione non è poi migliorata nei mesi successivi, dove i cambiamenti climatici hanno portato alluvioni e frane. Questa la panoramica dell’anno scorso, vediamo la situazione attuale, che preoccupa molto gli esperti.

Giornata mondiale dell’acqua

Oggi ricorre la Giornata mondiale dell’acqua e, negli ultimi tempi specialmente, abbiamo visto come questa risorsa sia preziosissima per il nostro ambiente perché la sua mancanza porta alla rovina delle colture irrigue, specialmente le risaie a cui ne serve in abbondanza.

Simboli di questa carestia di acqua sono le immagini dei fiumi in secca, come il Po, dal quale dipendono la maggior parte dei campi coltivati del Nord Italia e che da tempo si trova sotto i livelli minimi.

La siccità che sta interessando la penisola è stata documentata oggi da Greenpeace, focalizzandosi sui dati raccolti dall’Osservatorio Siccità del CNR-IBE, i quali dimostrano che la percentuale di colture a rischio è salita all’80%.

Greenpeace ha proposto un programma con alcuni provvedimenti per contrastare la carenza idrica, questo poi è stato sottoposto all’attenzione di Giorgia Meloni, che questo pomeriggio riunirà una cabina di regia a Palazzo Chigi, per parlare di questo argomento.

Tutti i grandi bacini del Po sono ai minimi storici e da mesi anche le acque superficiali, risorsa fondamentale per l’irrigazione, sono in estrema sofferenza. Il Po e i grandi laghi del suo Bacino nutrono la maggior parte dei campi coltivati settentrionali e al momento ha un volume di riempimento pari a un quinto della capienza, non si verificavano tali dati da 80 anni ed è facile capire che i corsi d’acqua meno imponenti soffrono ancora di più se già ad essere in condizioni critiche è il fiume più lungo d’Italia.

Le cause

Cosa causa la siccità? Sicuramente un ruolo importante è giocato dalla mancanza di piogge significative che possano davvero penetrare il terreno e non eroderlo solo superficialmente senza dissetarlo, ma anche dall’assenza di una buona quantità di neve sulle nostre montagne, principale fonte di acqua.

Siccità
Siccità – Nanopress.it

C’è poi l’importante tema del cambiamento climatico che fa registrare fenomeni naturali estremi come le alluvioni. Ramona Magno, coordinatrice scientifica dell’Osservatorio Siccità, ha spiegato che c’è bisogno di un cambiamento radicale altrimenti saranno colpite anche le coltivazioni orticole estive.

“probabilmente si dovranno ripensare alcune tipologie di colture o usare varietà resistenti alla siccità. turnazioni irrigue più rigorose potrebbero diventare la normalità e i comuni forse torneranno a razionare l’acqua come la scorsa estate”.

I dati evidenziano che i fenomeni meteorologici estremi stanno peggiorando e questi non fanno di certo bene alle coltivazioni, da qui l’allarme lanciato da Greenpeace e l’invito al governo di iniziare concretamente a fronteggiare la siccità adottando politiche ambiziose che ci liberino dalla dipendenza da petrolio, carbone e gas, riducendo quindi l’emissione dei gas serra e stoppando i dannosi cambiamenti climatici.

Allo stesso tempo è importante anche modificare il sistema agricolo, intervenendo sulla superficie dedicata alle colture che maggiormente sono dipendenti dall’acqua.

Nella Giornata mondiale dell’acqua è fondamentale sensibilizzare tutti a un minore spreco della stessa e quindi a un uso più responsabile.

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