È morta Lucy Salani, l’unica transgender italiana sopravvissuta ai lager nazisti

All’età di 98 anni si è spenta Lucy Salani, unica transgender italiana sopravvissuta ai lager nazisti. Sottrattasi all’obbligo del servizio militare, sia nell’esercito fascista sia in quello nazista, nel 1944 è stata deportata nel campo di concentramento di Dachau. Attorno alla metà degli anni ’80, a Londra, si era sottoposta ad un’operazione di riattribuzione del sesso.

Lucy Salani
Lucy Salani – Nanopress.it

È morta questa mattina, a quasi 99 anni, Lucy Salani, unica transgender italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.
A renderlo noto è il fondatore della comunità Lgbtg “I sentinelli” di Milano, Luca Paladini, nonché Consigliere regionale della Lombardia.

Le origini

Nasce, come Luciano Salani, nel 1924 a Fossano, in un paese della provincia di Cuneo.
Cresce però a Bologna ove la famiglia aveva deciso di stabilirsi successivamente.
Costretto a tenere nascosta la propria omosessualità, vive un’adolescenza tormentata.
Rinnegato dai familiari in quanto “diverso”, conosce ben presto il senso del rifiuto.
Dichiaratosi omosessuale e dunque rifiutando di arruolarsi, nel 1944 Salani
viene deportato nel campo di sterminio di Dachau, in Germania, come disertore ove rimarrà per se mesi. Sarà liberato l’anno seguente con l’arrivo dell’esercito americano.

Lucy Salani in una foto tratta dal documentario di Gianni Amelio "Felice chi è diverso"
Lucy Salani in una foto tratta dal documentario di Gianni Amelio “Felice chi è diverso” – Nanopress.it

Dopo la Liberazione torna in Italia dove vive tra Roma e Torino, lavorando in alcune tappezzerie. La svolta per la sua vita arriva attorno alla metà degli anni ’80 quando si trasferisce a Londra e si sottopone ad un intervento di riattribuzione del sesso, senza però mai voler cambiare il suo nome nei registri dell’anagrafe. Fa rientro poi in Italia ove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita in Emilia, a Borgo Panigale. 

La scelta di non voler cambiare il suo nome di battesimo sui registri anagrafici renderà difficoltose alcune procedure burocratiche – e non solo – prima tra tutte la ricerca di una Rsa che la potesse accogliere.

La testimonianza

Lucy diventa nota al pubblico italiano nel corso del 2009 quando viene pubblicata la sua biografia “Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale”. Il compito di mettere nero su bianco la sua storia viene affidato alla penna di Gabriella Romano

Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho subito anche questo, ho preso le botte dei fascisti perché mi ero atteggiato da donna e per loro questo era inconcepibile” così aveva dichiarato Lucy in occasione della festa organizzata dall’associazione “I Sentinelli”.

In occasione del Giorno della memoria Arcigay e Arcilesbica Salani, relativamente all’Olocausto, ha dichiarato: “É impossibile dimenticare e perdonare”.

Ha proseguito raccontando che la necessità di mantenere vivo il ricordo del genocidio ha ceduto il passo alle angosce che la tormentavano e le hanno dato il coraggio di testimoniare affinché «la gente sappia cosa succedeva nei campi di concentramento perché non accada più». 

 

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