Crollo Marmolada, il climatologo: scarsa nevosità e alte temperature le cause scatenanti

Il crollo della Marmolada sarebbe stato causato, secondo il climatologo, principalmente dalle alte temperature e dalla scarsa nevosità.

Crollo Marmolada
Crollo Marmolada – Nanopress.it

Scarsa nevosità e alte temperature sarebbero state le cause scatenanti del crollo della Marmolada. Lo afferma Massimiliano Fazzini, climatologo ed esperto nivologo, nonché responsabile del Gruppo nazionale di studio sui cambiamenti climatici di Sigea. Fazzini ha spiegato, nel corso di una intervista ad AdnKronos, come si è svolta la tragedia che ha portato alla morte di 7 persone e al ferimento di 8.

Crollo Marmolada, le cause: alte temperature e scarsa nevosità

Alla base del crollo della Marmolada, ci sarebbero due specifiche cause: la penuria di precipitazioni nevose e le alte temperature che, da diverse settimane, stanno avvolgendo il paese in una morsa di calore estremo. A spiegare questi importanti dettagli sulla tragedia che ha provocato 7 morti e otto feriti è il climatologo Massimiliano Fazzini.

L’esperto, nel corso di una intervista rilasciata ad AdnKronos, ha spiegato che proprio questi cambiamenti climatici hanno inciso sui drammatici fatti che si sono svolti negli ultimi giorni.

Temperature particolarmente elevate nell’ultimo mese e mezzo, scarsa nevosità invernale e di conseguenza più rapido riscaldamento del ghiaccio che ha fuso e ceduto in maniera molto rapida“, ha spiegato il responsabile del Gruppo nazionale di studio sui cambiamenti climatici di Sigea.

soccorso alpino
Soccorso alpino – Nanopress.it

I cambiamenti climatici degli ultimi anni

La tragedia della Marmolada è avvenuta a causa del drastico cambiamento climatico che sta caratterizzando tutto il globo e che non fa sconti a nessun paese, Italia compresa.

Secondo il climatologo, la mancanza di neve ha caratterizzato anche l’inverno scorso, proprio a causa delle temperature che sono diventate sempre più elevate, “tanto che siamo arrivati dieci giorni fa senza neve stagionale al suolo anche alle quote più elevate”.

Il ghiaccio storico, pertanto, non viene protetto da temperature basse che dovrebbero caratterizzare le vette più alte, anche nelle stagioni calde, pertanto, tale ghiaccio assorbe il calore, riscaldandosi rapidamente, come sottolinea il climatologo. Fazzini sottolinea, però, che un evento simile “assolutamente non è prevedibile“.

Inoltre, fa un paragone anche con la situazione climatica di dieci anni fa che non era così pressante come quella attuale, anche se – già da più di trent’anni si parla, in generale, di elevato surriscaldamento globale. Il climatologo spiega che, al tempo, “non c’erano mai condizioni di temperature così elevate per un lungo periodo di tempo“, pertanto, non si verificavano crolli così repentini e imprevedibili come quello della Marmolada.

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