Walmart non venderà più armi nei propri negozi

Tra gli scaffali di Walmart non sarà più possibile trovare armi da fuoco. La decisione è stata presa in seguito ai tumulti sociali che stanno caratterizzando gli Stati Uniti nell’ultimo periodo.

Già martedì era stato annunciato che non sarebbero più stati venduti fucili da assalto, visto che a settembre in due diversi punti vendita si era consumato un omicidio. Ma non è la prima volta che Walmart si fa teatro di sparatorie: un anno fa, in un negozio di El Paso, erano morte 22 persone in una sparatoria, fatto che aveva portato la catena a non vendere più alcuni tipi di armi e munizioni. Ora la rimozione totale dai punti vendita: gli articoli resteranno disponibili solo su ordinazione. Una scelta già presa in passato in occasione di situazioni critiche e che ha fatto innervosire la lobby delle armi, potentissima in America.

Quello tra gli americani e le armi è un rapporto molto stretto, una questione addirittura culturale, che però ora potrebbe generare ulteriori tensioni.

La decisione di Walmart

Walmart non ha comunicato se e quando torneranno questi articoli nei quasi 5000 negozi della catena, ma ha fatto sapere che questa decisione precauzionale mira a garantire la sicurezza di clienti e personale.

Precauzione da prendere per ben due motivazioni. Il prossimo 3 novembre si terranno le elezioni presidenziali, in un momento delicatissimo per gli Stati Uniti. Qualunque sia il vincitore, potrebbero riversarsi per le strade estremisti o attivisti pronti a fare fuoco. La libera circolazione delle armi permette a chiunque di accumulare un arsenale: Walmart per ora, non se la sente di incentivare tale pratica. Sulle armi poi poggia uno dei capisaldi della politica di Trump, sostenitore del libero acquisto e possesso nel nome del secondo emendamento. Biden, al contrario, se dovesse venire eletto è probabile che ridurrà la libertà in merito all’argomento. Gli spunti per scatenare la protesta, in un paese già incendiato, sono parecchi.

L’altro motivo è legato all’ennesima uccisione da parte della polizia di un uomo afroamericano. Si tratta di Walter Wallace, freddato a Philadelphia pochi giorni fa. La famiglia ha raccontato che il ragazzo era bipolare e quando è stato circondato dagli agenti era nel pieno di un attacco di panico. Il motivo per cui hanno fatto fuoco, hanno spiegato i poliziotti, era che era armato di un coltello che si rifiutava di posare. Sono state violentissime le proteste, nelle quali sono rimasti feriti anche diversi poliziotti. Trump si è subito schierato con le forze dell’ordine, accusando i manifestanti di essere mandati dal suo rivale Biden. Quest’ultimo ha condannato ancora una volta la violenza della polizia. Dall’uccisione di George Floyd a maggio, l’attenzione degli americani è altissima sull’argomento. La nascita del movimento Black Lives Matter ne è la prova. Walmart anche in occasione dell’assassinio di Floyd aveva deciso di sospendere la vendita delle armi. La catena è conscia del rischio di saccheggiamenti dei supermercati o di acquisti preventivi per affrontare la rivolta e preferisce non alimentarla.

2020: record di vendita di armi

Le code all’inizio della pandemia per l’acquisto delle armi erano lunghissime: gli americani, per paura di eventuali razzie di disperati, hanno preferito armarsi a dovere contro gli effetti collaterali del virus. Questa potrebbe essere una delle cause che ha portato alla vendita dall’inizio dell’anno di 17 milioni di pezzi, molti di questi acquistati da chi in precedenza non ne possedeva.

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