Violenza sessuale su due studentesse, confermata la condanna per l’ex carabiniere

Sono passati 5 anni da quando due studentesse americane sono state violentate da due carabinieri, ora è arrivata la condanna.

Pietro Costa
Pietro Costa – Nanopress.it

La vicenda giudiziaria è stata molto lunga ma si è chiusa finalmente con la giustizia verso due ragazze americane violentate a Firenze. Dopo la conferma della condanna nell’aprile del 2022 di uno dei due responsabili, oggi è arrivata quella per il secondo.

Violenza sessuale su due studentesse a Firenze

Era il 6 settembre del 2017 quando due studentesse americane di 21 anni denunciarono di essere state abusate sessualmente da due carabinieri a Firenze. Questi sono Marco Camuffo e Pietro Costa.

La vicenda giudiziaria è stata molto lunga ma durante le indagini sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti di quelli che ormai sono ex militari, così, Marco Camuffo che ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato a una pena di 4 anni e 4 mesi. Il secondo agente invece, Pietro Costa ha ricevuto una pena analoga di 4 anni proprio poche ore fa, quando la Cassazione ha respinto il ricorso degli avvocati difensori del ragazzo.

Marco Camuffo
Marco Camuffo – Nanopress.it

Si aprono per entrambi le porte del carcere, anzi per il primo la condanna era già stata confermata alcuni mesi fa. Secondo l’accusa quella notte ci fu violenza e mentre in un primo momento le giovani donne venivano accusate di dire il falso, è emerso che sono state sempre sincere, fin dal primo momento in cui spaventate avevano denunciato tutto alle autorità italiane.

Il caso fece il giro del mondo non tanto per la violenza in sé, poiché purtroppo ormai siamo abituati a episodi simili, quanto perché a metterla in atto sono stati dei rappresentanti delle forze dell’ordine nei confronti di due giovani che invece avrebbero dovuto proteggere. Entrambi vennero destituiti dall’Arma e subirono anche il processo militare, dove ottennero una condanna a 5 mesi.

La difesa degli ex carabinieri, finiti nel mirino delle associazioni femministe, non ha retto le pesanti accuse poiché la ricostruzione è ben chiara e non lascia spazio a diverse interpretazioni.

I fatti

Camuffo e Costa, che all’epoca avevano rispettivamente 46 e 32 anni, erano intervenuti in una discoteca in piazzale Michelangelo. Il locale si chiama Flò e l’intervento era dovuto a una lite scoppiata fra alcuni clienti.

In quelle circostanze, dopo aver ristabilito l’ordine, i militari conobbero due giovani ragazze straniere che erano appena arrivate in Italia per un corso di studi. Si offrirono di riaccompagnarle a casa sull’auto di servizio e sebbene la comprensione non era perfetta, a causa delle barriere linguistiche, in poco tempo i due uomini guadagnarono la fiducia delle americane, agevolati anche dal fatto di indossare una divisa, simbolo di protezione e sicurezza.

Invece hanno tradito quei valori perché una volta arrivati a destinazione si sono appartati con loro, in evidente stato di alterazione poiché erano evidentemente ubriache. Hanno abusato sessualmente di loro per poi allontanarsi e lasciarle in stato confusionale.

Quando si sono riprese, hanno avuto il coraggio di raccontare tutto alla tutor dell’università dove studiavano, raccontando i dettagli della violenza. Poi arrivò la denuncia formale alle forze dell’ordine.

Così sono cominciate le indagini e in poco tempo gli agenti che erano intervenuti nella lite della sera prima, sono stati identificati.

Il processo per Camuffo si era chiuso nell’ottobre del 2018 e a incastrarlo sono state le dichiarazioni del collega che ha riferito che la studentessa si opponeva alle sue avance insistenti.

Tuttavia anche lui era responsabile degli abusi e così ha ricevuto una pena analoga molto pesante ma che è stata ridimensionata in Appello, da 5 anni e mezzo a 4.

Ieri si è chiuso l’ultimo capitolo di questa vicenda che per le studentesse è stata ancor più dolorosa perché all’epoca si vociferava che fosse stato tutto architettato dalle giovani per riscuotere i soldi di un’assicurazione per via delle violenze subite quella sera.

Attendono giustizia dal 2017 e ora l’hanno avuta perché dopo tante illazioni, le loro parole sono risultate vere.

 

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