Stupri Rimini, espulsi i genitori dei due minorenni marocchini

Stupri Rimini: presi 3 su 4, il branco è giovanissimo

[didascalia fornitore=”ansa”]Il momento dell’arresto dei minorenni[/didascalia]

Sono stati espulsi dall’Italia i genitori dei due minorenni marocchini, responsabili con Guerlin Butungu degli stupri di Rimini avvenuti lo scorso 26 agosto. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, il Tribunale di Ancona ha rigettato la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno al padre Mohammed Louennous (50 anni), e alla madre Sana (44 anni). I coniugi avevano richiesto di poter rimanere in Italia per “stare accanto ai loro quattro figli per educarli e inserirli nella comunità”. Il giudice, tenuto conto anche del parere negativo della Procura, ha rigettato le loro richieste, facendo scattare l’espulsione per il padre, già ai domiciliari per diversi reati fino ad aprile 2018, perché “irrecuperabile al normale convivere sociale”: la madre ha invece fatto ricorso.

Il tribunale ha deciso di espellere l’uomo in nome della sicurezza nazionale. In particolare, nella sentenza riportata dal quotidiano locale, il giudice ha stabilito che “nonostante l’allontanamento del familiare o il definitivo sradicamento del minore dall’ambiente in cui è cresciuto comportino un evento traumatico”, Mohammed Louennous non può più vivere in Italia visto che la sua permanenza è gravata “nel corso degli anni da una serie di condanne per oltraggio a pubblico ufficiale, furto, falsa attestazione sull’identità propria, guida in stato di ebbrezza alcolica, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi, evasione, violazione del divieto di rientrare nel territorio italiano tanto da essere agli arresti domiciliari per espiare una pena residua”.

L’uomo dovrà prima finire di scontare la sua pena e in seguito, da aprile 2018, potrà essere espulso. Inoltre, il padre dei due minorenni “non ha mostrato nonostante il passare del tempo alcuna capacità educativa dei figli, in special modo con i più grandi, già inclini alla perpetrazione di condotte illecite verosimilmente anche a causa dell’esempio paterno e dall’avallo ricevuto in tal senso dalla madre Sana”. A tal proposito, tutti si ricordano le dichiarazioni che fece dopo il loro arresto, in disprezzo alle vittime.

Questo perché i coniugi hanno mostrato di porsi “verso le istituzioni con un atteggiamento spesso polemico e con un’ottica di puro assistenzialismo”, cercando “un sostentamento proprio e dei figli, principalmente sotto il profilo economico, senza mostrare alcun sincero e concreto interesse a una sana e armonica integrazione nella società”.

Per i giudici l’uomo non è idoneo a fare il padre perché “anziché ergersi ad esempio per i figli, con la sua condotta di vita istiga i minori a non integrarsi nella realtà italiana e a non rispettare le regole di convivenza comuni”.

Durissima anche la motivazione della sentenza contro la madre che, con le minacce e le dichiarazioni rilasciate a ridosso dell’arresto dei due figli, si è dimostrata “aggressiva, arrogante”, riprendendo uno dei figli colto a rubare non per l’atto in sé ma per essersi fatto prendere e minacciando di abbandonare gli altri due figli della coppia, una bimba di 4 e un maschio di 13 anni.

Impostazioni privacy