Siliconi nei cosmetici: cosa dobbiamo cercare davvero nell’Inci

Nell’ultimo articolo ho introdotto la classe di sostanze indicate con il nome di siliconi. Nello specifico, quali sono i più comuni siliconi che ritroviamo nei cosmetici? Non è vero che sono tutte le sostanze che terminano in –one (una vera e propria bestialità, secondo me!). Guardiamo e scopriamo insieme di cosa si tratta realmente.

Dimethicone, un nome generico che indica una serie di sostanze dalle svariate caratteristiche, per lo più sono considerati siliconi “pesanti” e “occludenti”;

Phenil dimethicone, solubile in alcol;

Cyclomethicone: ha una certa volatilità, al pari di cyclopentasyloxane e cycloesasiloxane, cosa che definisce questi siliconi “leggeri”;

Dimethiconol: gomma siliconica;

dimethicone copolyol: uno degli emulsionanti siliconici utilizzati in emulsioni acqua/siliconi a temperatura ambiente; per lo più sono utilizzati per creare protezioni solari resistenti all’acqua e al sudore.

Come possiamo vedere alcuni siliconi sono davvero insostituibili, come per esempio la classe degli emulsionanti che permettono una resa migliore dei filtri fisici e chimici nelle protezioni solari e inoltre le rendono waterproof.

Finora quindi ho fatto una panoramica dei più comuni siliconi che troviamo nei cosmetici; come abbiamo visto hanno differenti caratteristiche ma, in fondo, hanno tutti elevate performance.
Adesso però veniamo alle note dolenti: perché è preferibile non utilizzare queste sostanze nella cura quotidiana?
Come ho già detto, perché sono altamente inquinanti. Gettare un silicone nell’ambiente dà la certezza assoluta che non si degradi se non nel giro di qualche migliaio di anni, se non di più. Tuttavia, poiché è la dose che fa il rimedio o il veleno, utilizzare un fondotinta con una piccola percentuale di siliconi è molto molto molto meno inquinante che andare a lavoro tutti i giorni in auto! Per cui riflettiamo bene sul significato di eco-dermo-compatibile perché è inutile fare i puritani coi cosmetici quando fumiamo pacchetti di sigarette al giorno, guidiamo sempre l’auto oppure utilizziamo indumenti di pelle (piccolo Off Topic personale e frecciatina a certe YouTubers che proprio non riesco a tollerare). Controlliamo l’INCI del prodotto in questione: se il silicone si trova da metà INCI in giù possiamo star certi che non sarà quella quantità a inquinare l’ambiente! Tuttavia, mai e poi mai consiglierei di usare un prodotto che contiene elevatissime percentuali di siliconi (che troveremo quindi nelle posizioni più alte dell’INCI) soprattutto se questo prodotto lo utilizziamo quotidianamente.

Secondo punto, in quanto biologicamente inerti creano, come ho già detto, una barriera innaturale sull’epidermide che fa sì che i batteri restino intrappolati e proliferino liberamente, aumentando comedoni e brufoli. Questa barriera impedisce e ostacola la naturale idratazione della pelle e, allo stesso tempo, impedisce la penetrazione attraverso le barriere cellulari dei princìpi attivi quali sostanze antiage e antiossidanti. Personalmente non utilizzerei mai una crema viso contenente siliconi perché i brufoli e i punti neri aumenterebbero a vista d’occhio e, allo stesso tempo, la pelle non riceverebbe i principi attivi anti-impurità perché “intrappolati” dai siliconi. Stessa cosa accade al capello: se i più famosi balsami per capelli lisci rendono le ciocche lisce come la seta è solo grazie all’azione di certi siliconi che inguainano il capello rendendolo immune all’azione dell’umidità atmosferica e quindi perfettamente liscio… ma a lungo andare il capello si sfibra e perde di lucentezza.

Nel make up tuttavia non sono così restrittiva: se voglio un trucco che duri tutta la sera e che renda la pelle uniforme sono la prima a scegliere un fondotinta contenete siliconi, a patto che essi siano non troppo in alto nelle posizioni dell’INCI e, cosa fondamentale, che siano per lo più volatili come il cyclopentasyloxane che è di gran lunga preferibile all’occludente e pesante dimethicone. Per il make up giornaliero invece preferisco qualcosa di più eco-dermo-compatibile. Chi ha una pelle grassa e acneica troverà probabilmente maggior beneficio dai fondotinta siliconici che da quelli ecobio: sebbene il fondotinta minerale resti la prima scelta in caso di pelle problematica, un fondotinta con siliconi volatili è comunque valido perché non occlude eccessivamente i pori. Dirò di più: nella scelta tra un fondo ecobio contente oli pesanti (argan, avocado, oliva, mandorle) e burri pesanti (karitè, mango, cocco) e un fondo “commerciale” contenete cyclopentasyloxane preferisco di gran lunga e senza alcun dubbio il secondo poiché tali oli e burri vegetali hanno la stessa identica azione del dimethicone ossia vanno a tappare e occludere i pori causando un aumento di impurità e di lucidità.

Concludendo: non diamo ascolto agli allarmismi chemofobici ma cerchiamo la veridicità scientifica di tutto ciò che leggiamo e sentiamo.
Poi a ognuno è libero di spalmarsi quello che preferisce!

Foto di Idhren

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