Siccità: le Regioni d’Italia chiudono i rubinetti

Avviate le misure straordinarie per il problema siccità in Italia. Molte regioni e comuni vietato ai cittadini l’utilizzo dell’acqua potabile per usi non domestici. Le parole della Protezione civile a riguardo.

Rubinetto dell'acqua
Rubinetto dell’acqua – Nanopress.it

Molte le fontane chiuse nel nostro paese. La decisione dei sindaci è stata decretata in seguito all’evidente problema di siccità che ad oggi è presente in Italia.

In alcune regioni, dalle 23 alle 6 verranno chiusi i rubinetti delle case degli italiani e sarà severamente vietato utilizzare l’acqua potabile per innaffiare i giardini, o pulire la propria auto nel vialetto di casa.

I provvedimenti presto in atto

Dopo giorni e mesi senza precipitazioni abbondanti, accompagnato da un caldo torrido, l’Italia va ai ripari chiudendo i rubinetti.

A Roma sono già in programma gli incontri per discutere sul problema della siccità, aggravato dall’arrivo dell’estate, che si prospetta incandescente.

Sul tavolo la possibilità di attingere ai fondi del Pnrr per la costruzione di nuovi invasi e per ristrutturare quelli già presenti, evitando così ulteriori sprechi di acqua.

Questo è quello che ne è derivato dall’incontro tra Fabrizio Cuocio (capo della Protezione civile), Massimiliano Fedriga (presidente della Conferenza delle Regioni) e i vari assessori delle regioni italiane.

Ecco i provvedimento presto in atto:

In alcune case sarà proibito usufruire dell’acqua necessità diverse da quelli igienici e prettamente domestiche.

Sulle nostre spiagge non sarà più possibile fare la doccia con acqua dolce e i parchi acquatici hanno proposto di poter riempire le piscine con l’acqua salata di mare.  

Siamo attualmente in attesa di un decreto inerente al problema della siccità, ma nel frattempo i sindaci hanno iniziato autonomamente a muoversi per evitare il peggio.

La siccità in Italia

L’Anbi (l’Associazione italiana consorzi di bacino) ha prontamente fornito qualche dato e rischio che potrebbe portare la siccità in Italia.

Anche il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha voluto dire la sua in quanto la sua regione è simbolo di questo tragico periodo, poiché ospita il Po. Il quale ha poi chiesto un calo del 20% di appropriazione dell’acqua.

A tutti i Comuni è stato inoltre consigliato di emanare un ordinanza per ridurre al minimo lo spreco dell’acqua potabile nei servizi non indispensabili come innaffiare i prati, o pulire le proprie auto.

A Livorno ad esempio, il sindaco ha da poche ore attuato una sanzione dai 100 ai 500 euro per tutti coloro i quali saranno sorpresi a utilizzare l’acqua in maniera non responsabile.

In Lombardia invece, Attilio Fontana ha pregato i propri cittadini di fare un uso dell’acqua più parsimonioso, sottolineando il momento di massima difficoltà che stiamo attraversando.

In Piemonte, zona gravemente colpite dalla siccità, si conta una riduzione del 50% delle acque del Po, che non vivevano una situazione simile da più di 70 anni.

Il Trentino ha già emesso l’ordinanza di chiudere i rubinetti nelle case dei cittadini dalle 23 alle 6 del mattino dopo.

In Val d’Aosta, sensibilizzano anche i turisti. È infatti in programma una campagna di sensibilizzazione per limitare lo spreco d’acqua.

Non va meglio nella Capitale. Qui è già stato annunciato lo stato di calamità. Verranno infatti attuate ordinanze per il risparmio idrico da parte di tutti i comuni del Lazio.

Saranno senz’altro decisive le prossime due settimane in attesa dell’incontro tra il capo della Protezione civile e la Conferenza delle Regioni.

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