Scuola: da oggi rientro in classe per 6,6 milioni di studenti

Da questa mattina suona la campanella del rientro in classe per quasi 6,6 milioni di studenti sugli 8,5 milioni di alunni delle scuole statali e paritarie, in pratica otto studenti su dieci torneranno in classe.

Si tratta di quasi un milione di allievi in più della settimana scorsa, di cui ben 400 mila soltanto in Lombardia.


Rientro a scuola per 6,6 milioni di studenti

L’unica regione che fa registrare una controtendenza è la Sardegna, dove 63 mila alunni di seconda e terza media e delle scuole superiori invece lasceranno le aule e si collegheranno da casa. In tutto saranno quasi due milioni quelli ancora a casa in didattica a distanza.

Saranno tutti a scuola i bambini della scuola dell’infanzia e primaria. Per quel che riguarda le scuole medie invece, l’87% dei ragazzi sarà in classe, mentre solo il 38% degli alunni delle scuole superiori potrà frequentare, sempre con la consueta alternanza del 50% e fino al 75% nelle regioni in cui è consentito.

Complessivamente si ritorna ai dati del febbraio scorso, quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni di studenti in classe.

Il ritorno a scuola non è soltanto la diretta conseguenza del decreto legge 44, che ha consentito il rientro anche nelle zone rosse ai bambini della scuola dell’infanzia, agli alunni delle elementari e di quelli del primo anno di secondaria di I grado.

A consentire questo rientro a scuola infatti è soprattutto il miglioramento dei dati del contagio che ha consentito a quasi tutte le regioni di rientrare o confermarsi in zona arancione.

Ripartenze, il 20 aprile potrebbe essere una data

Per quel che riguarda invece le riaperture, l’obiettivo del governo è permettere a tutte le attività di riaprire con un piano preciso, per dare regole chiare alla ripartenza.

Le Regioni che vaccineranno più velocemente riapriranno prima, ha detto chiaramente il presidente del Consiglio Mario Draghi. Bisognerà capire quando. Sembra comunque che dal 20 aprile qualcosa si possa muovere.

Il 16 arriverà il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e pare che quasi metà delle Regioni abbiano dati che consentirebbero la zona gialla. 

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