Raid sull’aeroporto di Damasco: cosa sta succedendo tra Israele e Siria

Damasco, è stato messo a segno un raid da parte dell’esercito israeliano, ai danni dell’aeroporto internazionale della capitale siriana, il bilancio è di quattro morti e diversi feriti. La situazione preoccupa enormemente le autorità governative internazionali e la rivalità tra Siria e Israele sta prendendo nuovamente slancio . Come al solito il governo israeliano non fornisce informazioni riguardo l’attacco, nulla in maniera precisa e dettagliata ma è chiaro e più volte sottolineato, dal momento in cui è scattata la guerra civile, che ormai sta vedendo un aumento delle forze filo iraniane e provenienti dalla milizia di Hezbollah ai confini siriani, che la Siria ha non permetterà mai alle forze islamiche e ribelli di infiltrarsi e radicarsi ancora più nel profondo in Siria, come non lo ha permesso In Libano.

Israele premier Netanyahu
Israele, premier Netanyahu – Nanopress.it

Si tratta di relazioni geopolitiche difficilissime, che vengono influenzate anche da rapporti strategici occidentali, come gli Usa e Israele, ma anche incitati invece dalla parte più estremista islamica in percentuale consistente filo iraniana, che continua a volere espandere la propria influenza anche all’interno della Siria, ma anche di togliere potere il più possibile a Israele.

Si tratta quindi fondamentale di popolo ebraico con una parte estremista che si scontra con la cultura estremista islamica e crea, da centinaia di anni, contrasto nel territorio.  Ben Gvir che ha il nuovo ministro della difesa israeliano, uno dei più noti estremisti di destra, ha già lanciato le sue provocazioni e qualche indizio su come procederà d’ora in poi la politica israeliana punto

Israele, il primo attacco del premier Netanyahu alla Siria

Questa notte è stato messo a punto un attacco missilistico nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale della Siria. Un raid proveniente proveniente dall’esercito israeliano che ha provocato morti e feriti. Il bilancio dell’attacco è di quattro morti e diversi feriti,  non è la prima volta che Israele attacca questa zona della Siria. Si tratta però del primo attacco da quando Netanyahu ha assunto i pieni poteri governativi insieme ai nuovi ministri che, a quanto pare, hanno intenzione precise in merito alla politica estera e soprattutto nei confronti del milizie filo iraniane, islamiche e anche nei confronti degli storici nemici filo libanesi di Hezbollah.

Sono ormai anni ed anni che la tensione tra le nazioni in contrasto procede e non accenna a diminuire. La realtà dei fatti è che la Siria non ha mai riconosciuto fondamentalmente l’indipendenza di Israele, ha poi scelto di  sostenere fortemente il Libano, nel momento in cui l’esercito di Israele ha provato a insidiarsi nel territorio. Le truppe di Hezbollah si sono poi ritirate dal Libano solo nel momento in cui realmente le truppe israeliane hanno lasciato la zona. L’attrito tra questi popoli risale ha molto tempo indietro 1949 già dai tempi del trattato di Rodi. Sono contrasto nati soprattutto a causa della religione differente e delle fasce più estremiste dei fedeli.

Gli ultimi mesi hanno visto l’intensificarsi delle azioni militari di gruppi para governativi, ma anche un aumento degli attacchi tra Israele, Cisgiordania e Palestina, dove per l’appunto sono insidiate le milizie islamiche che Netanyahu dice di combattere anche in territorio siriano.

Quella con Hezbollah e con le forze islamiche è una guerra a cui Israele non riesce proprio a rinunciare e ora che si è insediato un nuovo governo capitanato da Netanyahu, ma con al fianco ministri considerati da alcune autorità internazionali come terroristi, si alza l’asticella della preoccupazione globale ad un livello massimo.

Questo primo attacco è la dimostrazione di ciò che sta per accadere.  Cioè grande fermento tra le nazioni occidentali ma anche da parte di quelle iraniane che si sentono additate in prima persona da Israele e piano piano la situazione sta diventando sempre più tesa.

L’attacco all’aeroporto di Damasco

L’ Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito ha affermato, nell’attacco missilistico avvenuto nella zona dell’aeroporto di Damasco, zona spesso attaccata nel corso dei conflitti armati, che: “Due combattenti e due soldati siriani sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani”. Secondo l’Osservatorio, l’attacco israeliano ha preso di mira in maniera particolare “posizioni di Hezbollah e di gruppi filo-iraniani nell’aeroporto e nei dintorni, compreso un deposito di armi”.

 Dall’inizio della guerra civile tra Siria e Israele cominciata nel 2011, le autorità israeliane hanno effettuato centinaia di attacchi aerei sul suo vicino, prendendo di mira le posizioni dell’esercito siriano, delle forze filo-iraniane e degli Hezbollah libanesi. Israele commenta di rado i suoi attacchi contro la Siria, ma sottolinea da diverso tempo che non permetterà all’Iran di espandere la sua influenza in quel Paese. Questi lanci missilistici avvengono spesso nei pressi dell’aeroporto di Damasco, che era già stato messo fuori servizio da un attacco il 10 giugno 2022.

Una situazione che sta via via riprendendo piede anche grazie al nuovo governo israeliano che, come abbiamo precisato prima, è in prima linea contro le milizie armate islamiche di qualsiasi tipo si tratti, a prescindere da quale sia il paese di origini o meno, l’intento di Israele è quello di non far insediare il regime Islamico nei territori confinanti ma anche non farsi condizionare dall’occidente sulle azioni militari che ha intenzione di attuare.

Ieri il premier Benyamin Netanyahu ha ritenuto la decisione presa dall’Onuvergognosa” precisando anche che “non impegna Israele”. Si riferisce alla risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu di deferire alla Corte internazionale di giustizia “l’occupazione” del “territorio palestinese” da parte di Israele.

Ha precisato che: “Il popolo ebraico non sta occupando la sua terra e non sta occupando la sua eterna capitale Gerusalemme. Nessuna risoluzione dell’Onu può distorcere questa verità storica. Negli ultimi giorni ho parlato con i leader mondiali che di conseguenza hanno cambiato i loro voti”. Tra cui anche una telefonata con ite dell’Ucraina Zelensky.
il dissenso del politico israeliano nasce nella notte tra venerdì e sabato scorsi, quando, l’Assemblea ha votato, con 87 voti a favore e 26 contrari, una risoluzione che chiede alla Corte dell’Aja di “rendere urgentemente un parere consultivo” sulla “prolungata occupazione, insediamento e annessione del territorio palestinese” da parte di Israele.

Le autorità governative israeliane ritengo di essere dalla parte della giustizia, operando una costante lotta contro le forze estreme dell’Islam che si vogliono espandere. Dall’altro lato forse militari ribelli che dicono di difendere un paese straniero dall’invasione di Israele ma che più che proteggere si fanno la guerra vicenda e le truppe islamiche e di Hezbollah attaccano l’esercito di Israele e la situazione sta mettendo in ginocchio la popolazione che vorrebbe soltanto sopravvivere.

Attacco israeliano in Palestina
Esito di un raid israeliano in Palestina – Nanopress.it

Non è possibile in Palestina o nei paesi circostanti circolare senza la paura di incappare in check point di milizie ribelli o anche di capitare in mezzo ad un attacco missilistico aereo. Il popolo soffre e la crisi umanitaria e economica sta spopolando e rendendo la situazione ancora più nervosa e drammatica. Per questo l’Onu ha deciso di analizzare tutto più a fondo e le associazioni per i diritti umani.

 

 

 

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