Rai, stop a stipendi d’oro: il Senato approva il tetto a 240 mila euro l’anno

Primo Cda della Rai

Il Senato ha approvato il taglio agli stipendi d’oro per la tv pubblica. Il ddl sull’editoria presentato dal relatore Roberto Cociancich (Pd) è passato all’unanimità con 237 voti favorevoli e un solo astenuto. Nessuno dunque si è rivelato contrario alla proposta di porre a 240.000 euro il tetto per gli stipendi in Rai. La legge potrebbe entrare in vigore già da fine ottobre.

ll taglio non sarà immediatamente operativo, sostengono al ministero dell’Economia. “La norma è imperativa e vale da subito, così almeno noi la intendiamo”, spiega il senatore del Pd Francesco Verducci. Il limite massimo vale per tutti i dipendenti anche il dirigente che oggi guadagna oltre 600 mila euro. “Servirà a ridare credibilità alla Rai”, aggiunge Verducci.
Nel testo viene anche specificato che a salvare gli stipendi non ci sarà alcun ‘Bond’, ovvero l’equiparazione della Rai alle aziende quotate in Borsa per non avere l’obbligo di porre un limite agli stipendi dei dipendenti.
“Quello che il Parlamento sta discutendo noi lo stiamo già facendo: con le ultime quattro nomine editoriali, Tg2, Tg3, Rai Parlamento e Giornale radio, ci siamo tenuti entro i 230.000 euro. L’ho detto già in Vigilanza, siamo sempre stati disponibili ad accettare la regolamentazione, se dovrò ridurre anche il mio stipendio non avrò nessun problema”, aveva detto prima dell’approvazione il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto.

Impostazioni privacy