Pif a Le Invasioni Barbariche: l’ascesa di un personaggio tra lotta antimafia e meritocrazia

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Illuminante e profonda, così è stata l’intervista di Pif a Le Invasioni Barbariche, grazie a una Daria Bignardi che riesce a mettere a nudo i propri interlocutori senza mai scadere nel disagio o nell’imbarazzo. Per tutti lui è la ex Iena, un volto comico puro e semplice. Ma forse in pochi sanno che dietro quella maschera di ironia e spensieratezza si cela uno dei più strenui sostenitori della lotta alla mafia.

E’ partito davvero dal basso Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, con in braccio la sua telecamera e tanta voglia di raccontare. Ed è questo che l’ha fatto andare avanti tra centinaia di aspiranti Iene, barcamenandosi tra surreali interviste interrotte e interminabili attese sotto le abitazioni dei politici. Ma lui aveva un obiettivo da raggiungere e la determinazione non l’ha mai abbandonato. Ecco spiegato il successo raggiunto con il tempo e la costanza, ma soprattutto con tanta passione. Non è uno che si è fatto largo a colpi di spintarelle e la sua esperienza gli ha dimostrato che ce la si può fare benissimo anche da soli:

‘Sono sempre stato convinto, sdraiato sul divano, che ‘io ce la farò’. Il mondo dello spettacolo è meritocratico, nel senso che se hai qualcosa da raccontare vai avanti: quando facevo le Iene venivano un sacco di persone che volevano farle e poi col tempo sparivano; si vedeva che la gente voleva fare le Iene per essere fermato in strada, se non hai nulla da raccontare non vai avanti.’

Pif ama il suo lavoro tanto quanto ama la sua città d’origine, Palermo, un amore che l’ha spinto a farsi testimonial contro il cancro che da decenni la sta divorando dall’interno: la mafia. Accomodato di fronte alla Bignardi, Pif non ha paura di fare nomi nè di puntare il dito, con una serietà e un rigore negli occhi che non siamo abituati a vedergli. Non teme di dire che ‘Andreotti era un colluso con la mafia’ e come lui molti altri:

‘Noi sapevamo tutto, noi sapevamo che Salvo Lima era colluso con la mafia, noi sapevamo che Vito Ciancimino… Vito Ciancimino era uno della DC perché, quando uccidono Mattarella – il Presidente della Regione Sicilia – nessuno della Democrazia Cristiana ha detto ‘Ciancimino vattene’. Se la mia città, Palermo, è stata abbandonata, la colpa è stata anche di Andreotti e di altri come lui. Tutti sanno chi è Giulio Andreotti e nessuno invece sa chi è Calogero Zucchetto, un poliziotto di 27 anni che dava la caccia ai mafiosi.’

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Vuole lottare per la sua città, Pif, vuole raccontare e vuole far sapere, non importa come. Ben venga quindi la nuova edizione de Il testimone, in partenza il 15 aprile su MTV, così come il debutto cinematografico con ‘La mafia uccide solo d’estate’ e, perché no, spazio pure agli spot Telecom. Con buona pace di critici e detrattori.

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