Pensioni d’oro in Italia: il tetto massimo sarà solo dal 2015

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Per le pensioni d’oro in Italia il tetto massimo sarà solo dal 2015. A stabilirlo è stato un emendamento alla legge di stabilità. Ques’ultimo cancella la possibilità stabilita dalla legge della riforma Fornero, che dava l’opportunità ad alcune categorie, come i dirigenti, i magistrati e i docenti universitari, di restare al lavoro oltre il limite della pensione, maturando i requisiti per incassare una cifra più consistente. L’emendamento stabilisce che complessivamente il trattamento pensionistico non può essere superiore a quello che sarebbe stato liquidato con le regole che precedono la riforma Fornero.

A livello pratico l’assegno della pensione sarà limitato all’80% dell’ultimo stipendio. Inizialmente l’emendamento era differente rispetto a quello predisposto dal governo e autorizzato dal ministro Boschi. Poi si è deciso per una sua versione più specifica.

Il precedente

Poco tempo fa si era intravista la possibilità di togliere un limite massimo alle pensioni d’oro in Italia. A causa della “misteriosa” sparizione di un comma legislativo, 160.000 italiani avrebbero potuto beneficiare di pensioni che si possono definire superpensioni. Vitalizi che superano anche il 150% rispetto all’ultima busta paga. Il vantaggio sarebbe stato soprattutto per coloro che, pur avendo raggiunto i 40 anni di anzianità, hanno avuto la possibilità di rimanere al lavoro fino ai 70 o 75 anni. Si tratta soprattutto di alti burocrati, di docenti universitari, di magistrati. Il tutto complessivamente sarebbe costato all’Inps 2 miliardi e 603 milioni di euro. La legge 14 del 2011, voluta dall’allora ministro Elsa Fornero, aveva stabilito di ricalcolare con un nuovo sistema contributivo le pensioni per quei dipendenti che avessero maturato i contributi in base a ciò che stabiliva la legge precedente.

C’era un comma in particolare che stabiliva come “il complessivo importo della pensione alla liquidazione non può risultare comunque superiore a quello derivante dall’applicazione delle regole di calcolo vigenti prima dell’entrata in vigore del presente comma”. In parole povere veniva stabilito che si poteva restare servizio oltre il raggiungimento dei contributi previsti, però, qualunque fosse stato lo stipendio, la pensione non sarebbe stata più alta dell’80% rispetto all’ultima busta paga.

Non si sa come sia potuto succedere, eppure quelle righe di salvaguardia, che avrebbero dovuto rappresentare un punto sicuro, per evitare il proliferare di pensioni d’oro, sarebbero sparite dal testo di legge. Non si sapeva chi avesse attuato il taglio di questo comma, tuttavia resta il fatto che, proprio in assenza di quelle righe importanti, molti pensionati italiani avrebbero potuto godere di vitalizi straordinari.

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