Pensioni, dal 2019 fino a 300 euro in meno per i neo pensionati

Pensioni, dal 2019 fino a 300 euro in meno per colpa della riforma Fornero

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Tra i punti del contratto di governo firmato da Lega e M5S c’è anche il superamento della famigerata legge Fornero sulle pensioni. Al centro della proposta dei due partiti c’è la volontà di introdurre la quota 100 e la quota 41 per andare in pensione – mentre dovrebbe essere cancellata l’Ape social.

Un aspetto poco conosciuto della legge Fornero

La riforma previdenziale introdotta dalla ministra del governo Monti prevede aspetti finora poco conosciuti dalla maggioranza dei cittadini – e forse più difficile da limare: l’adeguamento periodico del coefficiente da applicare al montante contributivo – ovvero l’insieme dei contributi versati durante il periodo lavorativo. Questo meccanismo, introdotto già ai tempi della riforma Dini e mantenuto nelle successive riforme delle pensioni, ha prodotto un taglio dell’assegno di quiescenza pari al 12% circa in una decina d’anni – la prima modifica è avvenuta nel 2009 anche se la riforma Dini risale al 1996, e quella che verrà applicata dall’anno prossimo è la quarta.

Cosa accadrà per chi va in pensione nel 2019?

Un decreto legge pubblicato nella Gazzetta ufficiale venerdì – ma approvato il 15 maggio scorso -, la legge ha fissato una modifica di tale coefficente che saranno validi tra il 2019 ed il 2021, e provocherà un riduzione dell’assegno di quiescenza – in media dell’1,2% – per chi andrà in pensione col metodo contributivo nel 2019 – il confronto è ovviamente con il 2018. I coefficienti pubblicati aumentano con il crescere dell’età del lavoratore che va in pensione.
Il taglio comunque riguarderà anche i pensionati settantenni – per la prima volta il decreto del ministero del lavoro prevede il coefficente da applicare al montante contributivo per chi vorrà andare in pensione a 71 anni -, che andranno in pensione con una riduzione di quasi il 2%. Il taglio potrebbe arrivare ai 300 euro per i pensionati che avranno diritto a somme più elevate – ovvero per assegni di quiescenza pari o superiori ai 4.000 euro.

Ci saranno mai modifiche di questo meccanismo?

Difficile prevedere oggi cosa avverrà con il governo Lega-M5S. Nel passato, i sindacati erano riusciti a strappare la promessa che sarebbe stato aperto un tavolo per rivedere questo meccanismo. Finora però non se n’è fatto nulla, e difficilmente potrà avvenire qualcosa nel futuro prossimo. Ci sono già troppe promesse in ballo e pochi soldi a disposizione.

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