Operaio muore in Val Gardena precipitando per 60 metri, si sarebbe spezzato un cavo

Terribile incidente sul lavoro questa mattina in Val Gardena: un operaio ha perso la vita dopo esser precipitato per 60 metri a causa, pare, di un cavo spezzato. L’uomo, un addetto alla manutenzione, stava lavorando sulla funivia Seceda in Val Gardena quando, per motivi ancora da appurare, uno dei cavi ai quali era attaccato si sarebbe spezzato, facendolo precipitare nel vuoto e uccidendolo sul colpo. A lanciare l’allarme un suo collega, che ha assistito impotente alla scena e ha allertato i soccorsi, giunti sul posto con l’ausilio anche dell’elisoccorso.

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La funivia Seceda – Nanopress.it

Altra morte sul lavoro questa mattina in Val Gardena, dove un operaio manutentore che lavorava su un impianto è morto precipitando nel vuoto per 60 metri. Nulla da fare per l’uomo, che è morto sul colpo. Ad avvisare i soccorsi un suo collega che lavorava in una delle due cabine della funivia Seceda. A causare la morte dell’operaio, regolarmente legato come da procedure di sicurezza, un cavo che si sarebbe spezzato, facendolo rovinare al suolo. Sul posto anche i medici dell’elisoccorso, che dopo aver individuato il corpo, non hanno potuto che constatarne l’avvenuto decesso. Presenti anche i Carabinieri di zona, che stanno ora effettuando i rilievi per capire la dinamica dell’incidente.

Val Gardena, si spezza un cavo, operaio muore dopo un volo di 60 metri. I Carabinieri indagano sull’accaduto

È quanto successo questa mattina verso le 9.20, in Val Gardena, in Trentino-Alto Adige. Un operaio di 48 anni originario della Toscana stava lavorando su una cabina della funivia Seceda quando, per cause ancora ignote, uno dei cavi a cui era assicurato si è spezzato o tagliato, facendolo precipitare a valle dopo un volo di 60 metri.

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Elisoccorso Pelikan 1 – Nanopress.it

Dalle testimonianze raccolte, pare che il quarantenne si stesse spostando da una cabina all’altra per lavori di normale manutenzione quando improvvisamente il cavo si è spezzato, facendolo cadere a valle. Ad assistere alla tragedia, un collega che si trovava all’interno della cabina, e che ha immediatamente avvisato il numero di emergenza.

Ad arrivare sul posto, il soccorso alpino della Val Gardena, quello della Guardia di Finanza di Vipiteno, oltre ai Carabinieri di Ortisei e gli uomini dell’elisoccorso Pelikan 1. Sfortunatamente, come era facile intuire, il personale medico, una volta ritrovato l’operaio, non ha potuto fare altro che ufficializzarne la morte sul colpo.

Saranno ora gli uomini dell’Arma, impegnati in queste ore nei rilievi, a stabilire la dinamica dell’incidente, che va ad aggiungere un’altra vittima all’elenco già lungo delle morti sul lavoro dall’inizio di questo 2023.

Morti sul lavoro, dall’inizio del 2023 quasi 200 lavoratori morti e 86.000 infortuni

Sono 196 i morti registrati per incidenti accaduti sul posto di lavoro nei primi tre mesi del 2023. Un dato allarmante, che mostra una crescita costante. Questi i numeri forniti dall’Inail a margine della Giornata mondiale della Salute e Sicurezza sui luoghi del lavoro, il 28 aprile.

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Operai in cantiere – Nanopress.it

Diminuiscono invece le denunce di infortunio, anche se si parla in ogni caso di numeri molto alti, 86.000 dall’inizio dell’anno. Zoello Forni, presidente nazionale dell’Anmil, ha sottolineato quanto questo sia un tema di forte attualità per l’Italia.

I segretari di Palermo di Cgil, Cisl e Uil hanno inoltre dichiarato come “Così come la nostra Costituzione pone a fondamento della nostra società il lavoro, lo stesso la politica deve fare a tutti i livelli per dare nuova linfa vitale al nostro territorio e affrontare cosi la crisi e le emergenze che ancora attendono risposte con un chiaro e definito piano di rilancio”.

La Uil ha sottolineato poi i settori dove si sono verificati in questo primo trimestre 2023 il maggior numero di incidenti, si tratta del settore terziario: “trainato dal settore dei trasporti e da quello del commercio, al cui interno è compresa l’attività di riparazione di autoveicoli e motocicli, che complessivamente assorbono oltre un infortunio mortale su quattro”.

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