Ocse schierato per il sì al referendum costituzionale: “Servono riforme per governare meglio”

Presentazione del rapporto Ocse sull'Italia

Anche l’Ocse dice la sua alla vigilia del referendum costituzionale in Italia schierandosi apertamente a favore delle riforme tanto volute da Boschi e Renzi. Nel presentare il nuovo ‘Global Economic Outlook‘, spiegando che il Pil italiano crescerà dello 0,8% nel 2016, dello 0,9% nel 2017 e dell’1% nel 2018, l’Ocse ha elogiato l’esecutivo italiano affermando che “il governo sta facendo progressi sulle riforme strutturali, tra cui le politiche del mercato del lavoro, la pubblica amministrazione e il sistema scolastico”. Se dunque passasse la riforma costituzionale, oggetto del referendum del 4 dicembre prossimo, “sarebbe un ulteriore passo in avanti nel processo di riforma e accrescerebbe la governance politica ed economica”.

(Nella foto, da sinistra: Giuliano Poletti, Angel Gurria – segretario generale dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, Maria Elena Boschi)

Dopo l’Economist (che puntava sul NO) e – al contrario – dopo il Financial Times, che ha addirittura parlato di una possibile uscita dall’Euro in caso di vincita dei NO, è la volta dell’Ocse che si è schierata apertamente a favore della riforma voluta da Renzi.

Immediati si sono levati i cori di protesta da parte del Movimento Cinquestelle: “Dopo il terrorismo del Financial Times, oggi è il turno dell’Ocse falsificare la realtà e teorizzare improbabili catastrofi economiche se non dovesse passare la pessima riforma di Renzi. E’ singolare, infatti, che teorizzino catastrofi finanziarie nell’ipotetica vittoria del no quando, con questa stessa Costituzione, abbiamo avuto il boom economico degli anni 60, è stata vinta una difficile lotta contro il terrorismo negli anni di piombo, e l’Italia è diventata una delle potenze economiche mondiali, tanto da far parte stabilmente del G7″, si legge in una nota congiunta dei parlamentari M5S delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, che aggiungono: “E’ assurdo, infatti, pensare che la destabilizzazione possa verificarsi con la vittoria del No quando, dalla parte del Sì, ci sono il governo e i partiti che hanno azzerato quattro banche, massacrando 130mila risparmiatori, e hanno accettato e sdoganato il principio destabilizzante del bail-in, vero spauracchio della stabilità bancaria in Italia”.

“Come può garantire stabilità, persino agli occhi di certi potentati economici e finanziari un governo che si fa bocciare dalla Consulta quelle stesse riforme che, per gli osservatori internazionali, sono ritenute fondamentali? Siamo tornati all’invasione delle cavallette se vince il No al referendum. E’ più forte di loro, proprio non ce la fanno a parlare dei contenuti”, prosegue la nota.

“Renzi e i grandi gruppi economici che lo appoggiano e che lo hanno messo sulla poltrona di Palazzo Chigi, hanno paura che la sovranità rimanga del popolo, perché non potrebbero speculare sulla pelle dei cittadini italiani e piazzare inceneritori o piattaforme petrolifere ovunque”, concludono gli esponenti pentastellati.

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