Messina, imprese confiscate alla mafia ma gestite ancora dai boss: 24 arresti

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I carabinieri di Messina hanno eseguito 24 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti del clan Giostra: 20 in carcere, 3 ai domiciliari e 1 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Dall’inchiesta emerge una realtà scioccante, il clan continuava a gestire due imprese confiscate da quattro anni, lo stabilimento balneare ‘Al piolone’ e la società di distribuzione di videopoker ‘Eurogiochi’. Ad aiutarli, l’avvocato Giovanni Bonanno incaricato dell’amministrazione giudiziaria delle due imprese.

Il clan Giostra contava anche sul professionista Antonio D’Arrigo per la gestione della discoteca ‘Il Glam’ e di altri stabilimenti balneari. Tra gli indagati, finiti agli arresti domiciliari anche il vicepresidente del Messina Calcio, Petro Gugliotta.
I destinatari delle misure cautelari sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali e altro, aggravati dalle modalità mafiose. L’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Messina ha raggiunto i soggetti in varie province, oltre Messina, anche Catania, Enna, Mantova e Cagliari. Il clan controllava diverse attività apparentemente legali, Il gip ne ha ordinato il sequestro, tra queste: il campo di calcetto “Casa Pia” di via Placida, il ristorante “Sapori del Mattino” di via Manzoni, il lido balneare di Mortelle, la stalla della scuderia Bellavista e le attrezzature di 22 sale giochi e centri scommesse, tra cui “Biliardi sport”, “Internet point mania” e “Betitaly”.

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