Meloni ha convocato le opposizioni per parlare di riforme, e potrebbe esserci un faccia a faccia con Schlein

La tabella di marcia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, per avviare le riforme sta iniziando a prendere forma. Secondo quanto riportato dall’Ansa, infatti, la leader di Fratelli d’Italia ha convocato per martedì, dalle 12:30 fino alle 20, le opposizioni per discutere di quello che ha in mente di fare il governo sul tema. Spetterà al Nazareno, però, decidere se sarà la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, a presentarsi al tavolo di Palazzo Chigi in cui, ad affiancare la premier, ci sarà l’ex presidentessa del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in veste di ministra per le Riforme istituzionale.

Meloni Schlein
Giorgia Meloni, presidentessa del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, ed Elly Schlein, segretaria del Partito democratico – Nanopress.it

Giorgia Meloni, nel suo programma di governo presentato per le elezioni politiche (stravinte) del 25 settembre, aveva parlato di tante riforme che l’Italia avrebbe fatto se, come è successo, Fratelli d’Italia e il centrodestra fossero arrivati a Palazzo Chigi. Oltre all’autonomia differenziata, che in realtà è il vero cavallo di battaglia della Lega di Matteo Salvini, che sta portando avanti, per altro, Roberto Calderoli in veste di ministro per le Autonomie, appunto, molte altre sono state messe in cantiere. Una su tutte è quella che riguarda la forma di governo per l’Italia, che la premier, così come Forza Italia (e in parte minore anche il Carroccio), vorrebbe trasforma in senso presidenziale, o meglio semipresidenziale, ricalcando il modello della quinta Repubblica francese.

Meloni ha convocato le opposizioni per parlare di riforme. È arrivato il momento del secondo faccia a faccia (più intimo) con Schlein?

Nonostante il momento non proprio idilliaco con i cugini dell’Oltralpe, infatti, per il centrodestra arrivare a una riforma in tal senso sarebbe un cambiamento necessario alla nazione (per utilizzare, tra l’altro, un termine a loro molto caro) perché, dicono sempre loro, potrebbe garantire maggiore stabilità agli esecutivi. Non essendo semplice l’iter per l’approvazione, però, c’è anche bisogno di un accordo con le opposizioni, e quindi il tavolo a Palazzo Chigi in cui potrebbe avvenire il primo ravvicinato faccia a faccia tra Meloni e la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein.

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Giorgia Meloni – Nanopress.it

Alla presenza anche della ministra per le Riforme istituzionali, l’ex presidentessa del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, secondo quanto ha riportato l’Ansa, infatti, martedì sarà una giornata di incontri per la premier con l’obiettivo, appunto, di dare un’accelerata ai dossier che, anche da Londra, parlando con i cronisti, aveva spiegato essere molto importante. “Adesso si tratta di organizzare meglio tutta la filiera, anche di parlarci di più tra di noi, con i capi delegazione, con i capigruppo, perché tutti devono essere coinvolti. Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando“, aveva detto la leader di centrodestra dopo l’incontro con il primo ministro britannico, Rishi Sunak.

E quindi: il tavolo a Palazzo Chigi, convocato dalle 12:30 alle 20, in cui, in base a ciò che decideranno dal Nazareno, le due donne a capo dei due principali partiti in Italia potrebbero finalmente incontrarsi e discutere. In realtà, però, questo non sarebbe il primo scambio di battute tra la deputata italo americana e Meloni: il primo, infatti, è avvenuto poco dopo la vittoria delle primarie di Schlein durante un question time alla Camera in cui è stata propria la presidentessa del Consiglio a fornire le risposte ai membri dell’aula di Montecitorio.

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Elly Schlein durante l’intervento alla Camera del 15 marzo nel question time con la premier Giorgia Meloni – Nanopress.it

In quell’occasione – era il 15 marzo – la leader dem aveva puntato il dito su alcune scelte fatte dall’esecutivo, e non solo sulla gestione dei migranti (argomento molto in voga all’epoca vista la tragedia appena avvenuto al largo delle coste calabresi, e nello specifico a Cutro), ma anche sul salario minimo e sul rispetto della comunità Lgbtqi+. Era finita in pareggio, ma al tempo stesso il Partito democratico aveva continuato a rubare potenziali voti a Fratelli d’Italia, un’emorragia che, stando ai numeri, ancora non è finita, ma che potrebbe anche arrestarsi qualora le cose, da martedì in poi, dovessero cambiare.

Il terzo polo non si presenterà diviso al tavolo

Renzi Calenda
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, e Carlo Calenda, numero uno di Azione – Nanopress.it

Quanto al terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, malgrado il progetto politico del partito unitario sia tramontato dopo le lite tra i due leader di Azione e Italia viva, i due schieramenti si presenteranno insieme al tavolo convocato da Meloni. La delegazione sarà composta, come dicono da Repubblica, dall’ex ministro dello Sviluppo economico, dal capogruppo alla Camera, Matteo Richetti, dalla presidentessa dei senatori riformisti, Raffaela Paita, e da Maria Elena Boschi, braccio destra dell’ex premier fiorentino. Nell’occasione ribadiranno il loro sì al premieranno e il no all’elezione diretta del presidente della Repubblica che, come abbiamo detto, vorrebbe il centrodestra.

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