Long Covid: l’esame che riuscirà a prevedere la sindrome

Un nuovo studio svela che esiste un analisi del sangue che potrebbe prevedere in tempo la sindrome di Long Covid, aiutando i pazienti ad affrontarlo.

Long Covid
Long Covid – Nanopress.it

La sindrome del Long Covid ha portato non pochi problemi ai pazienti che hanno sofferto di Covid-19, sintomi che persistono per settimane e che possono portare anche a gravi scompensi.

Dopo due anni dal primo lockdown, pare che presto sarà possibile prevedere la sindrome da Long Covid, grazie a un esame specifico. Scopriamo di più su questa novità.

Long Covid cos’è e come prevederlo

Stanchezza, difficoltà respiratorie e tanti altri sintomi possono essere riferiti al Long Covid, ovvero una sindrome che in molti si sono trovati ad affrontare in questi anni dopo aver contratto il Covid-19.

Paziente affetto da Long Covid
Paziente affetto da Long Covid – Nanopress.it

Nonostante si guarisca dal virus, che ha invaso il pianeta negli ultimi due anni, il Long Covid può manifestarsi anche dopo, provocando anche danni nei pazienti più deboli.

Ecco perché uno studio è stato condotto dai ricercatori dell’University College London, pubblicato su eBioMedicine – The Lancet. In questo studio, è stato appurato che tramite un esame del sangue specifico nei pazienti affetti da Covid-19, si può prevedere la sindrome.

Ovviamente, il test andrebbe poi ampliato tramite altre ricerche specifiche, ma già la notizia è ottima per la medicina mondiale.

Il test per il Long Covid, come funzionerebbe

Questo esame, molto utile che cambierebbe la situazione per molti pazienti affetti da Covid, non solo permetterebbe di individuare in anticipo il Long Covid, ma anche di sperimentare alcuni trattamenti.

Questo nuovo test funziona misurando i livelli di alcune proteine che, dopo attente analisi, sono risultati più alti dopo 12 mesi dal contagio di Covid-19 in alcuni pazienti.

La sperimentazione è stata fatta su campioni di plasma di almeno 54 operatori sanitari che hanno avuto il Covid, prelevati ogni settimana per sei settimane nel 2020, il periodo clou della prima ondata.

I risultati di questi prelievi sono stati messi a confronto con la stessa analisi condotta su operatori non infetti nello stesso arco di tempo.

Aiutati da macchine avanzate e con intelligenza artificiale, gli scienziati che hanno condotto lo studio hanno creato un algoritmo, che è in grado di distinguere chi tra gli analizzati a un anno dall’infezione presentava sintomi persistenti.

Insomma, un test accurato specifico e soprattutto complicato che, però, con le giuste modifiche da apportare potrebbe portare a un’evoluzione assoluta nella situazione sanitaria mondiale.

Riuscire a prevedere il Long Covid sarebbe una svolta, soprattutto per la sperimentazione di nuovi farmaci antivirali, che possano ridurre questo rischio.

 

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