La moglie magica di Sveva Casati Modignani: la recensione di un romanzo (troppo?) spirituale

Sveva Casati Modignani torna in libreria con La moglie magica, romanzo che affronta lo scottante e quantomai attuale tema della violenza sulle donne: purtroppo, l’autrice ne parla forse in maniera sbrigativa, in un libro di meno di duecento pagine in cui la preghiera assume un valore (troppo) salvifico. Vero è che un romanzo non è un trattato di sociologia, ma forse la “difficoltà” nello scrivere di questa protagonista e delle angherie da lei subite – difficoltà rivelata dalla Modignani al Salone del libro – l’ha portata a concludere La moglie magica un po’ troppo di fretta.

La moglie magica: la trama

La moglie magica di Sveva Casati Modignani, edito da Sperling & Kupfer, vede protagonista la giovane ventenne Mariangela: nata in un paesino di montagna, la nostra, fresca di matrimonio, va ad abitare con il marito in un’elegante palazzina Liberty di via Eustachi a Milano. La sua vitalità e la sua gioia non sfuggono ai vicini, che assisteranno però ben presto ad una triste trasformazione dovuta al marito Paolo, un uomo che confonde l’amore con il possesso e che è geloso persino dei suoi due figli. Ma un giorno Magìa, questo il soprannome della donna, decide di ribellarsi.

La moglie magica: la recensione

Un tema scottante, quello della violenza sulle donne, trattato con delicatezza e …spiritualità (ma anche, forse, troppo sbrigativamente): originiariamente il titolo del libro era (ironicamente) “Un amore di marito”, poi Sveva Casati Modignani ha deciso di far diventare la sua protagonista una protagonista sin dal titolo, cambiato in La moglie magica.

Dopo averlo affrontato en passant in Palazzo Sogliano, Modignani affronta di petto il problema della violenza sulle donne, in un libro crudo – la protagonista arriva a pensare al suicido – ma anche pieno di speranza e spiritualità: senza rivelare troppo al lettore, ci limitiamo a citare il passo di un’intervista della Modignani al Corriere della Sera: “La mia Magìa fa davvero una magia: la notte di Natale torna al suo paesello, va alla Messa con tutta la famiglia e lì si ricorda che quando era piccolina Gesù Bambino le portava bellissimi doni. E allora esprime un desiderio, chiede a quel Bambino di liberare lei e i suoi figli da tutta quella violenza: ‘Aiutaci tu’“.

Va detto che La moglie magica potrebbe anche deludere: le pagine sono meno di duecento e scritte in un carattere grande, e la storia sembra affrontata in maniera troppo sbrigativa. Per stessa ammissione della Modignani, però, scrivere di questa protagonista è stato “difficile” e d’altronde Una moglie magica è un romanzo e non un trattato di sociologia: “Le storie mi cantano dentro e mi diverto a scriverle, guai a soffrire: se soffri, cambia mestiere. Ma questa volta la materia era così angosciante che stavo per deprimermi. Mi ha tenuto su l’idea di quel finale“, dice ancora la scrittrice al Corriere.

Consigliato da comprare alle (e ai) fan dure e pure della scrittrice, per tutti gli altri è meglio un salto in biblioteca!

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