INPS, scatta il taglio sulle pensioni per queste 5 categorie che saranno colpite

L’INPS ha comunicato il taglio sulle pensioni per 5 categorie di ex lavoratori. Vediamo quali sono di seguito. 

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tagli pensioni- Nanopress.it

Il 2023 si prospetta un anno particolarmente ricco di novità sul fronte delle pensioni in virtù anche dell’applicazione della legge di bilancio.

Pensioni: quale futuro?

La legge di bilancio ha cambiato molto il tema delle pensioni. All’inizio del mese di gennaio, con l’approvazione della legge di Bilancio, alcuni importi sono stati maggiorati del 7,3%. Ora il Governo ha deciso di tagliare, per alcuni pensionati, questi aumenti perequativi ed aumentarle per altri.

Una manovra molto chiacchierata che ha introdotto delle novità anche sul fronte del Reddito di Cittadinanza, la cui abolizione è diventata un cavallo di battaglia, in fase di candidature politiche, da parte della neo premier Giorgia Meloni.

Ci sono 5 nuove fasce per la rivalutazione delle pensioni nell’arco temporale 2023, 2024. Vediamo chi ci perde, chi ci guadagna e gli importi nuovi.

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Inps – nanopress.it

Le cinque nuove fasce

A guadagnarci, anche se è una parola grossa poiché gli aumenti sono davvero bassi, sono soltanto i pensionati con i trattamenti al minimo o al di sotto del trattamento minimo. Per loro la rivalutazione sarà dell’8,8% e non del 7,3%. L’incremento o bonus di rivalutazione è di un punto e mezzo percentuale. Le pensioni minime, dal 1 gennaio 2023 sono salite fino a 572 euro circa.

La rivalutazione standard del 7,3% verrà riconosciuta a tutte le pensioni lorde di importi fino a 4 volte il minimo. Si tratta delle pensioni fino a 2100 euro. Il 7,3% pieno spetterà anche agli invalidi.

Oltre la soglia dei 2100 euro, iniziano i tagli e le riduzioni. Oltre questa soglia la rivalutazione andrà progressivamente calando. Per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo, la rivalutazione sarà riconosciuta nella misura dell’80% e non del 100% (da 7,3 a 5,84%). Per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo, la rivalutazione sarà del 55%. Poi, ancora oltre, al 50% e 40%. Per le pensioni d’oro, oltre 10 volte il trattamento minimo (5000 euro) la rivalutazione sarà del 35%.

Sindacati ed opposizione sono sul piede di guerra. Questo perché le perdite potrebbero essere anche notevoli, con una perdita del potere d’acquisto. La CGL stima una perdita da 400 a 1000 euro annui rispetto l’incremento con le classiche tre fasce che sono state valide fino al 31 dicembre del 2022.

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In ogni caso, la manovra potrebbe essere modificata o migliorata ma ad oggi le previsioni sono quelle di cui sopra. Intanto, mentre le pensioni si abbassano, il carovita aumenta e i pensionati si trovano in difficoltà, dovendo fare dei sacrifici e delle rinunce. In base ad un report condotto da UILP,  il 28% dei pensionati ha dovuto rinunciare all’acquisto di generi alimentari; il 10% all’acquisto di alcuni farmaci.

Per questo motivo, i sindacati si stanno muovendo affinché ci spossano essere dei tavoli di confronto sia a livello nazionale che regionale.

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