Inps: nel 2020, calano di 660 mila unità i contratti di lavoro

Secondo l’Osservatorio sul precariato dell’Insp, il Covid ha avuto pesanti conseguenza sul livello occupazionale del paese. Un calo drammatico che aveva già anticipato l’Istat e che ora viene confermato.

Il Covid ha avuto pesanti conseguenze su tutto il comparto economico del paese e di conseguenza sulla produzione e sul mercato del lavoro. Rispetto al dicembre 2019, all’ultimo mese del 2020 è stato registrato un calo di poco meno di 660000 posti di lavoro, dedotto da un altrettanto crollo dei contratti. Sono 335 mila le donne rimaste disoccupate, 325 mila gli uomini.

La cifra è stata calcolata analizzando le varie tipologie di contatto stipulate durante l’ultimo anno: è stata segnata una crescita di quelli a tempo indeterminato, più +259 mila, controbilanciato da un pesantissimo calo di tutti le altre tipologie, ovvero –919 mila. Ad essere stati particolarmente ridotti sono stati i contratti di lavoro a tempo determinato: -493 mila. Questa frenata nelle assunzioni è dovuta in parte a un calo della mole di lavoro e delle disponibilità delle aziende, ma anche dal blocco dei licenziamenti, che ha hanno portato le aziende a lasciare esaurire i contratti senza poi rinnovarli.

Per quanto riguarda le assunzioni, nel 2019 erano state 7 milioni 270mila, nel 2020 solo 5 milioni e 28 mila.

Inps: già dal 2019 trend negativo

L’Inps nel suo report ha spiegato che già dal 2019 era iniziato un trend negativo in fatto di nuove assunzioni, sicuramente molto più lento: se a febbraio ’19 il calo dei posti di lavoro era stato di 27 mila unità, a marzo 2020 era di 283 mila arrivando a toccare il picco a giugno con 812 mila, per poi rallentare via a via verso la fine dell’anno, salvo raddoppiare a dicembre rispetto a novembre (620 mila).

Più della metà dei posti di lavoro andati persi (370 mila) riguardano commercio, ristorazione e strutture ricettive. Le Regioni dove è stato registrato il calo più grave degli occupati sono Lombardia (-118 mila), Emilia Romagna (-72mila) e Trentino-Alto Adige (-56mila).

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