Gran Bretagna, Johnson esclude un secondo lockdown

Lo spettro del Covid continua ad aggirarsi per l’Europa e visti i danni che ha causato la scorsa primavera, i leader politici non hanno più intenzione di sottovalutarlo, compreso Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito. Noto per le sue dichiarazioni controverse in merito al virus e per averlo poi contratto, ora è molto più cauto nella gestione della pandemia, anche se per il momento non sembra valutare l’ipotesi di un secondo lockdown nel Regno Unito.

Non possiamo permettere che collassi il sistema sanitario nazionale“. Ha dichiarato il premier britannico Boris Johnson, annunciando che il Paese sarà diviso in tre diverse aree a seconda del livello di allerta. “Non si tratta di un lockdown generale e non chiuderanno le scuole e le università“, spiega il primo ministro britannico. “Saranno mesi durissimi, ma riusciremo a superarli“, aggiunge.

Nella giornata di sabato, l’OMS ha registrato l’ennesimo record di casi in Europa: 123.684, + 8,3% rispetto alla settimana precedenze, per un totale 6.809.678. In UK si sono verificati 12.872 nuovi casi, nella giornata precedente 15.166: numeri che fanno preoccupare, con un totale di contagiati di 603.716 e 42.825 vittime.

La preoccupazione del Ministero della Salute

Il ministro della Salute britannico, Matt Hancock, ha dichiarato alla Bbc che la situazione è molto grave e che si prenderanno provvedimenti per garantire la sicurezza di tutti: “La prima linea di difesa che tutti devono rispettare è il distanziamento sociale. Il sistema di tracciamento dei contatti sta lavorando moto bene, e questa è una seconda linea di difesa. Dopo tutto questo ci sono i lockdown locali. L’ultima linea di difesa è un’azione completa a livello nazionale. Non vorrei che accadesse, ma faremo tutto il possibile per garantire la sicurezza del popolo nel mezzo di una pandemia molto difficile”.

È assolutamente necessaria la collaborazione di tutti i cittadini affinché non si arrivi a un secondo lockdown generale, ma intanto un lockdown parziale ha già interessato 10 milioni di britannici: nelle zone di Newcastle, Northumberland, North Tyneside, South Tyneside, Gateshead, County Durham e Sunderland non si potrà entrare in contatto con estranei e non si potrà uscire dopo le 22. Queste circa 2 milioni di persone si vanno dunque ad aggiungere alle 8 che stanno già seguendo norme simili, distribuite nelle altre regioni della Gran Bretagna, per un totale di circa il 15% della popolazione.

Il professor Peter Horby, presidente del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (Nervtag), consulente del governo, e Jonathan Van-Tan, vice direttore della Sanità per l’Inghilterra, hanno entrambi dichiarato che la situazione del loro paese è precaria e a un punto di non ritorno. Inevitabili azioni restrittive sempre più severe. Anche in vista della stagione e degli arrivi dei forti venti contrari autunnali, bisogna stare decisamente in allerta.

Secondo lockdown: i tre livelli di allerta

Johnson ha annunciato oggi i tre livelli di allerta di ogni zona del paese: medio, alto e molto alto, con conseguenti norme e restrizioni. Mentre sono ancora in corso le trattative con le amministrazioni locali, è già trapelato che potrebbe essere solo Liverpool la città dove il livello di allerta è molto alto (600 casi di Covid ogni 100mila persone nella prima settimana di ottobre, media del paese 74), con conseguente chiusura di pub e ristoranti.

Articolo aggiornato alle ore 19:30

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