Eruzione vulcano Sakurajima: Greenpeace chiede di fermare la centrale nucleare

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L’allerta per la possibile eruzione del vulcano Sakurajima, uno dei più attivi e distruttivi di tutto l’arcipelago nipponico, fa scattare nuovamente il pericolo di un incidente nucleare in Giappone: l’associazione Greenpeace infatti ha chiesto un arresto immediato del reattore riattivato nei giorni scorsi presso la centrale Sendai, situata nella stessa regione del vulcano. Si teme una nuova Fukushima, e il rischio appare concreto dopo che l’Agenzia meteorologica giapponese ha alzato il livello di allerta fino a 4 in una scala da 1 a 5.

Una piccola eruzione è già stata osservata nella notte tra il 18 e il 19 agosto scorso, mettendo in allarme la popolazione locale, nella zona sud-occidentale del Paese. L’agenzia meteo ha allertato la popolazione della vicina città di Kagoshima per una possibile evacuazione, poiché sembra ormai ineludibile un’eruzione di livello distruttivo, che per questo vulcano è quasi la norma, come dimostra il video di un’eruzione di qualche mese fa, diffuso sul web in una qualità precaria. La popolazione locale dunque è già abituata a convivere con questo gigante bizzoso, la vera questione sollevata da Greenpeace è un’altra: a circa 50 chilometri in linea d’aria si trova la centrale nucleare Sendai, che ha recentemente riavviato il reattore tra le proteste degli ambientalisti. Dopo il no al nucleare sull’onda emotiva di quanto accaduto a Fukushima 4 anni fa, il governo nipponico ha fatto marcia indietro, annunciando all’inizio del mese di voler proseguire il programma nucleare, e così l’11 agosto scorso la compagnia Kyushu Electric Power ha riacceso i reattori. Nemmeno una settimana, e la Natura pare essersi voluta ribellare sotto forma di una nuova minaccia vulcanica, con tutto il corollario di terremoti e maremoti che potrebbe generare una nuova violenta eruzione di Sakurajima.

Il reattore Sendai 1 deve essere fermato immediatamente, a causa dell’accresciuta attività vulcanica. La Kyushu Electric e l’autorità di regolazione nucleare (Nra) hanno scelto d’ignorare il peggiore scenario di una grande eruzione vulcanica. Come la centrale di Fukushima non era protetta contro la catastrofe dell’11 marzo 2011, quella di Sendai non è pronta a far fronte a un disastro vulcanico‘, ha dichiarato l’associazione per bocca dell’attivista Mamoru Sekiguchi. Secondo le analisi effettuate da Greenpeace, a costituire una minaccia potrebbero essere anche semplicemente le ceneri, senza nemmeno considerare l’arrivo della lava nei pressi della centrale. Un nuovo incidente analogo a quanto accaduto a Fukushima sarebbe davvero il colpo di grazia per un popolo già martoriato come quello giapponese, che ancora vive sulla propria pelle i danni incalcolabili della tragedia del 2011.

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