Eni perde 8,82 miliardi nel 2015 per il crollo del prezzo del petrolio

Claudio Descalzi ospite a In Mezz'Ora

Si segnala un calo nei fatturati del colosso Eni per l’anno 2015 (-8,82 miliardi), dovuto essenzialmente alle svalutazioni successive al crollo del prezzo del petrolio al barile. Nonostante questo calo di entrate, la produzione è in crescita e la società ha confermato il dividendo di 0,80 euro per azione per il 2015.

Gli utiliLa compagnia petrolifera segna un incremento del 10% a livello produttivo per il periodo gennaio-dicembre 2015. All’assemblea degli azionisti è stata proposta e confermata la distribuzione di un dividendo di 0,80 euro per azione (nel 2014 era stato di 1,12 euro) di cui 0,40 euro già distribuiti nel settembre 2015 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,40 euro per azione sarà messo in pagamento a partire dal 25 maggio 2016 con stacco cedola il 23 maggio 2016.

I risultatiL’Ad Claudio Descalzi ha commentato il preconsuntivo 2015 chiarendo che i dati vanno interpretati in positivo: “Eni nel 2015 ha conseguito risultati fondamentali […] i piani di efficientamento e di razionalizzazione delle spese hanno fatto registrare risultati migliori delle attese” spiega il manager. “Queste azioni di efficienza non hanno compromesso, né nel breve, né nel medio termine, la crescita di Eni, che anzi è stata eccezionale e distintiva nel mercato – ha proseguito – ”Nel 2015 ha conseguito risultati fondamentali nel processo di trasformazione che vedrà il gruppo sempre più focalizzato sul core business oil&gas e sempre meglio organizzato per competere in un mercato a bassi prezzi dell’energia”. E ha concluso: ”Nel 2016, come lo scorso anno, stiamo proseguendo velocemente nel processo di trasformazione di Eni, con l’obiettivo di rendere il gruppo ancora più forte e in grado di operare sempre meglio in questo difficile contesto mantenendo solide aspettative di crescita”.

Il futuroEni segnala che il quadro macroeconomico globale per il 2016 evidenzia rischi e incertezze a causa del rallentamento dell’attività produttiva in Cina, nell’Eurozona e nei paesi esportatori di commodity. Il prezzo del petrolio dopo aver toccato i valori minimi degli ultimi tredici anni è previsto proseguire in un trend debole a causa degli squilibri strutturali del mercato gravato dalla sovrapproduzione e dalle incertezze sulle prospettive di crescita a medio lungo termine della domanda energetica. Nel 2016 la produzione di idrocarburi è prevista stabile sul livello medio 2015 per effetto degli avvii di nuovi giacimenti, in particolare in Norvegia, Egitto, Angola, Kazakhstan e Stati Uniti. Le vendite di gas sono previste in leggera flessione. Per le vendite di prodotti petroliferi in Italia e resto d’Europa Eni intende mantenere i volumi e la quota di mercato. Il nuovo piano industriale sarà presentato il 18 marzo.

Cosa puoi comprare con l’equivalente del prezzo di un barile di petrolio
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