Emis Killa (non) istiga al femminicidio: la risposta del rapper alle accuse

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Emis Killa istiga al femminicidio? La risposta del rapper è chiara, ed è no, come spiega lo stesso artista in un post su Facebook. Passo indietro per chi si fosse perso le puntate precedenti, sotto accusa è finito il brano 3 messaggi in segreteria, contenuto nell’album Terza stagione, in cui la storia – per sommi capi – è quella di un uomo che, rifiutato dalla ex fidanzata, le dà la vita maledetta, arrivando a dirle ‘Preferisco saperti morta che con un altro’. Parole che sono costate a Killa una contestazione in piazza San Babila a Milano, critiche sul web e denunce – finora solo come comunicato stampa – da parte di svariati centri antiviolenza.

Emis Killa istiga al femminicidio con il brano 3 messaggi in segreteria contenuto nell’ultimo album Terza stagione: l’accusa arriva per parole del tipo ‘Ultimamente c’ho pensieri scuri (…) eri stata avvertita, ricordi quegli scleri?’ e ‘Volevo abbassare le armi e ora dovrò spararti (…) voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi. Io ci ho provato e tu mi hai detto no, e ora con quella cornetta ti ci strozzerò’.

3 messaggi in segreteria è finita nel mirino dei centri anti violenza, delle femministe e dei commentatori su facebook, che hanno visto nella canzone un’istigazione al femminicidio. Ma a rispondere è direttamente Emis Killa, sottolineando come sì, il brano parla di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla ma ‘Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza’. Il rapper su Facebook descrive 3 messaggi in segreteria come un modo – brusco, diretto e cattivo – per sensibilizzare e denunciare il femminicidio e la scelta della prima persona, è più efficace, come dimostra anche il polverone che si è alzato, ma il cantante precisa di amare e rispettare l’universo femminile, come dimostra anche la sua discografia.

Quando creo canzoni creo mondi, a volte colorati, a volte crudi. Nelle canzoni racconto la realtà, che a volte è orribile, a volte è sbagliata, ma mai possiamo far finta che non esista’, spiega ancora Killa, aggiungendo di aver corso di proposito il rischio di essere frainteso perché il suo richiamo alla riflessione e alla consapevolezza non passasse inosservato, con i suoi modi e le parole. Il rapper conclude la spiegazione sul ‘brano di Emis Killa che istiga al femminicidio’ augurandosi che i più giovani e chi ignora questi fatti si faccia due domande e non li ignori, aggiungendo di non temere assolutamente che qualcuno possa emulare il personaggio che interpreta, perché sarebbe come temere che chi legge gialli poi diventasse un serial killer. Insomma, conclude Killa a proposito di 3 messaggi in segreteria, ci sta che qualcuno abbia frainteso lo spirito del brano, ma a volte una nota stonata spicca più delle altre in mezzo all’armonia.

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