Elio Fiorucci intervista inedita: «È mostruoso che si possa affittare l’utero di una donna»

[videoplatform code=”143746474216355adf8a627dad”]

«Ho sempre trovato mostruoso che si possa affittare l’utero di una donna per poi portarle via il bambino, che peraltro non saprà mai chi è sua mamma, per una forma di egoismo affettivo che però fa un danno enorme sia alla mamma, sia ai bambini che si chiederanno sempre di chi sono figli». Lo ha dichiarato Elio Fiorucci, lo stilista milanese trovato morto la mattina del 20 luglio, nella sua ultima intervista (ancora inedita) al giornalista Andrea Scarpa per il progetto iMILANESIsiamoNOI che partirà il prossimo 15 settembre sul quotidiano NanoPress. «Per questo – ha continuato lo stilista intervenendo nella polemica fra Dolce&Gabbana e Elton John sulla questione della paternità per le coppie gay – io sono con Dolce&Gabbana».

«Elton John – ha continuato Fiorucci nell’intervista inedita ad Andrea Scarpa – ha fatto delle musiche commoventi…ma se poi non si ha questa minima sensibilità, a me fa paura e mi chiedo come sia possibile pensare di creare l’infelicità di una mamma che non saprà mai chi sono diventati i suoi bambini, solo perché in un momento di difficoltà economica ha dovuto accettare dei soldi per fare un’azione di cui si pentirà sicuramente».

«Dolce e Gabbana – ha concluso lo stilista – li stimo… e hanno fatto benissimo a segnalare che, se vuoi un bambino, prima di tutto lo adotti. Questa è una cosa meravigliosa, perché chi è ricco può anche permettersi di adottare non uno ma dieci bambini […]. Perché uno deve dire questo è mio figlio perché viene dal mio seme però l’ho rubato alla mamma? Mi sembra veramente una roba oscena…».

Elio Fiorucci era tutt’altro che omofobo, tanto è vero che lui stesso ha raccontato: «Andy Warhol, quando veniva a Milano, lo portavo sempre al Plastic. Amava Milano, amava incontrare me e i suoi amici… e lì vedeva tutti questi ragazzi colti, intelligenti che stavano in questa discoteca magica dove si ascoltava musica assolutamente d’avanguardia e si discuteva di tutto. Il Plastic, infatti, era una grande istituzione che Milano ha avuto: mi ricordo benissimo quando ho fatto venire Keith Haring a Milano per che dipingere tutto il nostro negozio, l’ho accompagnato proprio al Plastic e lì ha conosciuto Nicola, un ragazzo geniale, l’anima creativa del Plastic, e sono diventati amici prima e fidanzati poi».

[Questa foto è stata realizzata dal fotografo Andrea Colzani, appositamente per il progetto di Andrea Scarpa “iMILANESIsiamoNOI – Storie e facce di una città”, che andrà online su NanoPress.it a partire dal 15 settembre].

Impostazioni privacy