Decapita una donna con la mannaia e la Polizia lo uccide: l’allarme inascoltato della vittima

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Un allarme inascoltato e un delitto che forse poteva essere evitato. È il tremendo retroscena dell’omicidio che ha scosso il fine settimana di Roma, dove una donna di 38 anni, Oksana Martseniuk, è stata uccisa e poi decapitata con una mannaia da un uomo, Federico Leonelli, che, nel tentativo di scappare dagli agenti giunti sul posto, è morto a seguito di una sparatoria con la Polizia. Tutto si è svolto tra le mura di una villa dell’Eur, quartiere chic della Capitale, in via Birmania. La donna, di origine ucraina, lavorava come colf, mentre il suo omicida era ospite dell’abitazione da circa due mesi, dove svolgeva piccoli lavori di manutenzione: la tragedia rimane ancora senza un movente e gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’omicidio della donna e la sparatoria che ha causato la morte dell’uomo.

Secondo le prime indagini, l’uomo potrebbe aver tentato di violentare la donna che avrebbe reagito, scatenando la furia omicida: Leonelli ha quindi accoltellato Oksana, uccidendola, poi l’ha decapitata con un grosso coltello da cucina, una mannaia, forse per disfarsi del corpo. Allertati dalle grida di aiuto della donna, i vicini hanno avvisato sia il 113 che il 115: giunti sul posto, i pompieri hanno cercato di scavalcare le mura della villa, ma in quel frangente Leonelli è uscito da una porta secondaria, brandendo la mannaia ancora insanguinata. Vestito con una divisa paramilitare, il volto coperta da una maschera, si sarebbe rivolto verso gli agenti per tentare la fuga a bordo di un’auto, ma i poliziotti hanno aperto il fuoco, sparando forse cinque colpi: uno ha colpito l’uomo al cuore. L’omicida è stato subito soccorso e trasportato in ospedale, ma è morto durante il tragitto in ambulanza.

La vicenda ha scosso l’elegante quartiere dell’Eur e gli agenti stanno lavorando per confermare la dinamica e soprattutto cercare il movente dell’uccisione della donna. Sentiti i proprietari della villa, gli investigatori hanno scoperto che Oksana aveva già informato i suoi datori di lavoro di temere Leonelli. Alto circa un metro e 90 e massiccio, era solito usare coltelli e armi da taglio e questo aveva preoccupato la donna. Si attendono ora gli esami delle autopsie sui due corpi, richiesti dal pm Pier Filippo Laviani, che coordina le indagini.

Gli inquirenti ipotizzano che l’uomo abbia tentato di violentare la sua vittima, che si sarebbe difesa, scatenando la reazione violenta fino all’esito fatale. Attesi i risultati anche sul corpo dell’omicida per capire se iscrivere gli agenti nel registro degli indagati.

Dalla prima ricostruzione della polizia scientifica, Leonelli sarebbe stato preso mentre tentava di salire in macchina, nonostante fosse già ferito, come dimostrerebbero due fori di proiettile trovati sul parabrezza dell’auto. Al vaglio degli inquirenti anche le immagini delle telecamere di sicurezza della villa, mentre le testimonianze dei lavoratori delle ville vicine hanno confermato l’ora dell’omicidio, avvenuto verso le 10 del mattino.

Il mio datore di lavoro ha chiamato la polizia, erano circa le 10. Quando sono arrivati gli agenti abbiamo dovuto dargli due scale per superare il muro di cinta perché non rispondeva nessuno”, ha raccontato Charlie Naprada, giovane cameriere filippino.

Sul caso è intervenuta anche la sorella di Federico Leonelli, che si chiede perché il fratello sia stato ucciso dalla polizia. “Ad di là di quanto accaduto perché hanno mirato al cuore? Loro avevano una pistola e lui un coltello. Mi diano una risposta”, ha chiesto tra le lacrime Laura Leonelli. Impossibile per lei capire cosa sia successo. “Mio fratello era un ragazzo veramente d’oro ed era un bravissimo zio, si prodigava con i miei figli piccoli”, ha dichiarato.

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