Crollata una galleria sulla SP72 a Lecco

Crollata una galleria a causa di una frana sulla Strada Provinciale 72, tra Lierna e Varenna. Coinvolta una sola auto. 

Crollo di una galleria
Crollo di una galleria a Lecco – Nanopress.it

Intorno alle 10 di questa mattina, una frana ha provocato lo scostamento di un costone di roccia che si è schiantato su una galleria lungo la SP72. Lo schianto ha provocato il crollo della volta della galleria. Secondo quanto riportato, solo un’auto è stata coinvolta, ma l’autista risulta fortunatamente illeso

Crollata una galleria sulla SP72

Il crollo ha interessato il tratto della SP72 che va da Lierna a Varenna, precisamente il tunnel di Fiumelatte. Secondo la ricostruzione della dinamica da parte dei Vigili del Fuoco, è stata una potentissima frana a provocare il distacco di un costone della parete rocciosa, il quale è caduto sopra la galleria.

Da lì, il materiale roccioso ha provocato un grande buco sulla volta del tunnel, finendo sulla carreggiata. Per gestire l’emergenza sono accorsi gli operatori dei Vigili del Fuoco e Protezione Civile. L’allerta è stata diffusa anche ai Comuni limitrofi alla zona colpita dalla frana, oltre che alla Provincia di Lecco. 

Non è la prima occasione in cui si verificano eventi del genere su questo tratto di strada, che in seguito all’incidente è chiusa per procedere con la messa in sicurezza.

Contestualmente, è stato temporaneamente bloccato il transito dei treni. Questo perché le volte esterne di una galleria sotto la quale passano i binari del treno, poco più avanti di quella crollata, è al momento coperta da fango e rocce. 

Tra frane e alluvioni, gli eventi climatici estremi aumentano sempre più

Una notizia del genere data in queste ore, con un’emergenza alluvione in corso in Emilia-Romagna, non fa che accrescere la preoccupazione per gli eventi climatici estremi che sembrano aumentare sempre di più in frequenza e intensità.

Frana sfonda galleria
Frana sfonda galleria – Nanopress.it

Che questo sia vero l’ha attestato anche un’analisi condotta da Coldiretti. Analizzando i dati forniti dall’ESWD, European Severe Weather Database, l’organizzazione è giunta alla conclusione che in Italia gli eventi climatici estremi sono aumentati di 12 volte negli ultimi 10 anni.

Il periodo maggiormente interessato da questo tipo di fenomeni è l’estate, in cui negli ultimi anni abbiamo vissuto un aumento del 1000% di eventi esplosivi, tra cui bombe d’acqua, nubifragi, tempeste, grandinate e così via.

Ed è un’emergenza che riguarda praticamente tutta l’Italia, secondo i dati forniti dall’ISPRA. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, infatti, ha evidenziato come il 91,3% dei Comuni italiani comprende delle aree a rischio idrogeologico. Parliamo di 9 Comuni su 10.

Per questo motivo, al verificarsi di eventi precipitativi estremi come piogge violente, il rischio che si verifichino smottamenti, frane e alluvioni è molto elevato. Ma quali sono le reali cause di questo problema, e di chi è la colpa?

Crollata una galleria per frana: quali sono le cause?

Come accennato, la struttura del territorio italiano incide sicuramente sul rischio di danni vari causati da eventi climatici estremi. Ma non ne è la causa primaria, né l’unica.

Coldiretti ha infatti evidenziato che la “colpa” di un territorio che non riesce a tener duro davanti a forti piogge e tempeste è da attribuire all’abbandono dei territori, e alla cementificazione eccessiva.

Eventi climatici estremi
Eventi climatici estremi – Nanopress.it

Tornando ai dati diffusi dall’ISPRA, solo nel 2021 abbiamo raggiunto il record in quanto a cementificazione del suolo. In quell’anno, il cemento ha consumato più di 2 metri quadrati di terreno ogni secondo. Sul territorio italiano, 21.500km sono composti da cemento. Per intenderci, un’area con un’estensione del genere copre la superficie della Liguria.

Cosa c’entra con il clima? A partire dal 2012,  il territorio italiano mangiato dal cemento avrebbe garantito l’infiltrazione di più di 360 milioni di metri cubi d’acqua piovana. Acqua che ad oggi, non potendo infiltrarsi nel terreno, non alimenta le falde acquifere, scorre sulla superficie del suolo e rappresenta quindi già di per sé un potenziale pericolo, che non fa che aggravarsi davanti ad eventi climatici estremi.

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