Cosa è successo alla Camera tra Donzelli e il Pd

Giornata intensa oggi alla Camera, meglio giornata di bagarre. Impegnati nella discussione dell’istituzione di una commissione Antimafia, i deputati hanno un po’ alzato i toni perché da Giovanni Donzelli, uno dei fedelissimi di Giorgia Meloni, sono arrivate delle accuse pesanti, soprattutto verso alcuni membri del Partito democratico. Il parlamentare di Fratelli d’Italia, infatti, ha chiesto ai dem se stanno dalla parte dello Stato o da quella dei terroristi con la mafia considerato che a inizio gennaio sono andati a trovare Alfredo Cospito, l’anarchico in regime di 41 bis che da 100 giorni è in sciopero della fame, in carcere.

Donzelli
Il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli finito in una bagarre per le parole contro alcuni deputati del Pd – Nanopress.it

Parole che non sono piaciute né a Federico Fornaro di Articolo 1, che ha chiesto l’istituzione di una commissione per cercare di capire se le cose stanno come le ha dipinte Donzelli, né a Debora Serracchiani, capogruppo del Pd a Montecitorio, chiamata in causa dal deputato meloniano, che ha deciso, per giunta, di non scusarsi per le sue affermazioni. Sul tema, poi, è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha spiegato come sia un dovere e un diritto dei parlamentari andare a trovare i detenuti in carcere.

Donzelli contro il Pd sul caso Cospito: si accende la bagarre alla Camera

Mentre Alfredo Cospito, l’anarchico che da aprile è finito in 41 bis e da cento giorni è in sciopero della fame perché non accetta il nuovo regime carcerario, sta lottando tra la vita e la morte, e Carlo Nordio, il ministro della Giustizia del governo di Giorgia Meloni, ha affermato con assoluta certezza che, nonostante tutto, dal governo non arriverà nessun aiuto, alla Camera dei deputati è andato in scena uno scontro tra maggioranza e opposizione senza esclusione di colpi.

Da una parte, Giovanni Donzelli, fedelissimo della premier e vicepresidente del Copasir, dall’altra il Partito democratico, colpito duramente dalle parole del parlamentare di Fratelli d’Italia. Nella discussione per l’istituzione della commissione Antimafia, il meloniano di ferro, da poco promosso anche a commissario della federazione romana del partito, ha attaccato alcuni suoi colleghi dei dem che, a inizio mese, avrebbero incontrato l’anarchico.

Donzelli
Un passaggio dell’intervento di Giovanni Donzelli alla Camera – Nanopress.it

Cospito ha incontrato mafiosi e il 12 gennaio 2023, mentre parlava coi mafiosi ha incontrato anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia“, ha iniziato Donzelli prima di porre una domanda molto provocatoria ai deputati del Pd: “Voglio sapere se la sinistra sta con lo Stato o con i terroristi che stanno con i mafiosi“, ha chiesto prima di precisare che il 55enne pescarese è “un influente che sta utilizzando la mafia per far cedere lo Stato sul 41 bis“.

Parole pesanti a cui ha risposto, in primis, la diretta interessata, la capogruppo alla Camera dei dem, Debora Serracchiani: “Sbaglia chi pensa di poterci dividere tra buoni e cattivi su temi così delicati. È stato un grave errore intervenire questa mattina con parole che avrebbero dovuto essere evitate nel modo più assoluto“, ha detto l’ex presidentessa del Friuli Venezia Giulia.

Per lei, l’intervento del deputato di FdI, però, deve anche imporre “un ragionamento approfondito sui temi dell’antimafia. Tutto il Pd si iscrive a parlare su ordini del giorno, emendamenti e articoli. Non credo che su temi di questo tipo possiamo pensarla diversamente e sbaglia chi in quest’aula pensa di dividerci“, ma ha anche aggiunto che le sue parole sono gravissime e “hanno rilevanza e carattere penale” ed è per questo che ha chiesto l’intervento del presidente di Montecitorio, Lorenzo Fontana, oltre che di tutte le sedi competenti.

Serracchiani Letta
La capogruppo alla Camera del Partito democratico, Debora Serracchiani, e il segretario uscente dei dem, Enrico Letta – Nanopress.it

Ci chiediamo se quella di Donzelli è la posizione della Meloni, sarebbe gravissimo perché rompe l’unità sulla lotta alla mafia“, ha detto ancora Serracchiani che ha puntualizzato, in conclusione, che il Partito democratico “non ha mai messo in dubbio il 41 bis e non ha mai dubitato delle decisioni prese in questo periodo sul caso Cospito. Abbiamo solo chiesto al ministro Nordio di valutare, per ragioni umanitarie che riguardano le condizioni di salute del detenuto. Il ministro Nordio confermando il 41 bis ha spostato Cospito in un altro carcere pur nel 41 bis, garantendogli cure adeguate“.

Non meno duro con Donzelli, poi, è stato Federico Fornaro, deputato di Articolo 1, che ha chiesto, invece, “l’istituzione di una commissione, secondo il regolamento della Camera, che giudichi la fondatezza dell’accusa di Donzelli, che ha leso l’onorabilità dell’onorevole Serracchiani e del Pd. Al capogruppo Foti dico, Donzelli deve scusarsi“.

Scuse che, pare, non arriveranno. “Andrò volentieri al Giurì d’onore per chiedere al Pd di chiarire le sue parole. Mi auguro che la sinistra italiana che sta balbettando su Cospito chieda scusa agli italiani“, ha replicato infatti Donzelli ai dem. E così sarà considerato che Fontana ha accolto la richiesta del Pd di istituire il Giurì d’onore per fare chiarezza su quanto detto da Donzelli.

La bagarre a Montecitorio non è finita. E per Nordio le visite ai carcerati sono un dovere e un diritto dei parlamentari

Poco prima l’aula della Camera sospendesse l’esame della legge, e prima che il presidente Fontana abbia un colloquio con Donzelli, il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Tommaso Foti, a difendere i suoi deputati che, secondo la ricostruzione del deputato di Fratelli d’Italia, avrebbero fatto visita a Cospito, ci ha pensato anche il segretario uscente, Enrico Letta.

Per lui, “sulla lotta alla mafia dobbiamo avere unità. Il gruppo di maggioranza relativa ha il compito, maggiore rispetto ad altri, di trovare un percorso di unità utile per tutti. Questo stava accadendo ma si è interrotto per un intervento totalmente fuori luogo da parte di Donzelli“. Il deputato pisano, tra l’altro, si aspettava che Foti “intervenisse per riportare le cose dentro una logica normale, invece ha scusato Donzelli. Non c’è comprensione del fatto che ci deve essere rispetto, noi diamo rispetto e ci aspettiamo che voi rispettiate il nostro lavoro“, ha concluso. E pesante c’è andato anche Peppe Provenzano che ha postato sui social il suo intervento in difesa dei colleghi.

Quanto ai meloniani, e soprattutto al loro capogruppo alla Camera, ha sottolineato che sul dibattito di questa mattina “fermo restando che per Fratelli d’Italia è indispensabile l’approvazione urgente della commissione Antimafia, ritengo che sia necessario rispettarsi tra forze democratiche sempre e comunque“. Ma c’è un ma, perché “quando minacciano te o la tua famiglia in nome di un criminale, come avvenuto ieri al deputato Chiara Colosimo, certamente vieni influenzato anche nei toni“, ha precisato Foti che ha comunque concluso con l’auspicio di una “chiarezza di tutti sul tema della violenza, del terrorismo, delle pene che lo stato infligge“.

Ma c’è anche chi, nel partito della premier, ha remato dalla parte contraria. A presiedere l’aula, infatti, stamattina c’era Fabio Rampelli, già vicepresidente della Camera, e, come ha spiegato dopo, non è intervenuto quando il deputato del suo schieramento è stato definito un “analfabeta istituzionale” perché, di fatto, non è un’ingiuria, come invece riteneva Fabrizio Colomba.

Nordio
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio – Nanopress.it

Sulla vicenda, poi, è intervenuto anche il Guardasigilli, chiamato in causa anche da Serracchiani. “Le visite in carcere sono un dovere oltre che un diritto dei parlamentari“, ha risposto Nordio in conferenza stampa a chi gli chiedeva, appunto, delle parole di Donzelli.

Non solo, perché il ministro della Giustizia, anche lui eletto tra le fila di Fratelli d’Italia, ha anche precisato che esclude “in via assoluta che vi siano rapporti tra esponenti del Pd, e non solo del Pd, ma tutti i parlamentari…“, perché d’altronde “è scritto nella legge che i parlamentari hanno sempre diritto di visitare i detenuti, ovviamente nei limiti della sicurezza e di quello che ne segue“. “So che è un dovere oltre che un diritto dei deputati controllare… fare queste visite pastorali. Che poi questo possa essere addirittura un veicolo… beh, è ovvio che non lo è“, ha concluso.

E i ringraziamenti al ministro per la precisazione sono arrivati ancora dalla deputata Serracchiani che, intervistata dall’Adnkronos, ha ribadito quanto detto dal Guardasigilli aggiungendo che “il nostro comportamento è assolutamente dentro le prerogative dei parlamentari. È il ministro Nordio che ha ritenuto ci fossero le condizioni per trasferire questa persona nel carcere in cui si trova, fermo il 41 bis“, ha concluso.

Impostazioni privacy