Coronavirus, il bollettino: 5.901 nuovi casi, 41 morti. Troppi in terapia intensiva

Il trend dei contagi non sembra voler arrestare la sua crescita e purtroppo aumentano anche le vittime. I dati sulla diffusione del Coronavirus pubblicati dal Ministero della Salute di oggi, 13 ottobre, parlano chiaro: i nuovi positivi sono 5.901 su poco più di 110 mila tamponi effettuati.

Decessi e ricoveri nelle terapie intensive crescono troppo in fretta

I decessi di oggi sono 41, per un totale di 36.246 dall’inizio della pandemia in Italia. Una curva spaventosamente in crescita dato che ieri le vittime erano state 39 e domenica 26. Il Veneto è la Regione con il maggior numero, 7 oggi, seguita dalla Lombardia (6), che però è stata quella con l’incremento maggiore per positività (14.256). In Lazio i ricoveri diminuiscono di 26 unità, raggiungendo quota 979, ma aumentano le rianimazioni,  83 (+5). In terapia intensiva 62 pazienti in più rispetto al 12 ottobre, in totale salgono quindi a 512 i ricoverati in reparto.

Troppi nuovi positivi a Covid-19, le terapie rischiano il collasso

Sono proprio le terapie intensive a preoccupare, soprattutto i medici lombardi che in una lettera aperta alle istituzioni lamentano la scarsità delle misure messe in campo dalle istituzioni. I 600 firmatari, tra sanitari, medici e infermieri di Bergamo e della Lombardia, diffusa dall’Ordine dei medici della provincia, spiegano: “Siamo ora preoccupati per la recrudescenza epidemica autunnale”.

I malanni stagionali infatti potrebbero portare al collasso le strutture sanitarie, secondo quanto spiegano: “Lo scenario prevedibile sarà caratterizzato da un notevole aumento di richieste di prestazioni e di azioni sanitarie. Il rischio è che l’intero Sistema venga messo ancora una volta sotto stress estremo, ritardando la cura di altre patologie. Per arrivare ad una gestione efficace e ordinata degli eventi non può bastare la sola disciplina della popolazione, che ci ha consentito di uscire dalla fase di crisi e di immaginare una nuova normalità, ma serve una coordinata e lungimirante risposta delle istituzioni preposte, quella messa in campo sinora non è sufficiente“.

Conte sul Coronavirus: “Impegno a non adottare misure sproporzionate”

Nonostante l’appello dei medici, il premier Giuseppe Conte insiste però sulla responsabilità individuale dei cittadini: “La nostra linea di azione è sempre la stessa. Seguire e monitorare costantemente la curva, monitorare e studiare i dati e poi adottare le misure nel segno dell’adeguatezza e proporzionalità”, ha spiegato parlando della situazione provocata da Covid-19 in un punto stampa a Palazzo Chigi.

Misure molto più restrittive sarebbero sproporzionate e rischierebbero di non essere rispettate. Ci impegniamo a non adottare misure più severe di quelle necessarie e tenere sotto controllo la curva. Sono misure mirate analizzando tutti i dati“, ha concluso.

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