Con l’avvento dell’inverno potrebbe arrivare la triplendemia

L’avvento del freddo non sta portando con sé buone notizie: con l’arrivo dell’inverno, infatti, potremmo trovarci a combattere contro la cosiddetta triplendemia.

Triplendemia
Triplendemia – Nanopress

Ormai siamo nel pieno dell’autunno e il freddo è arrivato (anche se quest’anno ha tardato come non mai). Mentre ci prepariamo ad affrontare temperature sempre più basse, dobbiamo prepararci anche a combattere contro un triplo pericolo: potrebbe diffondersi la triplendemia.

In arrivo la triplendemia

L’inverno sta arrivando e già adesso ci siamo trovati a dire addio al caldo che sembrava non finire mai e ad accogliere i primi freddi autunnali. Cosa comporta questo? Il possibile arrivo della cosiddetta triplendemia. Questo significa che, in sostanza, potremmo trovarci a combattere contro un “mostro a tre teste”: potrebbe aspettarci – il condizionale è doveroso, ma pare che le probabilità siano altissime – un mix di tre virus differenti (ma in certo senso simili tra loro), cioè il Covid, l’influenza e il Rsv (virus respiratorio sinciziale).

Di quest’ultimo non si parla moltissimo, ma possiamo dire che sostanzialmente si tratta di un virus che parte dalle vie aeree superiori – quindi si manifesta sotto forma di raffreddore nelle prime fasi – e che, però, raggiunge non di rado anche quelle inferiori, causando spesso bronchiolite acuta oppure polmonite. C’è da dire che questa infezione riguarda di frequente bambini e neonati, ma questo non significa che ragazzi e adulti siano immuni. Il modus operandi dell’Rsv inoltre non differisce molto dal Covid: quando una persona infetta tossisce oppure starnutisce, rilascia particelle infette, che contagiano le persone circostanti.

Triplendemia
Triplendemia – Nanopress

Ecco che gli scienziati americani quindi hanno dato un’allerta: se la triplendemia dovesse manifestarsi davvero, potrebbe mettere a rischio soprattutto i più piccoli, che non sono vaccinati contro il Covid.

Come possiamo proteggerci dalla triplendemia

Come ha affermato Giovanni Maga, direttore del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia: “Stiamo entrando in un periodo a rischio, con possibili nuove varianti del coronavirus Sars-CoV-2 che possono causare un nuovo aumento delle infezioni e la previsione secondo cui la nuova stagione influenzale dovrebbe avere un impatto più forte che in passato”.

Il dato da tenere in considerazione è questo: i genitori dei più piccoli ritengono che sia non necessario vaccinarli contro il Covid e l’influenza, ma in realtà non è affatto così. Anzi, abbiamo avuto la prova che spesso scuole – anche elementari – e asili diventano veri e propri focolai e da lì partono le catene di contagio (considerando che spesso maestre e personale scolastico sono comunque tutti vaccinati).

L’assunto di base infatti è che chi è vaccinato contro Covid e influenza ha un minore rischio di contrarre anche l’Rsv e questo lo hanno dimostrato gli ultimi anni, in cui gli anziani, che sono stati tra i pochi ad averli fatti entrambi, erano maggiormente protetti anche contro quest’ultimo, per cui non esiste invece alcuna “barriera” e che è diffusissimo, molto più di quanto si pensi. Basti pensare che solo in Europa si riscontrano circa una decina di migliaia di casi all’anno e alcuni possono condurre anche alla morte.

Anche l’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha detto la sua al riguardo e pare essere d’accordo su questa tesi: sì ai vaccini contro il Covid e l’influenza a tutte le età, soprattutto in vista dell’avvento dell’inverno. Questo, infatti, ci aiuta a proteggere anche la salute delle persone fragili, vulnerabili, che correrebbero rischi con tutti e tre i virus.

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