Cina e Russia hanno inviato delegazioni in Corea del Nord per il 70° anniversario dell’armistizio

La Corea del Nord si prepara alla celebrazione del settantesimo anniversario dalla fine del conflitto coreano e, proprio in occasione di questa importante festa per la Nazione, è in corso un’insolita raffica di visite diplomatiche, dopo che il Paese è stato isolato per molto tempo. Emerge che, per questa occasione speciale, riceverà la visita dei più stretti alleati del regime nordcoreano, tra cui spiccano Pechino e Mosca.

Kim Jong un
Leader della Corea del Nord, Kim Jong un – Nanopress.it

Sia Cina che Russia stanno inviando delegazioni di alto livello a Pyongyang questa settimana, in un chiaro momento di attività diplomatica, insolitamente, intensa per un Paese che ha sigillato i suoi confini durante la pandemia ed ha adottato anche successivamente rigide norme.

La chiusura drastica per il Covid-19 ha ulteriormente esacerbato l’isolamento della Corea del Nord, già tra le Nazioni più chiuse al mondo.  In occasione di questo anniversario storico Pyongyang sembra essere decisa a mostrare un’apertura diplomatica che rivela la volontà di mostrare al mondo l’alleanza con Pechino e Mosca, ma anche la propria prestanza militare e nucleare agli alleati. Secondo i critici si tratta di un segnale che vuole chiaramente mostrare l’apertura del leader Kim Jong un ai partner strategici, che sono pronti a una dimostrazione di alleanza recandosi a sostegno del capo di Stato, in un momento estremamente importante per lui, che lo vede però dall’altro lato contrapposto in maniera profonda all’occidente.

Cina e Russia hanno inviato delegazioni in Corea del Nord

Le visite diplomatiche in Corea del Nord arrivano in un momento delicato per gli equilibri nella regione, ma anche a livello internazionale. Le crescenti tensioni globali causate dal continuo sviluppo militare nucleare di Pyongyang, che si è autoproclamato potenza nucleare a settembre 2022 e vuole imporre la propria prestanza militare per raggiungere il livello delle grandi potenze mondiali, ha sollevato nervosismo tra molte autorità internazionali ma in particolar modo in Corea del Sud e Giappone, storici alleati Negli Stati Uniti.

La presenza delle delegazioni di Pechino e Mosca in Corea del Nord sembra attuata appositamente per sottolineare l’alleanza tra i Paesi, che sono da molto tempo legati alla nord Corea.

Ciò che accomuna in maniera profonda Russia, Cina e Corea del Nord è sicuramente l’astio nei confronti delle Nazioni occidentali, che è arrivato a livelli di tensione mai visti prima.

La delegazione cinese che si recherà in Corea del Nord è stata scelta accuratamente ed è di alto livello.

A guidare la missione sarà Li Hongzhong, membro del comitato centrale del Partito Comunista Cinese, come ha annunciato il portavoce del Dipartimento per i rapporti internazionali del partito.

Li parteciperà ai festeggiamenti per il 70° anniversario dell’armistizio, che ha posto fine alla guerra di Corea, dopo essere stato invitato nel Paese ufficialmente da Pyongyang.

La visita sottolinea sottolinea al mondo il sostegno di Pechino al regime nordcoreano di Kim Jong un e la volontà di quest’ultimo di allentare le restrizioni alle frontiere imposte per il Covid, per avvicinarsi ai suoi alleati.

La guerra di Corea è iniziata nel 1950 con l’invasione del Sud da parte del Nord appoggiato da Cina e URSS e ha provocato moltissimi di morti. Kim Il Sung voleva riunificare con la forza la penisola che le superpotenze avevano diviso dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Per celebrare la fine del conflitto, come riferito dai media statali, Pyongyang organizzerà una grande parata militare nella capitale.

Russia e Cina saranno i primi visitatori stranieri in Corea del Nord per le celebrazioni, dopo che il paese ha chiuso i confini nel 2020 con l’inizio della pandemia e ha protratto le misure emergenziali a lungo.

La presenza di Mosca e Pechino sottolinea l’importanza simbolica della partnership strategica con Pyongyang, nonostante l’isolamento e le sanzioni occidentali. I legami storici tra questi tre Paesi affondano le radici nel conflitto degli anni ’50.

Secondo Leif Eric Easley, professore alla Ewha Womans University di Seoul, la missione cinese ha un alto valore simbolico in un momento di crescenti tensioni regionali, con la Corea del Nord che potrebbe presto riprendere i test missilistici.

La scelta di Pechino ribadisce che l’appoggio al leader nord coreano è forte nonostante lale condanne internazionali causate dall’escalation di dimostrazioni militari attuate dalla nord Corea.

La Cina ha respinto le accuse di violare le sanzioni Onu contro la Corea del Nord, affermando di attuarle “rigorosamente”.

Così il portavoce del ministero degli Esteri cinese, in risposta ad una lettera firmata dai Paesi del G7 che sollecita Pechino a impedire a Pyongyang di aggirare le misure utilizzando acque territoriali cinesi.

Nonostante la dichiarazione, i legami tra i due Paesi rimangono. Le autorità cinesi sostengono da molto tempo il regime nordcoreano della famiglia Kim, che si trova al potere da oltre tre generazioni, al fine di evitarne il collasso.

Secondo i dati doganali cinesi, a giugno le esportazioni verso la Corea del Nord sono state otto volte maggiori rispetto allo stesso mese del 2021. Va sottolineato che all’ epoca Pyongyang aveva segnalato decine di migliaia di casi Covid al giorno e aveva chiuso le frontiere.

Il valore strategico di questo avvicinamento risiede anche nelle recenti tensioni che si sono sviluppate nella regione e hanno evidenziato esercitazioni militari congiunte da parte di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, in risposta ai ripetuti lanci ripetuti voluti da Kim Jong un.

Oltre a ciò gli USA hanno accusato di recente il regime nordcoreano di fornire supporto militare alla Russia nella guerra in Ucraina, ma l’accusa è stata respinta sia da Mosca che da Pyongyang.

La Corea del Nord, dal canto suo, ha puntato il dito contro Washington per la crisi ucraina. Secondo Pyongyang, lapolitica egemonicadell’Occidente ha sostanzialmente costretto la Russia ad intraprendere un’azione militare, che kyong un ritiene necessaria per  poter proteggere la sicurezza del Paese.

Le reciproche accuse confermano la profonda diffidenza e le divisioni che persistono tra le due Coree e le rispettive alleanze. Mentre Pyongyang si avvicina sempre più a Pechino e Mosca, Seul continua ad avvicinarsi agli Stati Uniti ritenendoli un ottimo partner strategico.

In questo contesto quindi le celebrazioni dell’anniversario della guerra di Corea assumono anche un significato politico, con Kim Jong un che ha intenzione di sottolineare i legami con i tradizionali alleati Russia e Cina di fronte all’Occidente.

Tensione diplomatica tra Pyongyang, i suoi alleati e l’Occidente

Le celebrazioni del 70° anniversario dell’armistizio in Corea del Nord arrivano in un momento di crescente tensione nella penisola coreana.

Pyongyang ha condotto, negli ultimi mesi, test di missili balistici violando le risoluzioni Onu, provocando la reazione di Corea del Sud e Stati Uniti che hanno risposto con esercitazioni militari congiunte.

Lunedì, la Corea del Nord ha effettuato l’ennesimo lancio di due missili balistici a corto raggio da Pyongyang, secondo quanto riferito dai vertici militari sudcoreani.

I test missilistici proseguono a ritmo serrato, malgrado le condanne internazionali. Pyongyang sembra voler approfittare delle celebrazioni dell’anniversario della guerra di Corea, anche, per ribadire la propria forza militare di fronte ai tradizionali alleati e la sua indipendenza nel compiere scelte anche contro il volere globale.

Gli esperti temono che vedendo l’appoggio di Mosca e Pechino alla Corea del Nord spinga ancora di più Kim a testare missili e armamenti nucleari.

Lunedì scorso il sottomarino d’attacco americano USS Annapolis ha fatto scalo nella base di Jeju, al largo della Corea del Sud, per rifornirsi durante una missione operativa, come dichiarato dalla stessa marina sudcoreana.

Nei giorni scorsi, la visita del sottomarino missilistico nucleare USS Kentucky nel porto di Busan è stata definita una “provocazione” dalla Corea del Nord che ha annunciato la possibilità di “risposte drastiche”.

In una nota il ministero della Difesa nordcoreano ha ricordato che: “la crescente presenza di asset strategici statunitensi nella regione potrebbe innescare l’uso di armi nucleari da parte di Pyongyang, secondo quanto previsto dalla legge nordcoreana.

Xi Jinping e Vladimir Putin
Capi di Stato di Russia e Cina, Xi Jinping e Vladimir Putin – Nanopress.it

Le reciproche minacce alimentano la tensione tra Nord e Sud, mentre le rispettive alleanze militari intensificano le attività in un momento delicato per gli equilibri globali e regionali.

A complicare ulteriormente il clima teso nella penisola coreana è sopraggiunto il caso di un soldato americano, Travis King, che la scorsa settimana ha attraversato il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud nella zona demilitarizzata.

Si tratta del primo militare statunitense ad entrare in Corea del Nord dal 1982. King stava affrontando un’azione disciplinare e avrebbe dovuto rientrare negli Usa il giorno prima della fuga.

Secondo il vicecomandante del Comando ONU, generale Andrew Harrison, nelle scorse ore sono iniziati contatti con Pyongyang per discutere la delicata questione. Fonti dell’amministrazione di Washington hanno confermato che la Corea del Nord ha riconosciuto di aver ricevuto messaggi dal Comando ONU.

Nonostante ciò, Pyongyang non sembra rispondere direttamente a Washington. Il Dipartimento di Stato americano ha detto di non aver avuto risposta ai suoi messaggi su King e che l’esercito Usa non ha ricevuto comunicazioni dalla scorsa settimana.

L’incidente rischia di esacerbare le tensioni USA-Corea del Nord, proprio mentre Pyongyang si appresta a celebrare l’anniversario della fine della guerra di Corea con i suoi alleati Cina e Russia.

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